Metti un po’ di musica – Nuove frontiere e preoccupazioni relative all’uso dell’intelligenza artificiale nel settore musicale

In questo numero della rubrica vorrei introdurre un argomento di attualità dato il crescente dibattito sull’intelligenza artificiale. Non solo l’IA può creare testi e fare traduzioni automatiche accurate ma è capace di riprodurre elementi vocali umani, basandosi su un determinato set di dati di addestramento (forse la fantascienza di Her potrebbe non essere così assurda).

Ormai da più di un anno è frequente imbattersi in contenuti musicali generati attraverso sistemi di intelligenza artificiale. Gli algoritmi generativi rappresentano la nuova frontiera delle tecnologie di apprendimento automatico, basti pensare ai video e alle immagini deep-fake che circolano ogni giorno sui social media (ricordate il Papa con il piumino bianco da trapper?). In breve, si tratta di contenuti incredibilmente realistici che rischiano di mettere a dura prova la nostra capacità di discernimento tra realtà e finzione.

White cyborg robotic hand pointing his finger to human hand with stretched finger – ai artificial intelligence.

Intelligenza artificiale generativa per creare contenuti musicali

Sul noto social Tik Tok si trovano centinaia di AI generated covers. Cosa sono? Cover di celebri canzoni che non sono mai state registrate. Di fatto non esistono come prodotto umano; tuttavia, l’algoritmo viene addestrato per imitare le caratteristiche vocali di un artista proprio come avviene nella realtà quando si esegue una cover, appunto.  È molto semplice imbattersi in strumenti di questo tipo, basta digitare “voice generator” ed ecco una serie di siti che permettono di caricare file audio e di modificarli tramite l’IA. La cantautrice Lana del Rey è una delle più imitate. Si possono trovare reinterpretazioni in stile Del Rey di pezzi famosissimi come Skyfall di Adele, colonna sonora dell’omonimo film della serie James Bond, ma anche un improbabile quanto interessante duetto con Mina. Le due non hanno mai avuto occasione di registrare un pezzo insieme, anzi sembrerebbe un’impresa abbastanza difficile che l’IA ci dimostra essere, anche se non nelle forme tradizionali, realizzabile. Se la qualità dei file dovesse rivelarsi alta il trompe-l’oeil (anche se ad essere messo a prova di inganno è il senso dell’udito) non apparirebbe poi così banale.

L’appello di cantanti, autori e musicisti contro un uso “irresponsabile” dell’IA

Immagine tratta dal sito della campagna promossa da Artists Rights Alliance

Fino a qui l’impiego è del tutto ludico e innocuo. Scorrendo sul feed del social troviamo piacevole, divertente e curioso ascoltare contenuti audio generati dall’IA. Chissà, magari abbiamo sempre immaginato come potesse suonare Smells Like Teen Spirit cantata da Frank Sinatra. Tuttavia, possono sorgere problemi relativi alla tutela della creatività e del lavoro degli artisti. Qualche mese fa, infatti è stata promossa dalla Artist Rights Alliance una lettera aperta rivolta agli sviluppatori di tecnologie di IA al fine di “cessare l’uso dell’intelligenza artificiale per violare e svalutare i diritti degli artisti umani”. Molte pop e rock star, appartenenti a diverse generazioni, hanno firmato l’appello, da Jon Bon Jovi a Camila Cabello. La cosa che più incuriosisce è il fatto che ormai la parola artista possa essere attribuita anche ad un algoritmo, con la necessità di richiedere una specifica tutela per i prodotti dell’ingegno umano. In realtà la questione non è così semplice, prima di tutto occorre capire cosa vuol dire essere artisti, in cosa si sostanzia la dimensione della creatività che per lungo tempo è stato considerata peculiarità esclusiva dell’intelligenza umana. Ma di questo non ci occuperemo, ci vorrebbero altre sedi e conoscenze scientifiche meno approssimative

Tornando agli impieghi dell’IA nell’industria musicale la preoccupazione tra cantanti, autori e i musicisti è quella di smarrire il senso di unicità del processo artistico, che rischia di diventare “merce” o “preda” di poco valore . Quello musicale è senz’altro un mercato globale molto redditizio, dove tuttavia sono essenziali l’aspetto personalistico e la cifra espressiva. Non si tratta solo di beni di consumo intercambiabili ma vi sarebbe in gioco la stessa identità dell’artista.  A fianco di questa prima denuncia ve n’è un’altra relativa al copyright e alle royalties, il fatto che gli algoritmi possano accedere liberamente ai contenuti musicali senza rispettare le regole del diritto di autore conduce a conclusioni analoghe a quelle che hanno determinato la controversia fra la testata nordamericana New York Times e il dalla società attiva nel settore tech Open-Ai.

Intelligenza artificiale, musica, diritti

Ai music composer or generator with 3d rendering robot play guitar

La prospettiva espressa nell’appello sembra aderire ad una presa di posizione chiara contro l’uso irresponsabile dell’intelligenza artificiale non una contrarietà assoluta alle nuove tecnologie.

Senz’altro quando si mettono a disposizione di ampie fasce di utenti strumenti con potenzialità enormi e pervasive, bisogna tenere conto dell’impatto sulla vita delle persone e sui loro diritti. La creatività è una dimensione dell’individuo ma anche della società, dunque deve essere protetta e valorizzata. Il fatto che si discuta di questi temi anche in ambiti lontani da quello tecnico-scientifico pone le basi per un approccio multidisciplinare all’intelligenza artificiale affinché essa possa coadiuvare le nostre capacità senza sostituirle, in modo responsabile, affidabile e non ingannevole.

Per approfondire il tema vi lascio alcuni contenuti musicali generati con l’IA insieme ad alcuni siti da cui ho tratto le informazioni riportate nell’articolo.

AI generated covers

Frank Sinatra canta Smells like Teen Spirit , Lana del Rey e Mina duetto su Triste, Lana del Rey canta Skyfall

Siti e articoli sulla campagna promossa da Artists Rights Alliance :

https://artistrightsnow.medium.com/200-artists-urge-tech-platforms-stop-devaluing-music-559fb109bbac

https://www.lasvolta.it/12354/industria-musicale-stop-allutilizzo-dellai-la-richiesta-di-cantanti-e-artisti

Vi aspetto con i prossimi appuntamenti della rubrica,

Laura

Autrice: Laura Gigliotti

Ho 25 anni, studio Giurisprudenza ad UniPi e quando sono in pausa da tomi e manuali adoro ascoltare musica, leggere, suonare e ballare. Dal 2024 su RadioEco mi occupo di una rubrica a tema musicale.
Potete seguirmi anche qui sul mio profilo Instagram e su quello Spotify.

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