Durante la terza tappa del nostro viaggio, grazie a Gianluca, ci ritroveremo quasi dall’altra parte del mondo: nel Laos.
Buongiorno Gianluca, presentati pure.
Ciao, sono Gianluca, abito a Follonica e ho 42 anni. Mi piace moltissimo viaggiare, infatti ho visitato tanti posti del mondo. Mi piace la musica, specialmente i generi country, blues, hard e heavy metal. Inoltre mi piace anche la letteratura. Il mio libro preferito è Dracula di Bram Stoker, seguito da Cuore di Tenebra di Joseph Conrad e Paura e disgusto a Las Vegas di Hunter Thompson. Guardo poca tv ma a volte vedo documentari sulla storia e sull’archeologia.
Italia-Laos: è un viaggio lungo, come ci sei arrivato in Laos dall’Italia?

Sono stato in Laos una decina di anni fa. Innanzitutto ho prenotato il volo da Roma con cambio all’aeroporto internazionale di Amman in Giordania. Da lì ho preso un volo per Bangkok. Una volta arrivato a Bangkok ho preso un treno che viaggia di notte e in 12 ore ti porta al confine con il Laos. Lì scendi dal treno e sali su un tuk tuk che ti porta al valico di frontiera dove ti possono fare il visto sul momento e poi ti fanno attraversare la frontiera e il Ponte dell’amicizia (con il bus). Questo è un ponte aperto dal governo thailandese in collaborazione con il governo laotiano. Aldilà del confine ci sono i trasporti (bus) per Vientiane (foto al lato), la capitale del Laos, che è vicinissima al confine. Anche all’interno del Laos ci si sposta prevalentemente con bus, che arrivano ovunque e forse sono anche più efficienti rispetto a quelli italiani.
Come ti sei trovato con il cibo? Ti è piaciuto?

Il cibo è ottimo, mangiano un pò di tutto. Tante persone sono buddhiste quindi a regola dovrebbero essere vegetariane ma spesso non è così. Mangiano molta carne (sia rossa che bianca), molti prodotti vegetali e zuppe (zuppa con la testa di pesce, la zuppa di serpente), insetti. Molto tipico è il tofu, il riso, pesce alla griglia, zenzero. Mangiano tantissima frutta tropicale, per esempio bevono anche il succo di cocco. Ci sono anche gli spezzatini con il bufalo d’acqua, molto buono, è tipo la “nostra” mucca. Il tutto è condito da spezie, tra le più usate troviamo il peperoncino. Io ho mangiato in ristoranti popolari. Chiaramente le differenze con i ristoranti italiani sono tantissime. Il cibo come prima cosa, poi sono ristoranti a conduzione familiare, il coperto o non si paga o si paga molto poco, ci sono meno controlli da parte delle autorità quindi anche le norme di igiene sono molto più “relative” rispetto all’Italia. Mi è capitato di vedere qualche topo che scorrazza sul retro dei ristoranti.
L’architettura laotina com’è? È diversa da quella italiana?
Il Laos è aperto da poco al mondo occidentale quindi la sua architettura è ancora abbastanza incontaminata anche se per quanto riguarda l’architettura istituzionale è molto simile a quella occidentale, ma nella sua adesione sovietica perché il Laos ha subito molte influenze dall’Unione Sovietica durante la guerra fredda, fino alla prima metà degli anni ’90. Gli edifici istituzionali sono un po’ monolitici . Invece l’architettura tradizionale è molto più “spirituale” . Possiamo vedere le pagode dai tetti molto scoscesi, tipici dell’Indocina. Lo stile architettonico dei tempi laotiani è molto tipico del Laos e si differenzia, nella struttura, dall’architettura thailandese e da quella cambogiana. Nel Laos, sulla facciata, si usa molto il timpano. All’interno del tempio c’è, invece, un largo utilizzo delle statue del Buddha . Ad esempio, in quella che era la vecchia capitale, Luang Prabang (o Louangphrabang ), una città del nord, c’è un’area con parecchi templi, e all’interno c’è un tempio molto piccolo che è pieno di statue di Buddha di tutte le misure (ci sono Buddha alti un metro e mezzo e altri alti pochi centimetri), soprattutto Buddha in piedi. Le pareti interne del tempio sono colorate di rosso, il pavimento è in mattonelle. Solitamente sullo sfondo del tempio c’è una statua del Buddha che è più grande rispetto alle altre. Nei templi più moderni ci sono statue veramente grosse, soprattutto a Vientiane (foto in basso a destra) c’è un’area sacra frequentata da monaci con monasteri intorno, e si possono vedere templi abbastanza alti con delle statue altissime di 5 o 6 metri che ritraggono il Buddha seduto , di colore oro. Come possiamo vedere a Vientiane (foto in basso a sinistra). Le statue sono molto sfarzose perché sono piene di oggettistica, di omaggi , per esempio omaggi floreali, statue più piccole e incenso. Non molto diffusa è la puja , offerta da parte dei fedeli di bevande e cibo, e simboleggia la devozione. Il cibo non può essere toccato dai fedeli perché deve essere “puro”.


Immagino che tu sia andato in Laos per vedere dei luoghi particolari. Quali sono?
La natura è di una bellezza disarmante, l’ambiente è meno contaminato rispetto all’Occidente (sia da un punto di vista naturalistico che culturale). Interessante è anche l’elemento storico-culturale-archeologico. Il Laos è una zona popolata sin dal Neolitico, forse anche da prima e quindi la cultura è antichissima e ha subito un grande incremento con l’arrivo del buddhismo, circa dal terzo secolo a.C., prima c’era lo sciamanesimo. Io nel sud del Laos non ci sono stato, ma nel Nord ho visitato un sito bellissimo: la Piana delle giare. Si chiama così perché è una pianura disseminata da giare di pietra e arenaria. Le giare sono contenitori tondeggianti con un grosso foro d’ingresso, sono un pò più basse e tozze rispetto alle anfore. Lì ci sono tantissime, centinaia, giare di varie dimensioni, per esempio alcune sono di mezzo metro altre di un metro e 70 di altezza. Non si è ancora sicuri sul motivo per cui sono state messe lì, sembra che siano state messe lì durante il regno di un re laotiano, forse per raccogliere l’acqua piovana.


Bello da vedere è il tempio più importante di Vientiane (nome originale: Vìangchàn): Pha That Luang. È il più importante perchè probabilmente c’è maggiore aggregazione di culto. Luang Prabang è la città con il maggior numero di templi. Pha That Luang è rappresentato anche sui soldi (il kip, che a momento vale 0,00043€).

Com’è la natura?

Il Nord è più montagnoso, con un clima tropicale, è un pò più fresco rispetto al Sud, che è estremo, ci sono temperature che oscillano sui 35/40 gradi. Ovunque c’è giungla pluviale, nella quale si possono fare escursioni: Ovviamente fare escursioni da soli è sconsigliato perchè la natura è molto ostile. Le giungle sono abitate da moltissimi animali come serpenti, raramente le tigri (non frequentano luoghi a ridosso della civiltà) e le scimmie (che si avvicinano anche alle città). Feci un’escursione potente ma anche molto dura a Vang Vieng, che è una piccola città a nord della capitale, a ridosso delle montagne calcaree. Questa città è abbastanza fermentata dal turismo occidentale. C’è un fiume che l’attraversa su cui si fa rafting. Io feci un’escursione nella giungla con una guida locale del posto, che parlava bene inglese. L’escursione fu dura perché il dislivello del territorio era abbastanza consistente. Passammo attraverso alcune zone idilliache con erba curata su cui pascolavano le mucche in cui vivevano degli allevatori. Poi passammo anche attraverso la giungla più fitta e ostile, addirittura attraversammo un ponte di legno traballante su un crepaccio. Ci inoltrammo nella giungla che era bellissima ma fittissima: c’erano alberi pieni di liane, c’erano anche tante zanzare e sanguisughe, che stanno sulle foglie delle piante e nell’acqua. Le sanguisughe mi si attaccavano alle gambe ma non le sentivo nemmeno, l’unica cosa è che devi fare presto a toglierle. Non incontrammo dei mammiferi. Ho pure scoperto una piccola curiosità: la parola “giungla” deriva da un termine sanscrito che vuol dire deserto. Tra le piante più presenti nelle giungle c’è il fico strangolatore (che cresce incrociato intorno agli alberi), la pianta rampicante, le epifite (che attaccano le loro radici ai rami degli alberi). Comuni sono le latifoglie sempreverdi. C’è una grandissima biodiversità: tra l’albero kapok, il teak che viene usato per i rivestimenti delle barche, il sandalo, il ficus e diverse specie del genere diospyros.
Quando parliamo del Laos ci viene in mente subito una cosa: il Mekong. Com’è?

Il Mekong è uno spettacolo che ti accompagna per tutta l’Indocina (tra cui Birmania, Laos, Thailandia, Vietnam). Il Mekong è uno dei fiumi più lunghi del mondo e nasce dalla Cina meridionale per sfociare all’estremità meridionale del Vietnam quindi attraversa numerosi stati e costituisce un’importantissima realtà biologica e commerciale. Esso è una fonte di cibo, le sue acque irrigano le coltivazioni e anche i volatili si cibano nel fiume. Inoltre lì i pescatori trovano lavoro e viene pure utilizzato per gli spostamenti. Io il Mekong non l’ho navigato in Laos, ma in Cambogia e in Vietnam. Quando andai per la prima volta in Vietnam, partì in pullman dalla Cambogia e quando arrivai sulla riva del Mekong fecero salire il pullman su un’imbarcazione, una volta che questa raggiunse l’altra sponda, il pullman proseguì lungo la strada. Questo perché non c’era il ponte per attraversare il fiume. Il Mekong l’ho navigato anche nel sud del Vietnam, dove c’è il famoso delta del Mekong, dove il fiume finisce la corsa e si getta in mare. Lì l’ho navigato sia con barche a motore che a remi (non c’era tanta corrente). Il Mekong è bellissimo a Luang Prabang perché attraversa la città. Ci sono delle zone in cui ci sono dei baretti/chioschetti lungo il fiume e all’interno della città si vedono delle coltivazioni a terrazza. All’interno di Luang Prabang ci sono anche dei piccoli alberghi e templi buddhisti che si affacciano lungo il Mekong. Nella città, lungo le rive ci sono anche molti parchi.
Secondo te qual’è il periodo migliore per visitare il Laos?
Io in Laos ci sono stato a novembre, per circa un mese, e secondo me è il periodo migliore per visitarlo perchè durante la nostra estate, lì ci sono piogge particolarmente intense e quasi quotidiane. La temperatura si alza, le strade si trasformano in fanghiglia e quindi anche gli spostamenti sono più difficili. A novembre invece, al nord, era sempre caldo (ma sopportabile) e sulle montagne era più fresco. Invece al sud è sempre caldo.
Hai visitato anche delle montagne?

Sì, feci un trekking in cui si vedevano delle montagne, non altissime, che avevano la forma di un panettone, ed erano costituite di roccia calcarea, che è una roccia comunissima nell’Indocina. È stato bello perché sulle montagne ci sono vaste porzioni coperte di giungla, con la vegetazione fitta, poi invece sullo stesso rilievo ci sono altre zone che sono spoglie, quindi puoi vedere bene la roccia. Queste montagne calcaree sono adatte anche per farci l’arrampicata su roccia, che feci intorno a Vang Vieng.
Quali altre attività si possono fare nel Laos?
In Laos si può fare rafting. Inoltre ho visto fare una cosa, altamente sconsigliabile perché pericolosa, che consisteva nell’affittare degli enormi salvagenti, poi le persone li buttavano in acqua, la gente ci saliva sopra e si facevano trascinare dalla corrente. Ciò, quando ero andato io lì, era legale ma stavano applicando tante restrizioni perchè ovviamente tante persone si facevano del male gravemente.
Hai visitato qualche museo?
Di musei non ce ne sono tantissimi ma ce ne sono un pò sulla guerra del Vietnam, che coinvolse anche il Laos. I musei si trovano soprattutto in città grandi come Vientiane e Luang Pabrang.

Durante il periodo del tuo viaggio c’è stata qualche festività?
Sì mi ricordo che a novembre c’erano delle feste, tipo fiere, e c’erano tanti monaci che andavano in giro a chiedere offerte.
Hai delle chicche, delle curiosità come assi nella manica?
-Nei negozi si vende la salsa di pesce in bottiglia.
-I gatti sono più secchi rispetto a quelli italiani.

-A Phonsavan c’era un mercato popolare dove vendevano tessuti, che in Laos sono veramente belli perché spesso vengono lavorati a mano. Al mercato c’era una bancarella in cui si vendevano dei macheti fatti a mano. Dato che la natura è molto ostile servono parecchi maceti. I maceti vengono costruiti riutilizzando le bombe. Visto che l’acciaio costa tanto, tanti fabbri hanno trovato il modo di andare in giro per la giungla per cercare le bombe lanciate dagli americani. Quando li trovano, li disinnescano e poi li portano al villaggio. Una volta al villaggio riutilizzano l’acciaio (quello di buona qualità perché è acciaio militare). Ci sono dei villaggi, chiamati Bomb Village, che per alcune opere architettoniche hanno utilizzato proprio pezzi di bomba staccati e usati per riempire le pareti o per contrastare gli edifici. Alcuni li avevano usati anche per l’abbeveratoio per i maiali.
Ringrazio Gianluca per averci concesso le sue foto

Autrice: Asia Panucci
Ho 20 anni, sono diplomata al liceo delle scienze umane e studio DISCO ad UniPi. Mi piace leggere, fare teatro, guardare film e serie TV, infatti ho preso parte al 34° Trieste Film Festival. Inoltre mi piace molto viaggiare e per questo motivo ho partecipato a due Erasmus a Valencia, in Spagna, e mi occupo della mia rubrica “Il viaggio dell’avventuriero”, su RadioEco, riguardante i viaggi. Potete seguirmi sul mio Instagram @asia_panu