Hic et nunc – Ponte sullo Stretto: è questa la vera priorità del Sud?

Il 15 febbraio scorso, è stato presentato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, da molti considerato come uno dei progetti più controversi e costosi della storia italiana.

L’idea del ponte sullo Stretto ha origini lontane: si ipotizza che già nel III a.C., durante la prima guerra punica, i Romani avessero realizzato un ponte di barche in modo da trasportare dalla Calabria alla Sicilia gli elefanti che erano stati sottratti all’esercito cartaginese durante gli scontri. Le fonti dell’epoca, però, non sono del tutto chiare.

Nella storia moderna, le prime esperienze si possono rinvenire verso gli inizi del ’900 quando alcuni governi del Regno d’Italia avanzarono l’idea di costruire il ponte ma, a seguito del terremoto di Messina del 1908, l’idea venne subito abbandonata.

I primi tentativi del secondo dopoguerra risalgono al 1968 quando lo Stato, attraverso l’ANAS, cominciò ad interessarsi alla costruzione del ponte. L’anno dopo viene organizzato un appalto internazionale e viene creato il primo progetto. Negli anni ’80 nasce la “Stretto di Messina Spa”, società pubblica che si sarebbe dovuta occupare della realizzazione dei cantieri e del progetto.

Passano 20 anni nei quali il progetto era stato completamente abbandonato fino a quando il governo Berlusconi, nei primi anni 2000, non si impegnò a finanziare il progetto. Nel 2006, il governo Prodi bloccò il progetto ma, quando Berlusconi vinse nuovamente le elezioni nel 2008, provò a farlo ripartire. Nel 2011, caduto il governo Berlusconi, Monti, per far quadrare i conti, decise di annullare il progetto e mandare in liquidazione la società.

Con la vittoria della destra nelle elezioni politiche del 2022, il progetto del ponte ha fatto la sua ricomparsa.

Secondo quanto dichiarato dal ministro dei Trasporti Salvini, i cantieri dovrebbero iniziare verso la fine del 2024 e concludersi intorno al 2032. Il ponte sarà lungo circa 3km e verrà a costare quasi 15 miliardi di euro.

Il progetto andrà necessariamente ad incidere sulla vita degli abitanti di Messina e Reggio Calabria. Qui, però, il dibattito intorno al ponte non sembra avere mai suscitato un grande entusiasmo complice il fatto che, a causa dei numerosi rinvii, ormai intorno alla questione aleggia un certo scetticismo: quasi tutti sono convinti che il progetto non verrà mai portato a termine.

La “variante Cannitello”

Ad oggi, l’unica parte del progetto che è stata realizzata è la “variante Cannitello”, situata nella frazione del comune di Villa San Giovanni, i cui lavori sono stati conclusi nel 2012. L’obiettivo dell’opera era quello di deviare il traffico ferroviario in modo da consentire la costruzione di uno dei due piloni. L’opera, ormai completamente inutile, ha inevitabilmente deturpato il paesaggio del luogo.

Ciononostante, negli ultimi mesi, i territori direttamente coinvolti nell’intervento hanno iniziato a mostrare diverse perplessità.

In questi ultimi anni, infatti, la minaccia del ponte si è fatta pesantemente sentire in questi luoghi: i cittadini, le cui abitazioni erano già sotto sfratto non esecutivo, si sono trovati impossibilitati a vendere le loro case, il cui valore era già notevolmente calato a causa della minaccia di esproprio. Sostanzialmente la vita di queste persone è rimasta in un limbo dal quale difficilmente si sarebbero potuti liberare.

A questo si aggiungono tantissimi altri problemi di svariato tipo. Oltre a problemi di natura estetica ed ambientale, vi sono anche dubbi di natura pratica: per quale motivo si sente il bisogno di finanziare un progetto tanto controverso del Ponte sullo Stretto e si parla di rilanciare il sud Italia quando, già solo nel PNRR, a causa di ritardi che non avrebbero consentito di portare a termine i lavori entro le scadenze previste, sono stati esclusi moltissimi progetti che avrebbero potuto potenziare il sistema ferroviario del mezzogiorno? Probabilmente perché il progetto del ponte è diventato un semplice simbolo al quale ricorrere durante le campagne elettorali mentre le reali richieste dei cittadini continuano a rimanere inascoltate.

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