Pensieri (S)comodi – Che cos’è l’alfabetizzazione mediatica e perché dovrebbe interessarci?

Buona Domenica e ben tornat* su Pensieri (S)comodi, la rubrica (s)comoda di Radio Eco! Oggi parleremo di alfabetizzazione mediatica, tema di grandissima importanza ma spesso sottovalutato, specie nei sistemi educativi ordinari.

Indice


L’importanza di apprendere cosa sia l’alfabetizzazione mediatica

Per Alfabetizzazione mediatica non si intende la nostra capacità di comprendere il funzionamento pratico di un social media piuttosto che di un sito web: per alfabetizzazione mediatica s’intende la nostra capacità di sviluppare una comprensione critica che ci permetta di valutare criticamente i contenuti con i quali interagiamo.

Fino a non molto tempo fa associavamo il concetto di alfabetizzazione alla capacità di leggere e scrivere e al sistema educativo ordinario. Oggi non è più così: con il progressivo avanzamento del mondo digitale è nata la necessità di imparare a leggere, scrivere e divulgare in modo critico e consapevole i contenuti che abitano il web.

Questo tipo di educazione è di fondamentale importanza per dare ad ognuno, in particolare modo ai più piccoli, i mezzi necessari per analizzare e comprendere la contemporaneità in modo obiettivo, così da poter entrare a pieno titolo e in maniera consapevole nel dibattito pubblico.

Oggi giorno non siamo soltanto consumatori di contenuti online, ma ne siamo anche produttori e divulgatori. Per questo motivo dovremmo tutti provare a essere parte di un ecosistema mediatico il più veritiero e responsabile possibile.

Più frequentemente di quanto crediamo, gli ecosistemi mediatici che navighiamo e di cui facciamo parte, sono estremamente tossici e quasi mai neutrali, anche quando non sembra che sia così.

La lotta dell’alfabetizzazione mediatica parte da qui: divulgare consapevolezza sulla non neutralità dei media; insegnare a riconoscere e a valutare l’intento di ogni contenuto.

Alfabetizzazione mediatica: alcuni dati

Secondo uno studio condotto dall’OCSE – Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – nel 2019 sulle competenze digitali dei cittadini di 29 paesi, il 79% della popolazione risulta essere analfabeta in termini di alfabetizzazione mediatica.

Lo studio dimostra che la popolazione italiana non possiede le basi necessarie per prosperare nel mondo digitale, sia nella società che sul posto di lavoro. Solo il 36% degli individui in Italia è in grado di utilizzare Internet in maniera complessa e diversificata: il livello più basso tra i paesi presi in esame. Percentuale inevitabilmente destinata a crescere se si aggiunge alla capacità di utilizzare Internet in maniera complessa, la capacità di analizzare criticamente e consapevolmente i contenuti online.


Contrastare il fenomeno della disinformazione

Pensare attraverso un’alfabetizzazione mediatica critica è particolarmente importante nell’ambiente mediatico contemporaneo, dominato del fenomeno delle notizie false.

Nonostante le fake news siano sempre esistite, la velocità della rete oggi ne amplifica e velocizza la divulgazione.

Margaret Sullivan, ex media editor del Washington Post, ha definito antiquato e fuorviante il termine ”fake news”, facendo una distinzione tra le varie tipologie di notizie false, distinzione di fondamentale importanza per comprendere l’intento originario e quindi la natura di un account, piuttosto che di un giornale o di un autore.

  1. MISINFORMATION: divulgazione di contenuti falsi senza un intento malefico (es. errore giornalistico);
  2. DISINFORMATION: divulgazione volontaria di notizie false;
  3. MALINFORMATION: divulgazione di informazioni false ma basate su fatti realmente accaduti con lo scopo di manipolare le masse: una notizia, quando verosimile piuttosto che completamente inventata, convince più persone.

Inoltre, quando ci interfacciamo con il fenomeno della disinformazione, dobbiamo tenere presenti alcuni atteggiamenti che, come automatismi, tendono ad innescarsi nella mente di ogni individuo:

  • Confirmation Bias: ci porta a confermare un’ipotesi tramite prove a favore, piuttosto che c cercare di prendere in considerazione evidenze contrarie es. vaccini e autismo.
  • Post verità: sopravvive non la verità più vera ma quella più veloce, che arriva prima, perché quando si instaura un credo popolare questo è difficile poi da sradicare.
  • Ego Chamber: tendenza di privilegiare il confronto con chi la pensa come noi piuttosto che il confronto con chi la pensa diversamente – atteggiamento di chiusura al confronto che produce un’estremizzazione.

Alfabetizzazione mediatica – “Framing Theory”

La teoria del framing racchiude una serie di concetti che provengono dalla sociologia e dalle scienze della comunicazione. Applicata alla comunicazione, la teoria del framing ci mette in guardia sulla realtà offerta dai mass media, realtà che viene sottoposta previamente a un processo di ”framing” ovvero di ”incorniciamento”. Questo significa che l’approccio alla notizia tende a privilegiare alcuni aspetti e a minimizzarne altri.

lo stesso contenuto, presentato con una differente ”cornice” (intesa come differente prospettiva), può essere interpretato in modi diversi dall’interlocutore. Il modo in cui un contenuto viene ”incorniciato” va ad incoraggiare certe interpretazioni e a scoraggiarne altre.

E’ di fondamentale importanza, dunque, capire in che modo la realtà ci viene presentata dai media l’importanza di sviluppare una capacità d’analisi critica nei confronti delle informazioni che riceviamo.

Credit:Pinterest

Quali sono le ragioni della nostra fiducia in alcuni media o account di social media?

Spesso la nostra fiducia verso un account social è determinata da fattori quali la popolarità dell’account, l’estetica grafica dei contenuti pubblicitari, il linguaggio utilizzato. Questi fattori però, spesso possono trarre in inganno poiché possono senza difficoltà fungere da facciata, nascondendo un’identità, un messaggio, una presa di posizione più specificata e radicata di quello che sembra.

Per questo motivo, prima di prendere per vero e giusto ciò che leggiamo/vediamo/ascoltiamo, è necessario farsi delle domande per comprendere la vera essenza del contenuto in questione.

L’obiettivo dell’alfabetizzazione mediatica critica è quello di attuare un esame critico delle rappresentazioni, delle strutture, delle ideologie e delle dinamiche di potere che modellano e riproducono la cultura e la società.


Una guida pratica: le cinque domande chiave

I media non sono mai neutrali, oggettivi, senza pregiudizi. Dietro ad ogni contenuto c’è sempre una presa di posizione, che sia politica o di potere, da parte di chi idea, crea, diffonde il contenuto in questione, anche quando questo non è superficialmente visibile.

Ed è proprio la non neutralità dei media ad essere pericolosa, poichè crea “bias cognitivi” – distorsioni che le persone attuano nella valutazione di fatti e avvenimenti; distorsioni che spingono a ricreare nell’individuo una propria visione soggettiva della realtà che non corrisponde fedelmente alla verità.


  • CHI sono le persone che hanno contributo a creare questo contenuto?

Verificare la provenienza originaria: i crediti sono di fondamentale importanza poiché evitano la condivisione di contenuti non chiari e fraintendibili.

-Citare/attribuire l’autore/l’editore/la data/il numero della pagine di riferimento di discorsi e dichiarazioni/citazioni/opere d’arte/immagini/video/musiche eccetera.

-Localizzare gli avvenimenti

  • COME è stato costruito questo contenuto (dal punto di visto del linguaggio/semiotica)?

Verificare la neutralità – o la non neutralità – del linguaggio utilizzato, tenendo presente che molto spesso ciò che leggiamo/vediamo/ascoltiamo è stato creato sulla base di uno studio semiotico*.

*la semiotica è la scienza dei segni e studia la loro produzione, trasmissione e interpretazione; analizza il rapporto tra segno, significato e significante.

-Il linguaggio utilizzato nasconde una presa di posizione?

-Il linguaggio utilizzato potrebbe dare adito ad interpretazioni ambigue del contenuto?

  • QUALI valori, ideologie, punti di vista sono esposti – o sono mancanti – in questo contenuto?
  • PERCHE’ questo contenuto è stato creato? Qual’è il messaggio?

If students aren’t taught the language of sound and images, shouldn’t they be considered as illiterate as if they left college without being able to read and write?

Se agli studenti non viene insegnato il linguaggio del suono e delle immagini, non dovrebbero essere considerati analfabeti come se avessero lasciato l’università senza saper leggere e scrivere?

George Lucas

Eva: Studentessa di comunicazione, scrive di qualsiasi cosa per alleggerire chi le sta intorno dalle sue divagazioni e i suoi dilemmi, anche se spesso non basta. Cucina per rilassarsi e fotografa per non dimenticarsi di niente.

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