Durerà fino al primo settembre l’imperdibile mostra “Hitchcock nei film della Universal” curata da Gianni Canova, un itinerario alla scoperta del genio dietro a capolavori come “La finestra sul cortile o “Psycho”. Il tutto a pochi metri da casa: la mostra è al Museo della Grafica a Pisa. Tanto siamo sicuri che vi avevamo convinto a comprare il biglietto già alla voce “Hitchcock”. Qui la nostra recensione.
Fai il biglietto, sali pochi scalini ed eccola lì, quella silhouette inconfondibile e riconoscibile tra mille: quante volte l’abbiamo vista comparire accompagnata da quel motivetto unico e attribuibile solo a lui: Alfred Hitchcock. Seguire la sua ombra lungo il percorso è come seguire una guida preparata in un itinerario della memoria e della visione. Film divorati, dvd o VHS segnati dal tempo e dalle continue re-visioni, dialoghi che sai a memoria e poi loro, i McGuffin, dettagli di ogetti distintivi capaci nella loro piccolezza e anonimato a segnare il destino dei protagonisti. Alfred Hitchcock è un po’ come il Papa, o la Regina Elisabetta: tutti sanno chi è, merito anche del suo essere stato un bravo comunicatore, ma soprattutto creatore di pietre miliari nel tempio del cinema mondiale. Ancor prima del suo nome e dei suoi film, ad accogliere il visitatore al Museo della Grafica di Pisa, certificando la qualità della mostra che si apprestano a visitare, è la silhouette del suo protagonista. Curata da Gianni Canova la mostra si focalizza sull’analisi dei film diretti dal maestro del brivido per la Universal Pictures; un viaggio a tappe in cui a poster e foto di scena si affiancano diversi filmati (uno per ogni film trattato) durante i quali lo stesso Canova indaga la pellicola trattata e fornisce curiosità con competenza e precisione. Chiuso in un semicerchio, struttura fissa all’interno del primo piano del museo della grafica ma che in questo contesto sembra ricordare l’Albert Hall di L’uomo che sapeva troppo, ci accoglie proprio Canova. Si tratta di un primo passaggio impossibile da ignorare; la voce del critico è un canto di sirena che attira il visitatore rivelandogli i segreti più o meno nascosti dietro il successo di un autore cinematografico come Alfred Hitchcock e la sua inedita e unica capacità di rendere l’individuo borghese un mostro.
Da qui in avanti si segue un percorso à rebours, dove, partendo dai cenni biografici del regista, si risale opere magne come La finestra sul cortile, La donna che visse due volte, Psycho e Gli uccelli. Unico – grande – problema: la sovrapposizione audio dei filmati. Manca tra di essi il giusto intervallo che avrebbe altrimenti permesso di godersi la visione di uno senza essere disturbato dall’audio dell’altro. Un problema sicuramente derivante dallo spazio alquanto esiguo destinato alla mostra (per un evento del genere forse un solo piano è troppo poco) che purtroppo influenza negativamente sulla piena gratificazione dell’evento. Un altro limite riguarda la quantità di materiale esposto; per chi conosce ogni singolo frame dei film di Hitchcock, o abbia divorato ogni singolo testo e analisi per soddisfare una curiosità – o mera passione – bulimica pronta a rinnovarsi e mai appagarsi, le foto mostrate e le informazioni scritte non riescono a lasciare a bocca aperta lo spettatore più informato. Le fotografie appese sono suggestive, curiose, ma per questi collezionisti di memorabilia visive di stampo hitchcockiano oltre che a essere più che conosciute, risultano a tratti insoddisfacenti. Avrebbe giovato magri un oggetto, o un qualsiasi elemento che esulasse dalla semplice stampa a riscattare questa fervida e continua curiosità nei confronti del regista, senza per questo cadere nello scontato o nel temutissimo “già visto”. A risollevare il tutto ci pensa comunque Canova i cui interventi video riescono a colmare le eventuali lacune di una mostra altrimenti non completamente appagante (ma non per questo deludente). Altra nota positiva il piccolo spazio dedicato ai cammei del maestro del brivido; un marchio di fabbrica che continua ad appassionare ogni tipo di spettatore, da quello navigato a quello più “neofita”.
Se invece siete tra coloro che hanno da poco imparato a conoscere l’arte del genio hitchcockiano questa mostra fa al caso vostro. Pur non analizzando tutte le opere firmate Hitchcock, ma limitandosi a quelle uscite dalla fucina della Universal Pictures (e anche in questo caso sarebbe stato carino un approfondimento su L’uomo che sapeva troppo e Sabotatori, uno dei film più ingiustamente sottovalutati del maestro del brivido) nel suo percorso cronologico, la mostra si presenta come un viaggio di iniziazione per ampliare – o approfondire – un mondo in cui il normale diventa portatore di ansie e timori atavici. Sebbene presenti qualche difetto, “Hitchcock nei film della Universal” è un appuntamento a cui è impossibile mancare. Per Cinefili e non.
Il Museo della Grafica (Palazzo Lanfranchi) si trova su Lungarno Galileo al numero 9.
Orari della mostra:
Lunedì – domenica: 09.00 – 20.00
Biglietti
Intero: € 9,00
Ridotto: € 7,00
Elisa Torsiello per Radioeco