
“E’ un bene avere una bussola in tasca, meglio ancora se la sai usare, ma che cosa ne fai di una bussola se non ci sono più i punti cardinali?”
Che cosa rimane di un’intera generazione? Che effetto ha il tempo su chi amiamo? Cosa possiamo davvero definire famiglia? Questi sono solo alcuni dei temi ai quali Jón Kalman Stefánsson cerca di rispondere nel suo Crepitio di stelle.
Ma che cosa racconta questo libro? Stefánsson ci propone una storia familiare, anzi, un romanzo generazionale. La storia ci viene raccontata per lo più da un bambino di Reykjavík il quale, attraverso i suoi occhi, racconta le vicende dei bisnonni, nonni e genitori attingendo ai suoi ricordi e a quelli dei parenti. Si intrecciano, così, le vite di quattro generazioni che vengono ripercorse fin negli angoli più bui di ogni famiglia. Nessuna epicità, nessun eroe o personaggio virtuoso: qui si racconta di vite comuni con i loro alti e bassi, faticose e a tratti drammatiche. Sulla trama è meglio fermarsi qui, i libri sono da scoprire…
Quali sono i punti di forza di Crepitio di stelle? La bellezza di questo di libro è data dalla destrezza di Stefánsson nella costruzione di immagini e una spiccata capacità interpretativa. L’immagine della vita che l’autore offre è quella di un bambino di sette anni che interpreta il mondo con i pochi strumenti che ha, che affronta le difficoltà aggrappandosi alla fantasia e che, la maggior parte delle volte, non può comprendere i problemi degli adulti che lo circondano. La realtà che ci viene presentata è un puzzle di immagini elaborate dal piccolo protagonista senza nome. Si tratta di personaggi dei quali possiamo percepire il calore e le fragilità grazie ai cenni che sapientemente Stefánsson porge al lettore come indizi per immaginare un quadro più complesso, che si racconta pur rimanendo muto. Evidente è anche l’amore di Stefánsson per la sua patria, l’Islanda, che sa essere madre e matrigna, della quale restituisce un ritratto di colori e sfumature sublimi che rendono questo ambiente capace di rappresentare atmosfere uniche, al limite con l’onirico: ogni luogo ha una propria luce e un proprio significato che riescono a trovare spazio nella storia accentuandone la potenza e il carattere universale, mettendo l’uomo davanti a temi universali come il senso dell’esistenza, l’amore e l’identità.
Chi è Jón Kalman Stefánsson? Nato a Reykjavík il 17 dicembre 1963, Jón Kalman Stefánsson, si forma all’Università d’Islanda lavorando prima come insegnante e, successivamente, come bibliotecario. Nel 2003 pubblica Crepitio di stelle, il suo primo romanzo, arrivato in Italia soltanto nel 2020. Da qui seguiranno una serie di opere tra cui Luce d’estate: ed è subito notte, grazie al quale vincerà il Premio Letterario Islandese, Paradiso e Inferno, finalista al Premio Internazionale Bottari Lattes Grinzane e I pesci non hanno le gambe, candidato al Man Booker Iternational Prize. Ad oggi la sua intera bibliografia, comprendente narrativa e poesia, è edita presso Iperborea. Nel 2017 è candidato al Premio Nobel per la letteratura, consacrandolo come uno degli autori più apprezzati dell’Islanda.
Dedicato a Renato Tonelli, un grande libraio.

Mi chiamo Francesca e studio Lettere Moderne, amo il gotico, Cesare Pavese e tutto ciò che è letteratura, specialmente i classici. Mi trovate anche su Instagram come: francesca.https
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