Caffè letterario: I potenti volantini della Rosa Bianca

sophie school della Rosa Bianca scrive Freiheit

Esattamente ottantadue anni fa, il 22 febbraio 1943, a Monaco, i fratelli Sophie e Hans Scholl, furono giustiziati per ordine di un tribunale nazista.
Cosa hanno fatto due giovani appena ventenni per meritare la pena di morte?
Sophie e Hans erano i membri più celebri della Rosa Bianca, un gruppo di studenti e professori universitari che, distribuendo volantini contro il regime, riuscì a spaventare i nazisti.

La storia della Rosa Bianca

Busto di Sophie Scholl
Fonte flickr.com, autore Alex JD.

I membri della Rosa Bianca assistevano direttamente agli effetti del conflitto e periodicamente venivano chiamati per prestare servizio militare, rallentando così i loro percorsi di studio. Consapevoli della grande crisi che stava vivendo la Germania, per cercare di smuovere l’opinione pubblica, alcuni studenti e professori dell’università di Monaco decisero, perciò, di mobilitarsi contro il nazismo. Per farlo, il gruppo iniziò a diffondere il suo messaggio grazie al volantinaggio, sia per strada sia tramite l’invio di lettere anonime a indirizzi casuali.

Il nome scelto “Rosa Bianca” si rivelò, purtroppo, tragicamente premonitore. Infatti, deriva da una leggenda che racconta di un monaco che trovò una rosa bianca sulla sua sedia tre giorni prima di morire, simbolo del rischio che i membri del gruppo correvano quotidianamente. Infatti, i fratelli Hans e il loro amico Christoph Probst vennero arrestati in flagranza e il 22 febbraio furono ghigliottinati. Gli altri membri e persone a loro vicine furono successivamente arrestati e molti di loro morirono prima della fine della guerra. Tra i coinvolti ci fu anche il filosofo Carl Muth, editore di una rivista cattolica soppressa dal regime. Egli diede un grande contributo alla formazione intellettuale del gruppo, in quanto i fratelli Scholl, spesso ospiti a casa sua, potevano accedere alla sua biblioteca personale e condividere le sue idee con i colleghi.

Il linguaggio e lo stile

Criticare senza timore

Una fine orrenda è sempre meglio di un orrore senza fine.

I toni usati dalla Rosa Bianca nei confronti del regime nazista sono durissimi: Hitler e la classe dirigente sono descritti come ubriaconi, violenti e menzogneri. Il gruppo non adopera un linguaggio violento, bensì diretto, deciso e coraggioso; si rivolge ai tedeschi con toni patriottici. Questa scelta può sembrare strana in quanto il patriottismo è un valore fondamentale del nazismo, ma la Rosa Bianca ha a cuore le sorti della Germania e sa che il regime sta distruggendo la loro Patria. Al fine di dimostrare che la nazione è sotto il controllo di un regime totalitario, i volantini sono ricchi di citazioni di filosofi, come Aristotele, che spiegano come si forma e funziona una dittatura. Sebbene non ci siano paragoni diretti, basta una veloce lettura per notare come le descrizioni combaciano perfettamente con la Germania e l’Italia del periodo.

Smuovere le coscienze

Ma egli [il popolo] non può scagionarsi: ciascuno è colpevole, colpevole, colpevole!

La Rosa Bianca usa uno stile quasi provocatorio col fine di svegliare le coscienze di coloro che sono ancora incantati dalla retorica hitleriana, seppur parte dei tedeschi è oramai a conoscenza della situazione reale della Germania. Essi sono consci che solo se si organizza una mobilitazione popolare non violenta si potrà rovesciare il governo; l’unico modo per contrastare è la resistenza passiva, partendo dal boicottare le festività Hitleriane sino a bloccare le industrie belliche.

La retorica cristiana

[…] il cosiddetto “Stato” in cui viviamo oggi è la dittatura del Maligno.

Nei loro testi sono ricorrenti vocaboli provenienti dal lessico cristiano e in particolare il quarto volantino ricorda la predica di un sacerdote da un pulpito. La bocca di Hitler è la porta per l’inferno, il nazismo un demonio messaggero dell’anticristo. Il popolo tedesco è, invece, macchiato delle colpe e necessita di un santo che lo guidi contro il Male. L’atto di opposizione viene comparato al processo di purificazione. Dopotutto, i membri del gruppo considerano l’opposizione al regime un dovere morale. L’utilizzo del vocabolario cristiano dimostra quanto sia importante la Fede per i membri del gruppo. Quest’ ultimi, sebbene siano consapevoli che Hitler abbia modellato il cristianesimo a suo favore, grazie alla Fede, sono riusciti a riconquistare la propria individualità, cancellata dal totalitarismo.

L’eredità della Rosa Bianca

Memoriale della Rosa Bianca
Fonte flickr.com, autore Alex JD.

Non esistono prove che i loro volantini influirono sull’opinione pubblica nel ’43, ma Rosa Bianca è tuttora uno dei simboli principali della Resistenza tedesca, gli universitari ebbero il coraggio di esporsi alla Gestapo e di mettersi contro i concittadini pur di salvare la loro Patria. La storia dei membri del gruppo dimostra che anche un solo foglio può esser capace di mettere all’erta un governo violento e soppressivo.

Ulteriori informazioni

Nel dopoguerra numerose associazioni sono state ispirate da questi universitari: in Italia c’è rosabianca.org , la quale ha pubblicato i volantini sul suo sito. Per chi volesse approfondire, si consiglia la raccolta delle lettere dei fratelli Scholl su archive.org, disponibile gratuitamente in inglese.

L’immagine di copertina (fonte rosabianca.org) mostra il retro dell’atto di accusa di Sophie Scholl, su cui ella scrisse “Freiheit” ossia “Libertà”. Il busto di Sophie Scholl in foto è esposto nell’atrio dell’università di Monaco. All’esterno c’è il memoriale (terza foto) che rimanda all’arresto della giovane, la quale poco prima lanciò i volantini da una finestra dell’ateneo.

L’autore

Mi presento: sono Michele, arrivato da Torino per studiare matematica, e sono un cuoco gattaro. Non ho un mio genere letterario preferito: in biblioteca girovago tra gli scaffali e quando un libro si fa notare diventa la mia preda, ma non prima di aver consultato l’area dei Topolino.

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