Filosofia e Coronavirus: cosa possiamo imparare dai grandi filosofi

“La salute ci consente di godere la vita, la malattia di comprenderne meglio il significato”

Emanuela Breda

Tutti in casa tra serie tv e film, ma anche libri e articoli online che possono aiutarci a passare meglio la quarantena.

La filosofia ci può però venire incontro e aiutarci a capire meglio il mondo in cui siamo immersi e quello nuovo in cui affioreremo appena sarà finita la tempesta. Questo articolo sintetizza i pensieri filosofici sul Covid-19 espressi da alcuni dei più grandi pensatori del nostro tempo, confermando la filosofia come salvagente per l’uomo in ogni situazione.

LA SCALTREZZA DEL CORONAVIRUS – Marco Senaldi

Sulle pagine virtuali di ArTribune, il filosofo di storia dell’arte contemporanea Marco Senaldi definisce il Covid-19 come un virus competente, non solo nel senso che la sa lunga ma “nel significato che ci compete, sta all’altezza dei nostri tempi e ci costringe a ridisegnare il nostro modo fi concepire tempo e spazio”. E’ inutile paragonarlo alla guerra o a gravi pestilenze passate ma occorre vederlo sotto la luce della modernità tecnologica in cui viviamo, instabile, variabile e subdola. Dice ancora Senaldi: “Il virus si è dimostrato più astuto di fronte all’intelligenza e più irrazionale della ragionevolezza dell’uomo contemporaneo. Un virus democratico che è logico effetto della globalizzazione”.

STIAMO CAMBIANDO EPOCA – La filosofia di Jacques Le Goff

Lo storico francese Jacques Le Goff sulle pagine de Il Figaro parla del cambiamento epocale che stiamo vivendo col coronavirus che si infiltrato nei nostri rapporti sociali. “Sono i punti di riferimento familiari e il nostro mondo che vacillano – scrive Le Goff – soprattutto perchè si credeva che le epidemie fossero ormai dietro di noi. Abbiamo visto arrivare la pandemia senza crederci veramente e oggi ciò che ci sembrava “naturale” cessa di essere tale. Questo periodo può essere l’occasione per tornare all’essenziale e per provare a capire le sfide del nostro tempo”. Le Goff si pone la domanda se riusciremo a pensarci uniti e solidali davanti alla sfida del secolo. Interessante è la presa di coscienza di essere un “popolo adolescente”: “L’adolescenza è l’età della rivolta contro le autorità e della trasgressione contro i divieti imposti ed è questo il nuovo modo di comportamento sociale”. Sull’attualità politica: “Le democrazie moderne sono di fronte a una sfida senza precedenti ma al tempo stesso la politica può ritrovare la propria dignità e la propria credibilità“.

Filosofia & coronavirus

IL CORONAVIRUS E IL NUOVO SENSO DI MORTE – La filosofia di Galimberti

Non bisogna dimenticarci gli effetti che questa situazione di reclusione ci sta causando a livello psicologico. Il professore di sociologia, psicanalisi e filosofia Umberto Galimberti commenta sul Corriere della Sera – Veneto la processione dei feretri di Bergamo di qualche settimana fa: “La riflessione che dobbiamo farci è: perché noi siamo ancora vivi? Ce lo si chiede per il solo fatto che molta gente è morta perché gli ospedali non hanno potuto accogliere tutti. Ma perché non abbiamo pensato a tutto questo quando riducevamo i finanziamenti alla sanità pubblica?”. Il trasporto dei corpi di notte è stato un errore, secondo Galimberti, per il fatto che non ci abitua a vedere e vivere la morte, secondo i dogmi culturali della società occidentale. “Ormai non sappiamo nemmeno quali parole utilizzare per descrivere la fine per via della rimozione collettiva della morte che il mito americano della giovinezza e dell’eterna salute è sempre stato capace di sotterrare”. Conclude Galimberti: “Non so se c’è una correlazione causa-effetto tra natura ammalata e virus, però abbiamo veramente ridotto la Terra a un luogo invivibile“.

POLEMICHE DA PANDEMIA – La filosofia di Paolo Becchi

Decisamente fuori dal coro, il filosofo Paolo Becchi in un articolo su Libero, ha parlato del diritto del coronavirus a esistere pari a quello di ogni altra creatura vivente. Passaggio molto contestato questo: “Perché proprio noi dovremmo vivere e non invece il virus? Se è la tutela della vita biologicamente intesa il bene ‘primario’ che va difeso e tutelato in modo assoluto, allora non andrebbe tutelata anche la vita del virus?“. Posizione altrettanto discussa quella del celebre pensatore Giorgio Agamben che sul suo blog personale ha scritto vivacemente: “Siamo in uno stato d’emergenza permanente che non avrà scrupoli a insediarsi nelle nostre vite in nome della sicurezza col beneplacito di tutti. Dopo il terrorismo è il momento della pandemia per creare quel clima di panico utile al potere per rassicurare i cittadini”. Sotto accusa la definizione di “inventato dai media guidati dal potere” dato al Covid prima che esplodesse in Italia. Provocatorio il pensiero dello sloveno Slavoj Zizek che nell’e-book dal titolo Virus scrive che “Isolarsi ed evitare contatti umani è la nuova forma di solidarietà. Vedo difficoltosa la convivenza dello Stato forte con i principi di libertà delle democrazie occidentali. Serviranno misure comuniste per paesi abituati al liberalismo“.

UN VIRUS “COMUNISTA” – La filosofia di Fusaro

Il giovane filosofo Diego Fusaro in una puntata su RadioRadio disegna una situazione che manifesta il crollo delle certezze e delle leggi del neoliberismo. “La vera medicina che ci sta salvando è l’esistenza di organismi statali e pubblici che non sono stati del tutto smantellati dalla filosofia capitalista che vuole la privatizzazione su tutto. E’ bastato un microscopico virus per smascherare il castello di carte che la politica occidentale ha sempre cercato di far risultare come unica giusta al mondo. Il disastro che si sta concretizzando negli Stati Uniti, patria della valorizzazione dell’iniziativa individuale a discapito del bene comune, rivela tutto questo”. Continua il professore: “E’ paradossale ricevere aiuti sostanziosi da paesi da sempre visti come “canaglie” dell’America come i comunisti Cina, Cuba e Venezuela che, contro ogni previsione, hanno dato riposte più concrete ed efficienti rispetto agli alleati storici, riscoperti deboli e impreparati. Il sentimento di spaesamento che ci attraversa in questa brutta storia è dettato dalla caduta degli ideali del capitalismo come il consumismo frenetico (ora impossibile) e la piena mobilità (oggi negata).”

UN MONDO CONGELATO DAL VIRUS – La filosofia di Giulietto Chiesa

Chi vede perfettamente la nuova epoca che sta arrivando è il giornalista Giulietto Chiesa che in un’intervista sul blog Byoblu, afferma che” Il banco è saltato! La tanto criticata ma accettata situazione fino ad ora vissuta non esiste più. Siamo in un mondo interrotto, in una democrazia sospesa. Occorrerà riorganizzarsi per difenderci dall’ondata che ci sommergerà a quarantena finita ma per prima cosa bisognerà migliorare la comunicazione al popolo o ci troveremo improvvisamente indifesi in una situazione in cui non potremo agire”. Non è più ottimista il noto filosofo ed ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari che (a Il Tempo) si dice stufo della retorica dei balconi e del nazionalismo facile: “Non usciremo da questa pandemia migliori o peggiori ma semplicemente più stanchi e più poveri. Tanti sperano di poter riprendere le loro attività o addirittura che il mondo sarà un luogo più bello e più pulito ma le contraddizioni che ci portiamo dietro da anni non si risolveranno in tre mesi di quarantena”.

COSA SUCCEDERÀ DOPO? – La filosofia di Andrea Pezzi

Uno sguardo sul futuro ci viene fornito da Andrea Pezzi che, sulla pagina Cultura del Corriere della Sera, ci offre uno spaccato della nuova generazione X che si troverà davanti un mondo da ricostruire. ” Il mondo che vivremo, alla fine di questa esperienza, sarà quello che era riservato ai nostri figli”. Pezzi vede nella precipitosa evoluzione tecnologica di queste settimane il nascere di un futuro segnato dal controllo e dalla preoccupazione: “Gli algoritmi dei programmi di sorveglianza anti-contagio saranno a breve in grado non solo di analizzare i nostri spostamenti e le nostre parole, ma potranno incrociare tutto questo con le emozioni che questi eventi producono dentro di noi. La tecnologia è dentro di noi come e forse più di un virus“. Allusione anche al fenomeno delle fake news: “Più censura delle bugie, più necessità di trovarle e fuggire la verità. Le nostre società dovrebbero ricostruire un rapporto fiduciario tra il cittadino, la scienza e le informazioni ufficiali“.

“Sembra che la natura sia in grado di darci solo malattie piuttosto brevi – la medicina ha inventato l’arte di prolungarle.”

Marcel Proust
Filosofia & coronavirus

COMMENTO PERSONALE DI CHIUSURA:

La cristallizzazione della frenesia della vita quotidiana che non permette più di auto-evitarci ci fa vivere nel silenzio interiore e nella riflessione continua obbligandoci a pensare e a ripensarci come individui nel mondo e rispetto al mondo. Ci stiamo osservando allo specchio e stiamo scoprendo fino a quanto riusciamo a resistere in una situazione di difficoltà, chi e cosa siamo, iniziando a conoscere anche i nostri conviventi (familiari o sentimentali) senza la mediazione dell’impegno fuori, utile per creare un’alternanza sociale necessaria ma ad oggi impossibile. Nel bel mezzo della crisi inoltre abbiamo acquisito almeno una certezza: nessuno si salva da solo. Per la prima volta dopo tanti anni, con certezze e credi sulla modernità piuttosto deludenti e con un’evoluzione totale che sembrava proiettarci anni luce lontani da problemi del genere, siamo costretti a guardarci indietro e a scoprirci dolorosamente umani. Non solo: finalmente non stiamo facendo qualcosa solo per il nostro interesse ma anche per la collettività, uniti volente o nolente per una stessa causa; certo, le multe salate e la paura del contagio sono ottimi sistemi persuasivi per evitare di agire in modo diverso, ma è innegabile lo sforzo collettivo a cui siamo sottoposti e al quale non ci stancheremo di far ricorso quando finalmente usciremo dal portone di casa.

Autore: Tommaso Lucchesi

Amante di un pò di tutto, dal cinema all’arte, dallo sport alla musica. Dopo essere diventato “comunicatore” a Pisa tento la strada dello Storico a Firenze. A RadioEco dal 2019.

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