Il Giradischi: El Galactico dei Baustelle

Il 4 aprile 2025 è uscito El Galactico, il nono album in studio dei Baustelle, la band di Montepulciano che per anni ha indicato la strada dell’indie-rock in Italia. È un album per festeggiare i 25 anni dal primo disco Sussidiario illustrato della giovinezza, e che arriva due anni dopo Elvis, che sanciva il grande ritorno della band toscana. El Galactico è stato anticipato dai 3 singoli Spogliami, Una Storia e L’arte di lasciare andare che, in maniere diverse, hanno ricordato ai fan i pezzi degli anni 2000, ma mantenendo un occhio molto attento sull’attualità.

I Baustelle

2025, un grande anno per la musica alternativa

Il 2025 sembra già un anno di svolta per la musica alternativa e indipendente italiana: in quattro mesi abbiamo ascoltato il nuovo album di Lucio Corsi (abbiamo parlato qui di Volevo essere un duro), dei Coma_cose, dei Baustelle, una personalità super underground come Giuse the Lizia ha citato I Cani direttamente nel titolo del suo ultimo singolo 404 (una canzone dei Cani), che vi consigliamo molto (lo trovate qui); per non parlare di “post mortem”,  l’album a sorpresa de I Cani, uscito questo 10 aprile senza nessun annuncio o anticipazione. Oltretutto è un anno di tour per tutti gli artisti citati finora e anzi (ma questo sarà l’ultimo argomento che affronteremo con questo pezzo) i Baustelle hanno organizzato un festival indipendente di due giorni a Firenze nel week end del 2 giugno (chi sta scrivendo queste righe sarà lì carico come non mai). Ultima postilla sempre relativa alla nostra Toscana e alla musica alternativa, Vasco Brondi suonerà a Peccioli il 5 luglio (i biglietti sono qui).

Ma ora addentriamoci nell’analisi dei pezzi di questo disco.

Pesaro (Spotify Youtube)

El Galactico si apre con un topos dell’indie italiano: una canzone con un nome di città. Calcutta è il maestro di questo sport, ma in generale è una scelta molto quotata. Questa Pesaro è un inno cinico all’amore dei proverbiali giovani d’oggi, senza troppi giudizi moralistici e con un’ironia sferzante tipica della band toscana. 

Tra una citazione a Sapore di sale subito dopo aver parlato di stupro e subito prima dell’isolamento adolescenziale, ci troviamo nell’universo narrativo a cui i Baustelle ci hanno abituato per anni; la sonorità ci rimanda subito a pezzi come Milano è la metafora dell’amore, con un ritornello molto catchy e che rimane subito in testa e difficilmente se ne esce. Il mare che brucia, gli alberghi celesti, fortissime playlist/ Ecco qua lo stupro, la vita, sapore di sale/ Le zattere, i pesci, i morti di fame/ Ragazzi che fanno il nido al proprio cazzo, alla realtà/ Credendoli più grande del normale.

Spogliami (Spotify Youtube)

Il primo singolo anticipato dell’album è un inno alla estraniazione da questa società che ricorda l’isolamento di Charlie nel pezzo più famoso dei Baustelle; ovviamente parliamo di Charlie fa Surf
In questo pezzo troviamo un grande classico della scrittura di Francesco Bianconi (cantante e autore del gruppo), ovvero un ironia attraverso paragoni assurdi: Non è più il caso di farneticare/ Di usare il dopobarba e l’ironia/ Di fare confusione tra l’etica e l’ormone/ Tuttavia, è meglio il nucleare/ Dell’autofiction scritta male.
Nella chiusura del pezzo troviamo anche una dichiarazione che ha spaventato i fan, ma che è stata chiarita con l’uscita dell’album: Ragazzo intelligente, adesso ascoltami/ La mia canzone nuova è forse l’ultima/ E non è divertente.
Vedremo poi perché è stata solo una provocazione in classico stile Baustelle.

Canzone verde, amore tossico (Spotify Youtube)

Arriviamo ora a un pezzo molto elettronico che, dopo aver “criticato” la società attuale per due pezzi, se la prende con la classe dirigente fatta di anziani reazionari. Il ritornello è una delle cose più rock di quest’album, e in generale il pezzo è uno di quelli che rimangono di più. Tubi di scappamento е nostalgia/ Dandy, Vittorio Feltri, massoneria/ Tutti fino a ieri a ridere di ecologia/ Tutti, compreso i Verdi, è la democrazia.“La canzone parla di come i vecchi non abbiano saputo abdicare e trasferire ai giovani il proprio sapere. Oggi ci sono giovani senza know how che non sanno dove stanno e sono quasi peggio dei padri e dei nonni perché figli di cinismo e fatalismo” spiega Bianconi a SkyTG24.

Filosofia di Moana (Spotify Youtube)

Un attacco che sembra una reclame pubblicitaria, e anche qui la mente va a Milano è la metafora dell’amore. Questa canzone parla di Moana Pozzi, personaggio non conosciuto dalla nostra generazione e di cui vi lasciamo la pagina wikipedia per conoscerla meglio. 

Come faccio a dirti che la crema non mi piace?/ E non mi innamoro mai/ Porno è la bellezza se il degrado va veloce/ Porno, come tu la vuoi“La canzone parla di una Moana morente che si rivolge a un mondo giudicante di cui lei ha mai voluto far parte. Lei mi ha sempre molto affascinato, sin da ragazzino, al di là delle sue performance” racconta Francesco Bianconi a Billboard.

Una storia (Spotify Youtube)

Arriviamo quindi al secondo singolo che ha anticipato l’album. Una storia è tratto da una una storia di cronaca, come ha detto Bianconi sempre a Billboard. La voce di Rachele Bastreghi che accompagna in tutto il pezzo può far pensare a un urlo di liberazione della protagonista della storia, vittima di violenza fisica e di revenge porn. È un pezzo molto forte, sia per le tematiche che per l’enfasi del ritornello, sicuramente uno dei migliori dell’album. Che cosa mai diranno gli altri di me?/ Non piangeranno perché/ In questo video non c’è la prova certa di un senso/ Mi viene voglia di essere una foglia/ E dal vento farmi portare via.

L’imitazione dell’amore (Spotify Youtube)

Ecco un altro pezzo elettronico che esplode sul primo ritornello con una batteria che lo trasforma. Il pre-ritornello è molto cantato, abbandonando la sonorità elettronica per un attimo, così come l’outro.
Se inizia con una visione molto cinica della vita e dell’amore, con la già citata outro diventa un inno alla vita e al rimanere vivi: un pezzo che ha una doppia-doppia anima, sia musicale che a livello di testo, che lo rende complicato al primo ascolto ma che, quando ci si è presa un po’ di confidenza, provoca quasi dipendenza. Vorrei baciarti ora/ E non mentire più/ Volerti bene ancora/ Volerti bene e male/ Gli uomini non accettano che la vita li faccia piangere/ Crollerebbero se capissero il senso/ Vendono sabbie mobili, le promuovono/ Sul telefono costruiscono immensi pericolanti sé, eh-eh-eh.

L’arte di lasciare andare (Spotify Youtube)

Arriviamo quindi al giro di boa dell’album e all’ultimo singolo. Si apre con una chitarra che ricorda i primi lavori, ma con un’anima più pop e una scrittura più cosciente. Cosa ci infetta le arterie e ci soffoca/ Invece di farci andare a dormire?/ Cosa ci tiene in ostaggio il respiro?/ Non è l’adrenalina, no/ È un demone, non serve a niente/ L’arte di lasciar andare è meglio di scopare/ Forse il vero amore è questo volontario naufragare nella realtà. Un ritornello super rock con la voce di Bastreghi che sembra indispensabile nelle linee melodiche e che si aggiunge, anche in questo caso, alla voce di Bianconi per tutto il pezzo.“La canzone parla di lasciarsi andare all’accettazione, c’è la similitudine con le rondini che devono scegliere se migrare o se restare, sapendo che restando potrebbero morire. È una la lettura politica della migrazione, c’è l’imporsi nella nostra condizione di migranti” dice la band a SkyTG24.

Per sempre (Spotify Youtube)

Ecco il primo pezzo strumentale dell’album, che fa da seguito a la chiusa di L’arte di lasciare andare, come a fargli mutare l’anima da singolo a componente di un album. La sonorità è epica e pomposa, e ben si addice al video Youtube del singolo.

Giulia come stai (Spotify Youtube)

Dopo questa parentesi strumentale si arriva a uno dei pezzi migliori dell’album.Per capire chi è questa Giulia c’è da guardare un’intervista a FQ Magazine “rappresenta la persona che devi consolare, la persona a cui vuoi bene, che vuoi proteggere dal dolore, dalla paura del mondo. È una canzone d’amore e di conforto verso una persona che sta male.” 
È quindi un inno alla cura, al risolvere i problemi di chi vuoi bene senza contare nelle istituzioni. Dentro la pianura c’è un airone intossicato/ C’è il ministro dello Stato/ Che è un coglione e propaganda, l’odio/ Io ce la metto tutta, sto al timone/ Tengo ferme le mie vertebre.
Nel ritornello invece, sentiamo un appello a crearsi un mondo con chi si ama, senza preoccuparsi di tutto ciò che sta intorno: Buongiorno, Giulia, come stai?/ Hai pianto troppo e adesso sai/ Che mentre tutto brucia/ C’è un fiore che non muore mai/ Se il mondo se ne fotte/ Del figlio che riabbraccerai/ Ti prego, non mollare mai/ Perché la guerra è mondiale/ Ma l’estate è nostra.

Lanzarote (Spotify Youtube)

Ora troviamo il pezzo preferito contenuto in questo album di chi sta scrivendo queste righe (parere che vale quello che vale). Lanzarote è cantato quasi esclusivamente da Rachele Bastreghi, invertendo i ruoli che da 25 anni caratterizzano la musica dei Baustelle e “rilegando” Francesco Bianconi alla seconda voce. Alla mente mi torna Revolver, pezzo totalmente visionario di 20 anni fa in cui lo schema era simile (qui per ascoltarlo).
Il pre-ritornello con dei violini irresistibili e con uno stacco sul ritornello rende molto epico quest’ultimo. Il testo riflette sulla volontà di isolarsi anche quando si è in vacanza a Lanzarote, paradiso terrestre nell’arcipelago delle Isole Canarie. Io vorrei poter bestemmiare/ Per un mondo migliore/ E pеrché tu non lo senti/ Questo amore е mi pianti/ Mi ostino a pensarti/ Resto qui a mani vuote/ Mentre voi vi baciate a Lanzarote.Troviamo anche una divertentissima critica all’astensionismo elettorale nel secondo pre-ritornello Ma tu sei già in vacanza/ Scegliendo di non votare/ Facendo stravincere la Le Pen.

La nebbia (Spotify Youtube)

Il penultimo pezzo dell’album è molto più vicino al progetto da solista di Bianconi piuttosto che alla produzione dei Baustelle (infatti non troviamo Bastreghi se non marginalmente). Una ballata estremamente cinica che, se ascoltata nei momenti giusti, potrebbe anche commuovervi. Tu sei la mia vita/ Sei calata come nebbia/ Cancellando la realtà/ Che da millenni mi fa orrore/ Sei come la nebbia eccezionale/ Col pianeta che si scalda e va/ Verso la desertificazione/ Nel tuo cuore perdersi fa bene.

Non è una fine (Spotify Youtube)

Arriviamo all’ultimo pezzo del disco, nonché secondo brano strumentale. Anche in questo caso, riprende la chiusura del pezzo precedente. Ma la vera forza sta nel titolo: se in Spogliami non si escludeva una possibile uscita di scena del gruppo toscano, Non è una fine conferma che possiamo ancora passare notti tranquille che i Baustelle staranno ancora vicino a noi.

Festival e tour: Non è una fine

Infatti, oltre ad aver annunciato un tour per l’uscita dell’album, i Baustelle hanno organizzato il El Galactico Festival “oltre all’iconica formazione che si esibirà insieme ad ospiti a sorpresa con una scaletta unica e irripetibile per ciascuna giornata, l’1 giugno saliranno sul palco del festival Emma Nolde, i Neoprimitivi, Matteo Bordone & Daniela Collu con un podcast live e infine Pierpaolo De Sanctis (Four Flies Records DJ Set). Il 2 giugno invece gli artisti presenti saranno Marta Del Grandi, i Delicatoni, Stefano Nazzi con una speciale puntata di Indagini e BASSOLINO per il Dj Set. Il palinsesto è stato pensato per respirare l’essenza del gruppo.” si legge sul sito dell’organizzatore. Chi sta scrivendo ha già i suoi biglietti e li tiene stretti a sé. Il consiglio che vi diamo è di cercare di accaparrarvi gli ultimi rimasti qui. Se proprio il weekend del 2 giugno volete festeggiare la Repubblica Italiana (desiderio comprensibile) oppure siete impegnati, vi segnaliamo che i Baustelle sono in tour sia nei palazzetti sia in concerti estivi. I biglietti li trovate qui.

Programma de “El Galactico Festival”

Conclusioni e consigli

Tiriamo le somme di questo El Galactico. Sinceramente, non riesco a pensare a molte band che in 25 anni di carriera si sono evolute così tanto, toccato e mischiato così tante sonorità diverse, collaborato con così tante personalità del panorama musicale italiano senza svendersi (mi piace sempre citare il duetto a SanRemo 2023 coi Coma_cose) e arrivare a pubblicare un album sì complesso ma anche pop e accessibile a tutte le orecchie come è El Galactico. Il nostro consiglio è, chiaramente, se non l’avete ancora fatto, di ascoltarvi questo disco e, se il nome dei Baustelle vi è risuonato nuovo, di ascoltarvi la loro discografia (consigliamo La Malavita, Amen e Elvis).

Baustelle e Coma_cose a SanRemo 2023

Sperando che questa lettura vi abbia dato tanti nuovi spunti, vi auguriamo una buona giornata e vi ricordiamo di scriverci per qualsiasi cosa.

L’autore

Vasco Calabrese

Studente di Beni Culturali di giorno e intellettuale maledetto di notte. Mi piace andare al cinema, leggere, andare ai musei e le solite cose. Nel tempo libero gioco (male) a scacchi ed esprimo le mie opinioni spesso non richieste. Cerco di approfondire quello che guardo e che leggo al massimo delle mie possibilità, ma probabilmente se siete in disaccordo con me avete ragione voi. Qui trovate l’ultimo articolo che ho scritto.

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