Il 20 Novembre 2021 è il TDOR, il Trans* Day of Remembrance. E’ una giornata mondiale di lutto, per ricordare tutte le persone trans* che sono state uccise dal sistema transfobico in cui viviamo.
I transicidi sono il sintomo, più facilmente riconoscibile come violento, della violenza sistemica verso quelle soggettività non conformi all’ideale di persona etero-cisgender (cisgender = persona che si riconosce nel genere assegnatole alla nascita), nello specifico, verso le soggettività trans*
Se vi chiedete il significato dell’asterisco, indica un termine più inclusivo di transgender includendo tutte quelle persone che non solo non si riconoscono nel genere che è stato loro assegnato, ma nemmeno nella dicotomia M / F socialmente costruita.
Parliamo di persone che intendono autodeterminare sé stesse al di là del binarismo di genere. Perché l’identità di genere è valida, anche quando non si assomiglia per aspetto e comportamenti ai modelli tradizionali di genere.
I dati raccolti (da ottobre 2020 fino a due mesi prima di questo TDOR) parlano chiaro:

Le persone che ricordiamo con il TDOR non sono state uccise solo dal loro assassino, ma soprattutto dal sistema in cui viviamo, e la società ha consapevolmente contribuito a condannare a morte queste persone, e ad aver eseguito la sentenza attraverso i suoi figli privilegiati perché conformi.
Quando il sistema non riesce ad eliminare i corpi e le soggettività non conformi con…
- l’assegnazione binaria di genere e sesso alla nascita, che serve a far sembrare naturale il dominio delle persone identificate come uomini sul resto delle soggettività, dividendo i corpi in oppress3 e oppressori e radicando questa differenza nel genitale;
- il sessismo, che identifica gli “uomini” oppressori con in mano il monopolio delle risorse, e le “donne” in oppress3 obbligat3 a fornire lavoro sessuale, di cura e riproduttivo gratis;
- l’omolesbobitransfobia che serve a rendere il rapporto eterosessuale penetrativo destinato alla procreazione l’unica sessualità pubblica e legittima, e il resto una devianza privata;
- la patologizzazione delle persone trans* che serve a produrre le persone trans* come copie quanto più simili possibili delle persone cis, in modo da perpetuare l’esistenza presunta di un unico tipo di corpo. Le persone trans* devono essere diagnosticate da un medico con “disforia di genere”, considerata una malattia mentale, per potere iniziare un qualsivoglia percorso di transizione. Un percorso lungo e difficile attraverso istituzioni transfobiche (da ospedali a tribunali) con cui la soggettività deve continuamente scontrarsi. Chi è cisgender, invece, non deve fare nulla di tutto questo per poter essere chi si sente di essere!
- le frontiere, geografiche e giuridiche, che servono a garantire che la ricchezza sia accessibile solo a chi è natə entro un certo territorio, specie se parliamo di Stati del Nord del Mondo, e il razzismo, che esclude dall’accesso alla ricchezza le persone razializzate;
- la morale sessuale, che serve solo ad assicurare all’uomo cisgender ed etero il dominio stuprante e violento sugli altri corpi, per la quale il sex work è mantenuto a margine della società e non considerato e tutelato come lavoro;
…le elimina fisicamente.
L’eliminazione e la violenza sono funzionali a mantenere ai vertici della società solo i corpi conformi e dominanti, che sfruttano tutti gli altri.
Questa violenza è presente anche nella nostra università: due generi nei form da compilare, due generi per i bagni, nessun assorbente in nessun bagno, e contenitori per assorbenti solo nei bagni femminili. Professor* che quando parlano di biologia e medicina non si fanno problemi ad associare genitali e caratteri sessuali secondari all’identità di genere, senza considerare le persone trans* e anzi scherzandoci sopra, creando professionisti che continueranno a perpetuare la violenza. Non solo. Come RadioEco, vi abbiamo mandato una mail tramite l’Università per cercare nuov* iscritt*: la nostra richiesta di usare asterisco o schwa ci è stata negata, preferendo il convenzionale e non inclusivo “studenti e studentesse”.
Impariamo a riconoscere e decostruire le violenze del sistema, attorno a noi tutti i giorni, per rendere il mondo un posto più inclusivo per tutt*!
Grazie all’assemblea di genere GenLab per aver condiviso riflessioni e dati.

Autrice : Alessandra Pafumi
Studentessa di biologia marina nata nel 1997, figlia delle stelle (marine).
Gioca a fare la blogger e la speaker per RadioEco dal 2019.
Conduce Disconnected con Giulia Greco .