Questo giovedì si esce leggermente dal seminato di Demography per ampliare sempre di più il bagaglio di suoni. Facciamo una rapida, e forse anche troppo veloce, carrellata di alcuni dei gioielli che il jazz nostrano e non ci ha regalato in questo anno: Petrella , Scardino, Hobby Horse e tanti altri suoni.
Iniziamo con un trio di capacità eccellenti e indiscutibili, quello formato Andrew Cyrille, Bill Frisell e Wadada Leo Smith, che ha dato alla luce per la ECM il disco dal nome Lebroda. Il nome dell’album altro non è che l’unione delle prime lettere delle città di appartenenza dei tre musicisti: una chitarra da Baltimora, una batteria da Brooklyn ed una tromba da Lelan. Il risultato è a dir poco magico, etereo ed inafferrabile, con i suoni inequivocabili dei tre mostri sacri. Fra tutti i brani spicca la suite in omaggio a Alice Coltrane da 17 minuti ed oltre. Qui proponiamo invece la title track
Successivamente passiamo ad uno che sta letteralmente cambiando la scena inglese con la sua musica e l’etichetta di cui è capo: parliamo di Tenderlonious. Ispirato dagli spiriti di Sun Ra e Yusef Lateef, insieme alla sua 22archestra ed al suo flauto traverso, ha composto un bel disco a giugno dal titolo “The Shakedown”, da cui vi proponiamo, appunto, Yussef’s Groove.
Una nota scheggia impazzita del panorama nostrano è il trombonista Gianluca Petrella , che insieme a Davide Tomat (una delle menti dei Niagara, non uno a caso), hanno composto un viaggio tra gli esopianeti terrestri in salsa elettro-jazz. Un disco che lancia direzioni per nuovi mondi, apre ponti tra elettronica d’avanguardia e jazz, sempre ben bilanciati. Il brano proposto – Trappist E1 – è accompagnato da un video realizzato da Gabriele Ottino: un viaggio tra mondi alieni ed ambienti para-terrestri.
Altri pazzi scatenati sono Dan Kinzelman, Joe Rehmer e Stefano Tamborrino, che sotto il nome di Hobby Horse (Auand) hanno pubblicato uno dei migliori dischi di quest’anno. Il loro Helm, di cui la title track si trova in playlist, rappresenta il superamento del genere, con incursioni jazz-core, progressive, elettronica e quasi free.
Il brano successivo è un regalo che la camaleontica signora delle sei corde, Mary Halvorson, ci fa, omaggiata dalla voce di Amirtha Kidambi, tratta dal disco Code Girl. Con il tipico suono sgomitante e graffiante a cui siamo abituati, la Halvorson, accompagnata al contrabbasso da Michael Formanek ed alla tromba di Ambrose Akinmusire, ci accompagna in viaggio stratificato, con intensi momenti free e ritmiche serrate.
Tornando in Italia, forse una delle migliori sorprese di questo anno, è il mega gruppo: Zeno De Rossi, Pasquale Mirra, Filippo Vignato, Giorgio Pacorig e Hank Roberts. Il brano scelto dall’omonimo disco è “Looking for home”: viaggio tra abissi marini e cieli stellati, costruito su melodie precise ed ritmiche precise.
Fuori da questa playlist vi lasciamo all’ascolto del disco che tra pisani, sicuramente, è diffusissimo, almeno per chi ascolta il jazz in città..e siamo in tanti. Si tratta del nuovo disco di Beppe Scardino che capitana un tentetto di qualità eccezionale: Dan Kinzelman, Piero Bittolo Bon, Mirko Cisilino, Mirco Rubegni, Glauco Benedetti, Simone Graziano, Gabrio Baldacci, Gabriele Evangelista e Daniele Paoletti. Tutti nomi che a Pisa sono noti e personalmente mi mangio le mani a non essere potuto andare a sentirli al Teatro Sant’Andrea per la presentazione del disco il 12 di novembre.
Ma basta con le presentazioni. Godetevi questo disco potente, collettivo e che conferma le qualità esecutive, compositive e di arrangiatore di Beppe Scardino.