Caffè Letterario – Lord Dunsany, il pilastro della letteratura fantasy.

lord dunsany
Edwars Plunkett alias Lord Dunsany, da Wikipedia.

Il fantasy è probabilmente uno dei generi letterari più in voga al momento. Per convezione, talvolta viene relegato alla cosiddetta “letteratura per ragazzi”; ma grandi autori come Tolkien o Lovecraft contribuiscono a dare prestigio al genere.

Grazie alla sua carica evocativa e al suo vasto immaginario, il fantasy investe anche il cinema, i videogiochi e il teatro. Pervade la nostra immaginazione fin dall’infanzia e ci fa sognare mondi sorprendenti, aiutandoci a fuggire dalla monotonia della vita adulta.

Chi era Lord Dunsany?

Un bel giorno mi venne l’idea di approfondire Lovecraft; oltre alla ben nota influenza che ebbe su di lui Edgar Allan Poe, ci dovevano essere altri autori da cui trasse ispirazione. Scoprii così di Lord Dunsany, un grande scrittore a cui i più famosi autori fantasy odierni devono molto.

Dunsany, il cui nome intero è Edward John Moreton Drax Plunkett, XVIII barone Dunsany, era un eccentrico aristocratico. Nacque nel 1878 a Londra, nonostante fosse irlandese. Ereditò il titolo di barone da sua padre a soli venti anni, età in cui decise di trasferirsi al Dunsany Castle, sontuoso castello di proprietà della sua famiglia risalente al 1180. Da buon nobile egli dedicò la sua vita a svariate arti, tra cui quella degli scacchi e persino quella della guerra. Servì infatti come ufficiale nella seconda guerra boera e partì volontario durante la Prima Guerra Mondiale. La sua più grande vocazione, tuttavia, fu la letteratura; scrisse tantissimo, arrivando a pubblicare novanta opere nel corso della sua vita.

Considerato uno dei capostipiti del fantasy, fu uno dei primi a generare un vero e proprio universo immaginario dove poté ambientare le sue svariate opere. Dunsany accompagna il lettore nelle terre fantastiche nate dalla sua inventiva, e lo porta a conoscere i suoi bizzarri abitanti. Allo stesso modo Tolkien ci porta ad esplorare con sé le Terre di Mezzo, o più recentemente George Martin ha fatto la stessa cosa con Westeros e Essos ne “Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco”.

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Illustrazione dell’artista Sidney Sime, il quale dedicò diverse illustrazioni ai racconti di Dunsany. Questa è dedicata a “How one came, as was foretold, to the City of Never”, da Flashbak.com.

La burrascosa amicizia tra Lord Dunsany e William Butler Yeats

A dirla lunga sulla singolare personalità di Dunsany è lo strano rapporto che ebbe con William Butler Yeats, noto poeta irlandese. Quest’ultimo apprezzava molto la produzione letteraria del nostro barone, tanto da curare personalmente la “Selections from the writings of Lord Dunsany”, pubblicata per The Cuala Press nel 1912.

Yeats, però, era un fervente patriota irlandese, e non poteva accettare che un suo connazionale del calibro di Dunsany non scrivesse nulla sull’Irlanda. A questa critica egli rispose con spiccata ironia, per cui vorrei citare la sua autobiografia intitolata “The Sirens Wake”:

“Yeats ha inventato la Irish Academy of Letters, da cui mi ha omesso. Di ciò non rimasi sorpreso, ma fu sorprendente il motivo per cui lo fece: era perché i miei libri non parlavano dell’Irlanda.

Ho detto a uno o due scrittori irlandesi che anche io avrei fondato la mia Accademia, un’accademia in onore degli scrittori italiani del quattordicesimo secolo. Quali autori, chiesi, potevano consigliarmi? Dante fu ovviamente proposto. “Assolutamente no,” dissi, tirandomi i capelli come fa Yeats coi suoi. “Dante non scrisse dell’Italia, ma di un posto completamente diverso. Del tutto inappropriato!”

Nonostante il battibecco, Dunsany infine scrisse un romanzo ambientato in Irlanda: “The Curse of the Wise Woman”, molto differente dagli altri a causa della limitata presenza di elementi fantasy.

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Sidney Sime, The apocalypse, da Flashbak.com.

Una piccola riflessione sul fantasy: Giorni oziosi sullo Yann

Come ho già detto, Yeats era un grande estimatore di Lord Dunsany, e le loro divergenze non gli impedirono di scrivere un’appassionata introduzione alla “Selections from the writings of Lord Dunsany”. In essa Yeats esprime il suo apprezzamento per un racconto in particolare: “Idle Days on the Yann”, in italiano “Giorni oziosi sullo Yann”. In effetti si tratta di un’opera eccezionale, che narra di un viaggio a bordo di una nave. La narrazione è in prima persona, ma il narratore non rivela mai la sua identità. La sua voce riecheggia nella nostra testa mentre leggiamo, quasi come se una voce eterea ci parlasse da un pianeta lontano. L’equipaggio della nave solca le acque del fiume Yann, visitando le numerose città insediate lungo quel formidabile corso d’acqua. Il narratore descrive finemente i luoghi che visita, tanto da trasportarci in una dimensione onirica dove tutto può esistere, persino i grifoni.

Tessendo le lodi di questo racconto, Yeats introduce un’interessante riflessione. Mette in luce un elemento fondamentale del genere fantasy di cui Dunsany ha saputo avvalersi al meglio.
Spiega che “quando giungiamo a esaminare questi prodigi che sembravano così alieni scopriamo che egli non ha fatto altro che trasfigurare in bellezza gli aspetti consueti del mondo”.

Il bello è la chiave di un buon racconto fantasy: quella bellezza che da bambini vediamo nei gesti più comuni, gli stessi che da adulti sembrano scontati e noiosi. Così gli atti quotidiani che si susseguono sulla nave che solca lo Yann diventano carichi di significato, perché cagionano sentimenti irripetibili. E’ una sensazione simile a quando si è bambini e ci si trova in un posto nuovo, sconosciuto e affollato, ma ci sentiamo al sicuro perché procediamo stringendo la mano di qualcuno a noi caro.

Ad avvalorare la mia tesi vorrei riportare una strofa della poesia che Lovecraft dedicò agli scritti di Lord Dunsany, dal titolo “On reading Lord Dunsany’s Book of Wonder”:

“But still the magic volume holds
The raptur’d eye in realms apart,
And fulgent sorcery enfolds
The willing mind and eager heart.”

In italiano:
“Ma il magico volume detiene ancora
L’occhio rapito in regni lontani
E la fulgente stregoneria avvolge
La volontà della mente e la brama del cuore”.

AUTORE: PAOLO BIANCHI

Sono uno studente di Lingue, Letterature e Filologie Euro-Americane. Tutte le traduzioni dall’inglese presenti in questo articolo sono fatte da me. Amo la letteratura e scrivo molto, in particolare mi dedico alla poesia. Se vi va qui potete leggere le mie poesie. Faccio parte del Collettivo Power Napp con cui ho pubblicato alcune opere in collaborazione con gli altri artisti del collettivo. Qui potete trovare il mio primo articolo, dedicato a Dark Souls.

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