L’amore tra nobili e servi, una trama ingarbugliata e tanta musica immortale: questi gli ingredienti in mano alla più grande coppia nell’opera del Settecento. Le nozze di Figaro non raccoglie subito il successo che la rende al giorno d’oggi presente nel repertorio di ogni teatro.

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Il miracolo si ripeterà altre due volte. Le nozze di Figaro non sono che il primo tassello della trilogia Mozart-Da Ponte, ma solo loro brillano tanto da godere di un intervento diretto da parte dell’Imperatore Giuseppe II.
Mozart, Da Ponte e l’imperatore d’Austria
Nel 1785 Wolfgang Amadeus Mozart non ha ancora trent’anni, Lorenzo Da Ponte trentacinque.
La commedia Le Mariage de Figaro pubblicata nel 1784 da Pierre-August Caron de Beaumarchais è vietata dal Sacro Romano Imperatore Giuseppe II. Le ragioni sono politiche e sociali. Al cuore della vicenda risiede infatti un conflitto tra servi e nobiltà, che sono tuttavia presentate sullo stesso piano, a cui si sommano frecciate al vetriolo verso i ceti più alti. Per questa ragione il testo viene considerato socialmente pericoloso e ne è bandita la rappresentazione su suolo imperiale.
Cosa fa ricadere la scelta per un nuovo soggetto proprio su questa commedia?
Mozart ricerca l’incontro universale, cioè il successo più unanime possibile. Appare perciò controintuitivo adattare una commedia vietata, per quanto positivo il riscontro già raccolto in Francia da questa. Si sa che Mozart propone a Da Ponte la commedia di Beaumarchais e proprio Da Ponte epura il materiale dalle sue connotazioni più spinose così da renderlo digeribile alla corte viennese. Solo un concreto intervento dall’alto rende però possibile la messa in scena dell’opera: ecco, forse, la mano dell’Imperatore. Si vocifera addirittura che dopo aver partecipato alle prove generali Giuseppe II reintroduca nel primo atto delle Nozze un balletto prima tagliato in accordo con la politica del teatro stesso.
Non stupisce che l’Imperatore Giuseppe II d’Asburgo-Lorena, considerato un esempio di despota illuminato, si dimostri accomodante nei confronti dei gusti popolari. Forse non sospetta ancora che i segni di critica sociale presenti nel testo di Beaumarchais possano culminare pochi anni dopo nella Rivoluzione che vedrà la sorella Maria Antonietta finire sotto la ghigliottina.
Chi è dunque Lorenzo Da Ponte, librettista dell’opera?
Il primo Lorenzo Da Ponte è il sacerdote cristiano che battezza nel 1763 l’allora ebreo Emanuele Conegliano. Come da tradizione, il prete impone il suo nome al giovane Conegliano, che diventa il nostro Lorenzo Da Ponte: presbitero, professore e poeta di corte al servizio di Giuseppe II. Adatta libretti per Antonio Salieri, allora compositore di corte, che per primo l’ha voluto a Vienna. A sigillare il suo nome nella storia è però la fortunatissima collaborazione con Mozart, che comincia con Le nozze di Figaro e passa dal Don Giovanni per poi concludersi con Così fan tutte: è questa la trilogia Mozart-Da Ponte, diamante a tre facce nel mondo dell’opera.
Trama con corrispettivo in musica e drammaturgia
Trama
Si fa prima a vedere l’opera che a tentare di spiegarla!
Antefatto
La cosiddetta trilogia di Figaro scritta per il teatro da Beaumarchais si compone in ordine da: Il barbiere di Siviglia, o la Precauzione inutile (1775), La folle giornata, o il Matrimonio di Figaro (1784) e L’altro Tartufo, o la Madre colpevole (1792).
Le vicende narrate nelle Nozze si svolgono quindi dopo quelle presenti ne Il Barbiere di Siviglia, musicato da Giovanni Paisiello nel 1782 e poi con travolgente successo da Gioacchino Rossini nel 1816.
Figaro, già barbiere e factotum di Siviglia, conquista le più sincere simpatie del suo coetaneo Conte di Almaviva aiutandolo a corteggiare Rosina. La giovinetta preferisce di gran lunga al vecchio e pedante tutore Don Bartolo il giovane e passionale Conte, che ne Le nozze si trasformerà nell’antagonista. Figaro diventa tuttofare del Conte di Almaviva proprio per la gratitudine dovutagli dopo questa impresa.

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Atto primo
Figaro e Susanna sono servitori del Conte di Almaviva, in procinto di sposarsi. Di ostacolo al matrimonio è però l’interesse del Conte verso Susanna: le sue mire verso la serva sono tanto espansive da aver concesso ai due sposini una camera direttamente comunicante con la sua, dove si apre l’opera.
Non c’è però soltanto il Conte. Marcellina, donna non più giovane avente a suo tempo concesso un prestito a Figaro, rivendica la clausola del contratto che permette di estinguere il debito previo matrimonio tra loro. Marcellina ricerca l’aiuto del medico Don Bartolo che, guarda caso, ostenta anche lui un buon motivo per mettere i bastoni tra le ruote di Figaro: avergli soffiato da sotto il naso Rosina (vedi Antefatto).
Il giorno delle nozze, nella camera destinata agli sposini Susanna lascia intendere a Figaro delle attenzioni indesiderate da parte del Conte. Quando Susanna rimane sola entra disperato Cherubino, giovanissimo paggio legato da stretta complicità sia a Susanna che alla Contessa. Il Conte l’ha scovato il giorno prima in compagnia di Barbarina e per punizione l’ha cacciato dal palazzo. Cosa fare?
Nascondersi, intanto. Per coincidenza viene proprio il Conte per fare visita a Susanna. Sotto gli occhi indiscreti del paggio questi si prodiga in proposte galanti ed inequivocabili. Tuttavia anche il Conte è costretto al nascondiglio quando nella camera compare anche Don Basilio, maestro di musica, denunciando le attenzioni rivolte dal paggio alla Contessa.
Queste dichiarazioni sollevano il vespaio. Il Conte, geloso, si rivela e appare ancor più contrariato quando scopre che il paggio non solo si trovava anch’egli nella stanza, ma ha udito le sue moine alla servetta. Non fa questi in tempo a ricomporsi che entra Figaro con un gruppo di contadini, i quali in coro ringraziano il Conte per aver abolito lo ius primae noctis.
Il Conte rinvia il giorno del matrimonio con un pretesto ed ordina che Cherubino si arruoli immediatamente come ufficiale a Siviglia.
Atto secondo
La Contessa infelice languisce nelle sue stanze quando Susanna la visita e le riferisce delle attenzioni dimostrate dal Conte nei suoi confronti. Entra Figaro che ha nel frattanto escogitato un piano.
Figaro ha fatto pervenire al Conte un bigliettino anonimo che allude all’appuntamento dato dalla Contessa ad un ammiratore per quella sera, così che il Conte non pensi lei sia nei paraggi. Secondo il piano, Susanna dovrebbe promettere al Conte per la sera stessa un incontro, al quale però non si presenterà lei ma Cherubino travestito da donna. Così facendo la Contessa potrebbe cogliere in fallo il marito.
Cherubino, che non è ancora partito per Siviglia, visita le due donne ed esplicita loro la sua confusione. Asseconda il piano. Mentre avviene il travestimento, tuttavia, il Conte vuol far visita alla Contessa e, dubbioso fino alla più rabbiosa gelosia, forza la porta oltre la quale si nasconde il paggio. Con grande sorpresa di tutti Susanna da sola aspetta dietro la porta. Dov’è andato Cherubino?
Figaro, forte del suo stratagemma, spera di poter procedere col matrimonio, ma non ha fatto i conti col giardiniere Antonio che compare sulla porta millantando di aver visto un giovane svestito saltare dalla finestra della camera della Contessa. Figaro dice di essere stato lui, ma la difesa è debole.
Irrompono anche Don Bartolo e Marcellina, rivendicando il diritto del contratto. Figaro sarà costretto a sposare Marcellina.

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Atto terzo
Susanna concede al Conte l’appuntamento galante, ma questi origlia un commento di lei al promesso sposo e si accorge che i due stanno tramando qualcosa.
Si tiene una delibera. Il giudice Don Curzio ormai provvisto di tutti i documenti preparati da Marcellina e Don Bartolo entra con le parti contendenti e determina che il prestito potrà essere sciolto in due modi soltanto: o ripagando la somma, o facendo sì che Figaro sposi Marcellina.
Il colpo di scena è dietro l’angolo. Durante l’accesa discussione che segue alla delibera, il terzetto si accorge però che Figaro porta sul braccio un segno appartenuto al figlioletto perduto di Marcellina, nato da una vecchia tresca con Don Bartolo. Figaro è figlio di Marcellina e Don Bartolo. Quando Susanna accorre coi soldi necessari a ripagare il debito, non sapendo della rivelazione, si inalbera alle moine tra Figaro e Marcellina, salvo scoprire il disguido ed unirsi alla gioia che vede lo sposo ritrovato dagli anziani genitori.
Don Bartolo coglie al volo l’occasione per chiedere a Marcellina di sposarlo. La donna acconsente e condona il debito come un regalo di nozze ai due giovani, rimpolpato da un ulteriore apporto dalla tasca di Don Bartolo. Le due coppie di sposi sono formate: Marcellina e Don Bartolo, Figaro e Susanna non aspettano se non di convolare a nozze. L’unico matrimonio da risanare resta quello di Conte e Contessa.
Il Conte, furioso per aver scoperto il raggiro, non sa che la Contessa sta divergendo dal piano di Figaro. La donna detta a Susanna un bigliettino per l’appuntamento notturno e decide in compagnia di questa che sarà la stessa Contessa travestita da Susanna ad incontrare il Conte, invece di Cherubino come inizialmente previsto.
A proposito di Cherubino: il paggio figura in gonnella tra le giovani che recano ghirlande alla Contessa.
Susanna consegna il biglietto spillato al Conte e questi si punge il dito con la spilla che poi cade. Figaro ride del piccolo incidente, ma non si è accorto che è stata Susanna a portare il bigliettino.
La festa è grande, perché si festeggiano nello stesso momento sia gli sposi Figaro e Susanna che Marcellina e Don Bartolo.
Atto quarto
Notte. Il gioco si svolge nel parco del castello.
In ordine incontriamo Barbarina, Figaro, Susanna travestita da Contessa, la Contessa travestita da Susanna, Cherubino, il Conte.
Barbarina sta cercando la spilla caduta dal biglietto per riportarla a Susanna sotto ordine del Conte. Figaro, sentendo Barbarina, intuisce che è stata proprio Susanna a consegnare il biglietto e sospetta di una nuova trama ordita stavolta anche a suo danno da parte della sposa. Egli richiama così alcuni testimoni che con lui assistano al supposto tradimento di Susanna. Lei però, trovandosi nel parco, origlia e si offende moltissimo della sua mancanza di fiducia, scegliendo così di non metterlo al corrente della vera trama.
Cherubino scende nel parco e si illude di aver visto Susanna e la importuna, ma è la Contessa travestita. Rimane finché il Conte non lo scaccia così da restare solo con quella che crede essere la sua amante. La Contessa torna ad essere amata dal marito soltanto perché lui la crede un’altra persona, la serva.
La Contessa travestita da Susanna si allontana fingendo di aver udito qualcuno venire e il Conte va a vedere cosa succeda, lasciando da soli in scena Figaro e la sposa in costume da Contessa.
I due parlano e Figaro si accorge di avere accanto la moglie, perché lei dimentica in un momento di mascherare la voce. Egli però continua a parlare e rivolge a quella che dovrebbe essere la Contessa pesanti corteggiamenti. Susanna, offesa, ma poi rivelata, ottiene dal marito le scuse per aver dubitato della sua fedeltà.
Sopraggiunge il Conte su tutte le furie, credendo di interrompere la corte tra Figaro e la Contessa, ma quando la vera Contessa si fa avanti e smette il travestimento da servetta le due donne chiariscono l’inganno. Il Conte, umiliato ed attonito, chiede perdono sincero alla Contessa. La moglie glielo accorda.
La folle giornata si chiude col coro trionfante che vede tutti contenti, e le nozze di Figaro finalmente concesse.
La musica e le voci in Le nozze di Figaro

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La composizione dell’opera costa a Mozart sei settimane di lavoro. I recitativi secchi sono accompagnati da un basso continuo (vedi Glossario) di clavicembalo e violoncello.
Mozart ha completato quattro anni prima la composizione de Il ratto dal Serraglio, opera in lingua tedesca, e vuole da tempo provarsi di nuovo in un’opera italiana. I titoli italiani musicati in precedenza dal salisburghese risalgono alla prima giovinezza e ai tempi del viaggio in Italia. Le sue Lucio Silla, Idomeneo, Mitridate Re di Ponto, però, appartengono tutte al genere dell’opera seria (vedi Glossario) ormai morente. Le nozze di Figaro saranno per il genere dell’opera buffa un momento topico: la commedia in musica si sostituisce all’opera seria e comincia il suo periodo di dominazione nei teatri.
Avviene in Mozart la trasformazione dello stile galante, caratterizzato da linee semplici ed armoniose, al più conosciuto stile classico la cui grossolana generalizzazione si evolve nel termine musica classica.
Le nozze di Figaro ospita cinque personaggi maschili contro quattro donne. La disparità si rivela però equilibrata quando, andando a vedere i tipi vocali, scopriamo che Cherubino è interpretato da una donna en travesti (vedi Glossario) come peraltro già richiesto nella commedia di Beaumarchais. Altra curiosità vocale: nel frontespizio della partitura troviamo solo tre tipi vocali, ovvero soprano (tutte le donne e Cherubino), basso (i protagonisti maschili) e tenore (Don Basilio, Don Curzio). All’epoca di Mozart non esiste infatti la distinzione attuale delle voci secondo la quale oggi il personaggio del Conte vuole una voce di baritono, a metà tra basso e tenore, e Cherubino è mezzosoprano.
Esiste una variante viennese adattata da Mozart nel 1789 che sostituisce due delle arie più famose dell’opera con alternative raramente eseguite: Venite inginocchiatevi dal II atto e Deh vieni non tardar dal IV.
Le dinamiche dei personaggi nella folle giornata
Buona parte della produzione operistica di Mozart, e in particolare la trilogia con Da Ponte, offre il fianco a dettagliatissime interpolazioni estetiche e culturali.
Secondo alcuni la trilogia corrisponde alle tre età di Don Giovanni, personaggio mozartiano per eccellenza: egli sarebbe incarnato ne Le nozze dal paggio Cherubino e in Così fan tutte prenderebbe le sembianze del disincantato Don Alfonso, comparendo invece nelle proprie vesti proprio in Don Giovanni.
Secondo altri ne Le nozze di Figaro vanno in scena quattro età o fasi dell’amore. Secondo questa lettura Cherubino e Barbarina rappresentano l’amore acerbo, Susanna e Figaro l’amore giovane di chi è in procinto di sposarsi, il Conte e la Contessa l’amore logorato nel matrimonio e Marcellina e Don Bartolo l’amore maturo che rifiorisce inaspettatamente.
Un’altra interpretazione vede ogni personaggio trasfigurarsi in una forma d’amore diversa. Cherubino è l’adolescente in preda alla prima esaltazione dell’eros, laddove il Conte accusa la stanchezza della fedeltà coniugale e si ripiega nell’amore fedifrago, e così per gli altri.
A determinare le dinamiche dell’opera sono le diverse relazioni erotiche tra i personaggi. Tutti si desiderano a vicenda, ma non tutti nello stesso modo. Il filosofo Kierkegaard ha scritto a lungo delle dinamiche mozartiane caricandole di significati ontologici.

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Cherubino in particolare affascina da tempo il mondo dei critici. Nella scrittura dell’opera, il paggio diventa una figura speculare dell’adulto Figaro, la cui complicità si aggiunge all’harem di simpatie femminili godute da Cherubino. Figaro vive un fortissimo contrasto col Conte, coetaneo ma di lui ben più potente, che sembra, secondo alcuni studiosi, voler imporsi come figura paterna non soltanto dell’ex-barbiere ma di tutti gli abitanti del palazzo.
Non c’è tuttavia personaggio maschile che sia più pronto, più brillante, più sincero e utile alla vicenda di Susanna. Nonostante la furbizia di Figaro appaia leggendaria, i suoi piani non vanno a buon fine, ma vengono soppiantati da quelli di Susanna e della Contessa. Figaro si lascia prendere dal dubbio e dalla gelosia mentre Susanna, forte della sua onestà, non vacilla mai su lui nè su se stessa. Susanna è perdipiù il personaggio che passa più tempo in scena: non c’è duetto che non la comprenda o la veda nel coro, rendendola nei fatti una presenza ubiquitaria nell’opera. Nell’ultimo atto si nobilita degli abiti della Contessa, che rendono finalmente onore alla sua persona. Le due donne, indossando l’una le vesti dell’altra, offrono l’occasione di riflettere su cosa differenzi davvero una persona dall’altra quando la natura umana resta spoglia di ogni orpello sociale.
Le recite di Le Nozze di Figaro si terranno sabato 4 febbraio alle 20:30 e domenica 5 febbraio alle 15:30 al Teatro Verdi di Pisa. Per maggiori informazioni: https://www.teatrodipisa.pi.it
Ascolto e visione consigliati:
Glossario
En travesti
Ruoli di personaggi maschili interpretati da cantanti donne (anche detto in pantaloni, trouser role) e viceversa. La scelta di voci acute per ruoli maschili è comunemente usata nel caso si debbano interpretare bambini, giovani ragazzi (come Cherubino) o angeli. Parte dell’impiego “necessario” di ruoli en travesti deriva dal retaggio dei cantanti castrati e dall’impossibilità di utilizzare in alcuni casi il tipo di voce originale. Altre volte, come in questo caso e nella commedia stessa di Beaumarchais, il ruolo di Cherubino è previsto nel copione sia interpretato da una donna.
Basso continuo
Sostegno armonico-strumentale che accompagna le parti superiori della composizione dal suo inizio alla fine. Comunemente in uso nel periodo barocco, fornisce una linea di basso e una progressione di accordi: uno scheletro su cui l’organico sviluppa il resto della partitura. Nella sua forma più classica è costituito da una tastiera (di solito clavicembalo, ma anche fortepiano, spinetta, clavicordo) e uno strumento a corde (tiorba, violoncello, violone).
Opera seria
Il termine si riferisce all’opera italiana del XVIII secolo. Caratterizzata da temi storici o mitologici, trame ispirate da epiche o saghe letterarie e dai toni tragici. Non prevede elementi comici né di commedia.
Sono stelle delle scene in questi tempi i primi uomini molto più delle prime donne: i cantanti castrati dominano le scene e lo stile canoro è virtuosistico, ricercato.

Autore: Lucrezia Ignone
Classe 2002. Studio Fisica all’UniPi ed Opera lirica fuori, oltre a coltivare mille interessi diversi. Curo un blog personale e sono coinvolta in più associazioni nazionali. La mia parola preferita è: polymathes. Sono una nuova aggiunta a Radio Eco dove mi occuperò principalmente di Opera e della stagione lirica al Teatro Verdi di Pisa.
Mi trovi su @ffffoco. Per contatti: lucrezia.ignone@gmail.com