Cinemino? – La saga degli X-Men 25 anni dopo

Sono passati 25 anni dall’uscita in sala del primo storico film sugli X-Men, diretto da Bryan Singer e che sconvolse il mercato dei cinecomic. È forse uno dei migliori film della saga e uno dei migliori cinefumetti che mi sia mai capitato di vedere, e ancora oggi rimane un unicum del genere. È, in primis, un film corale che presenta numerosi personaggi principali, i quali collaborano tra loro senza che nessuno prevalga sugli altri. In secondo luogo, è uno dei film che affronta il tema della diversità e delle sue conseguenze sociali in modo particolarmente efficace.

Sebbene molti dei capitoli successivi della saga mostrino una diminuzione della qualità, soprattutto dopo l’uscita di Singer dalla regia, ci sono comunque numerosi picchi positivi che potrebbero persino superare il primo film. In cima alla classifica troviamo sicuramente X-Men 2 e X-Men – Giorni di un futuro passato. Al contrario, in fondo alla lista si collocano senza dubbio i due prequel su Wolverine, X-Men – Apocalisse e X-Men – Dark Phoenix. Nonostante queste oscillazioni di qualità, vale la pena oggi recuperare l’intera saga? Proviamo a rispondere.

X-Men 2 (2003)
X-Men – Giorni di un futuro passato (2014)
X-Men – Dark Phoenix (2019)

Prima un po’ di contesto

Il perno attorno al quale ruota la maggior parte della storia del gruppo dei supereroi mutanti è la dicotomia Xavier-Magneto: il primo è un filantropo che, grazie alle sue abilità telepatiche, è considerato uno dei mutanti più potenti, al pari di Magneto e Fenice. Inoltre, la sua notevole condizione economica gli ha permesso di fondare una scuola dedicata al supporto e alla formazione dei mutanti; Magneto è un personaggio di origine tedesca, proveniente da una famiglia ebrea, che ha vissuto in prima persona il dramma della Shoah. Possiede l’abilità di generare campi magnetici, permettendogli di controllare vari tipi di metalli. Questa esperienza di morte e distruzione ha profondamente influenzato la sua visione dell’umanità, portandolo a perdere la fiducia nei confronti degli esseri umani. Inoltre, la persecuzione che subirà a causa della sua condizione di mutante, accentua ulteriormente il suo scetticismo nei confronti dei non-mutanti. I due sono quindi due personaggi opposti, ed è quasi impossibile fare il tifo per uno o per l’altro durante tutto il film: la loro condizione di persecuzione costante porta noi spettatori a giustificare quasi ogni loro scelta o affermazione. La domanda che ci si pone guardando i film, riflettendo sui due protagonisti (chiamiamoli così per comodità) e sulle due fazioni che si formano al loro seguito e sulla base delle loro idee, è: È preferibile una guerra giusta, che scaturisce dalla necessità di autodeterminazione di un gruppo, sebbene comporti inevitabilmente morte e distruzione, oppure è più auspicabile una pace ingiusta, caratterizzata da una coabitazione forzata che, pur essendo pacifica, costringe un gruppo a sottomettersi a un altro? Questa è una questione che richiederebbe l’analisi di storici, filosofi e diplomatici, ma tenterò di affrontarla personalmente.

Patrick Stewart e Ian McKellen
Michael Fassbender e James McAvoy

I temi degli X-Men

La saga degli X-Men si distingue dalle tradizionali narrazioni supereroistiche. A differenza di Superman, dove risulta difficile simpatizzare con Lex Luthor, o di Spiderman e Batman, dove i villain come Octopus e Pinguino non suscitano empatia, la narrazione dei mutanti offre una comprensione più profonda dei personaggi. Possiamo analizzare le motivazioni e i drammi personali di figure come Charles Xavier, il cui ottimismo contrasta con la rabbia di Magneto. La condizione umana è influenzata da fattori storico-culturali, e questo ci permette di comprendere le azioni di Magneto, sia nel suo desiderio di trasformare tutti gli uomini in mutanti, sia nella sua reazione violenta contro coloro che cercano di curare il gene mutante. Allo stesso modo, sappiamo che l’approccio filantropico di Xavier deriva dalla sua capacità di leggere il pensiero e di entrare nei panni degli altri (possiamo definire il suo potere il grado massimo dell’empatia). E così ci è chiara la rabbia di Fenice per non riuscire a controllare sé stessa e, in questo modo, far male alle persone che ama. I mutanti sono umani, gli umani non sono mutanti. Ma, comunque, capiamo la reazione degli umani che hanno paura dei mutanti: se guardando il primo film della saga sostituite la parola “mutanti” con immigrati, messicani o comunisti, avrete una trasposizione cinematografica di un discorso di Donald Trump, attuale presidente americano. E non sto per nulla esagerando.

Jean Grey/Fenice visibilmente arrabbiata in X-Men – Conflitto finale (2006)
Il Senatore Kelly, sostenitore delle politiche anti-mutanti in X-Men (2000)

La diversità è, dunque, il grande tema della saga. “Quando ero bambino la diversità era debolezza” canta Marracash nel primo pezzo dell’album La pace è finita. Gli umani nel mondo dei mutanti, invece, direbbero “La diversità è pericolo”; lo si sente chiaramente nel discorso dell’incipit pronunciato dal senatore Kelly. Poi la posizione cambia in “La diversità è un problema” e, infine, in “La diversità può e deve essere estirpata”, quando riescono a sviluppare un siero capace di “curare” la mutazione genetica che dona i poteri ai mutanti. Una delle scene più potenti della saga è quella del terzo capitolo in cui Angelo, ancora adolescente, scopre che gli stanno spuntando delle ali e, spaventato, tenta di segarsele e limarle, infliggendosi ferite profondissime. Ci sono davvero poche scene che catturano così efficacemente la paura della diversità. Propongo un esercizio di immaginazione: sostituendo le ali con brufoli o denti storti, possiamo immaginare come Angelo, temendo di parlarne con i genitori e temendo altrettanto il giudizio dei coetanei, cercherebbe di risolvere la situazione da solo in bagno, generando più drammi che soluzioni. La scena in cui Angelo sceglie di sottrarsi alla cura, che lo trasformerebbe in un essere umano come gli altri, rappresenta un inno alla diversità e all’orgoglio di essa. Avere caratteristiche particolari o uniche è motivo di vanto, non di vergogna. Allo stesso modo, comprendiamo le ragioni per cui Rogue decide di rinunciare al suo potere, che la isola dai suoi coetanei e le impedisce di avere contatti fisici con chiunque. Non possiamo in alcun modo giudicare la sua scelta, poiché non abbiamo idea di come possa sentirsi.

Angelo che si libera dalla cura in X-Men – Conflitto finale (2006)
Rogue

La timeline

Questa saga, a differenza di molte altre, si sviluppa su diversi piani temporali. Il nucleo centrale è costituito dai film X-Men, X-Men 2 e X-Men – Conflitto finale, seguiti dal prequel X-Men – L’inizio. Tra le opere più significative del genere cinecomic troviamo X-Men – Giorni di un futuro passato, il cui titolo complesso riflette la intricata trama. In questo film, ci viene presentato un futuro distopico e catastrofico, (ora anch’esso passato, poiché ambientato nel 2023). La mutante Kitty Pryde invia Wolverine indietro nel tempo per risolvere i problemi che hanno portato alla distruzione del mondo. La pellicola riunisce sia i personaggi principali della saga principale che quelli dei prequel, mettendo a confronto i quattro attori di spicco che hanno interpretato Xavier e Magneto: Patrick Stewart, James McAvoy, Ian McKellen e Michael Fassbender. Da questo viaggio nel tempo emerge una nuova linea temporale, rappresentata da X-Men – Apocalisse e X-Men – Dark Phoenix. Queste due opere non riescono a reggere il confronto con i film precedenti, così come i due prequel su Wolverine, X-Men le origini – Wolverine e Wolverine – L’immortale, che risultano troppo superficiali e privi dell’epicità e dell’impegno che caratterizzavano i primi film. Un occhio attento (ma neanche troppo) noterà che c’è un rapporto costante tra la presenza di Singer alla regia e l’effettiva qualità del film (fa eccezione Apocalisse, progetto molto ambizioso ma probabilmente gestito con troppa superficialità); le prime pellicole furono realizzate in un periodo in cui i cinefumetti esistevano, ma non avevano ancora saturato il mercato, risultando così fresche e innovative. Al contrario, i capitoli successivi si integrano nel filone dei cinecomic come MCU e DCEU, uniformandosi a essi e perdendo la freschezza iniziale.

L’intricata timeline dell’universo degli X-Men che include anche i film di Deadpool

Torniamo alla domanda iniziale

Non abbiamo ancora risposto alla domanda iniziale, ovvero se effettivamente nel 2025 ha ancora senso riguardare l’intera saga degli X-Men. Penso che, qualunque sia la risposta che vogliate darvi dopo questo articolo e qualsiasi sia il vostro parere sui film degli X-Men, questa sia una saga radicalmente diversa da qualunque altre e unica; e per questo penso che sia ancora oggi fondamentale guardarla e riguardarla nonostante i capitomboli, i reboot e le cose che non tornano da un film all’altro (capitolo enorme che ho deciso volontariamente di non aprire).

Piccola nota critica finale

Ciò che invece penso non fosse fondamentale è l’inserimento dei mutanti all’interno di questa bestia martoriata che è l’MCU: a partire da Deadpool & Wolverine e arrivando alla scena post-credit di The Marvels. Ma non è per la qualità dei prodotti che penso che questa fusione sia inutile se non dannosa, ma per l’ecosistema dove i mutanti verranno inseriti, formato da rapporti di forza completamente sbilanciati, nemici troppo forti che diventano troppo deboli quando non si riescono a sconfiggere, e alleanze che non hanno senso di esistere. Gli X-Men e gli altri mutanti, in questo mondo, non avranno vita facile, ma saranno solo altri numeri da aggiungere all’esercito degli Avengers quando lotteranno contro il prossimo nemico-imbattibile-ma-che-forse-ha-un-punto-debole. Perderanno quindi ogni sfumatura politica e sociale, assente nell’MCU se non in forma di buonismo e di inclusione forzata, ma che poi ha il risultato opposto. Non so in che nuovo film vedremo gli X-Men (potrei presumere nei Fantastici 4, ma farei una pura speculazione), ma so che non saranno gli X-Men. Negli ultimi giorni stanno girando dei rumors su chi potrebbe interpretarli, se vi può interessare vi lascio il link per rimanere aggiornati.

Consigli e saluti

Vi lascio i link a Spotify per ascoltare le colonne sonore di X-Men – First Class e X-Men – Giorni di un futuro passato, che reputo veramente valide.

Per non aprire il capitolo degli X-Men letterari (o meglio, fumettistici), vi rimando a un video su youtube per orientarsi a questa incredibile avventura e ai miei personali cicli fumettistici preferiti del gruppo, House of X-Powers of X, Pax Krakoa e La saga di fenice nera. Segnalo, ovviamente, anche le due serie animate X-Men e X-Men ’97, due prodotti molto diversi da quelli cinematografici ma altrettanto importanti.

Fatevi e fatemi un favore, guardate e riguardate i film degli X-Men di Singer, guardate X-Men – L’inizio, guardate Logan, guardate anche i film minori e meno riusciti, perché anche lì gli X-Men sono politica, vera inclusione, vero elogio alla libertà e alla diversità. E ricordate gli X-Men così, non come il Wolverine di Deadpool & Wolverine.

L’autore

Vasco Calabrese

Studente di Beni Culturali di giorno e intellettuale maledetto di notte. Mi piace andare al cinema, leggere, andare ai musei e le solite cose. Nel tempo libero gioco (male) a scacchi ed esprimo le mie opinioni spesso non richieste. Cerco di approfondire quello che guardo e che leggo al massimo delle mie possibilità, ma probabilmente se siete in disaccordo con me avete ragione voi. Qui trovate l’ultimo articolo che ho scritto.

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