
Ciao a tutt*
La rubrica di RadioEco sempre in cerca di curiosità dal mondo musicale è tornata per chiacchierare sulle pubblicazioni più fresche del momento. Se siete in pausa, o avete qualche minuto libero, vi darò qualche suggerimento di ascolto e se vi va potrete recuperare tutti i riferimenti nella Playlist Spotify
Sempre/Jamais : quando due astri in ascesa dell’euro-pop si incontrano
Mahmood si conferma essere un artista internazionale, non solo perché capace di mixare sonorità, arabe, latine, R&B, in una forma del tutto originale rispetto agli schemi tradizionali della musica leggera italiana, ma anche perché il suo talento è ormai riconosciuto in tutta Europa. Basti ricordare che il suo exploit sanremese Tuta Gold, nei giorni successivi alla presentazione al Festival, è comparso nella Classifica Top 50 Global di Spotify.
A ulteriore riprova del fatto che ormai il cantante vincitore del Sanremo 2019, ha spiccato il volo oltre i confini italiani, vi è la collaborazione con l’artista belga Angèle. Il brano si chiama Sempre/Jamais ed è incluso nell’album uscito a febbraio Nei letti degli altri. La canzone ha tutti gli ingredienti per occupare le frequenze radio nei prossimi mesi: ritornello orecchiabile e andamento pop che anticipa la voglia di ballare estiva.
Il testo è abbastanza semplice e ripetitivo. Il perno del brano è nel ritornello caratterizzato da giochi di parole e mélange linguistico “Anche se è illegale, pensami/ Sempre/Finché non ci prende la police/ Jamais”. L’italiano e il francese si sposano molto bene dal punto di vista sonoro, non è un caso che ci sia uno scambio consolidato tra ambiente musicale italiano e francofono. Personalmente trovo sempre molto piacevole ascoltare duetti di questo tipo, forse mi sarei aspettata una collaborazione più dialogata fra i due artisti che uscisse dal classico schema “strofa del primo artista-ritornello in comune- strofa del secondo artista” anche perché ho apprezzato molto la sintonia fra le vocalità di Mahmood e Angèle. Si poteva giocare di più con le potenzialità dei due artisti, ma comunque rimane un esperimento musicale interessante

Fonte : Rolling Stone Italia
Preludio… ad un nuovo modo di fare indie-rock
Hanno vinto il premio “Rising Star” agli ultimi BRIT Awards, i Grammy dell’industria musicale britannica e rappresentano la nuova scena indie-rock. Sono The Last Dinner Party
Stavo crogiolandomi sulla playlist dei brani consigliati su Spotify, quando ho deciso di ascoltare una canzone “Nothing Matters”, non so se ad incuriosirmi sia stato il titolo, il nome della band, o forse a volte è solo un gioco del caso ma insomma, ho deciso di schiacciare play. Credo che già alle prime note del brano, e non succede di frequente, avessi capito che quella sarebbe stata la mia nuova fissa musicale. Una composizione in cui si intrecciano vocalità baroque, chitarre distorte e un assolo finale tagliente, un po’ Abba, un po’ Artic Monkeys. Ma in realtà, nonostante le suggestioni che vanno da Kate Bush ai Siouxsie and the Banshees, The Last Dinner Party ha una propria cifra di originalità soprattutto nella scrittura che è al contempo dolce, consolatoria come in On your side e cruda, decisa come in Nothing Matters e in The Femine Urge.
The Last Dinner Party nell’album, uscito a febbraio 2024, Prelude to extasy, affrontano tanti aspetti dello spettro emotivo, l’amore, le insicurezze ma anche il sesso e la sessualità femminile, senza filtri ma soprattutto lo fanno da un punto di vista attivo, da protagoniste e questo rompe con la prospettiva oggettificante che troviamo in molte produzioni indie al maschile. La band emergente britannica ha l’audacia delle Wet Leg, ma con meno sarcasmo, e la teatralità poetica di Florence Welch dei Florence and the Machine. Chissà se sarà l’inizio di una nuova british invasion, tutta al femminile, di sicuro è un nuovo modo di fare musica dove gli omaggi a grandi del passato, si fondono con suggestioni letterarie passando per il racconto di una vita notturna, tra appuntamenti, incontri e riflessioni intimiste.
Tra le canzoni più particolari dell’album, vorrei segnalare una ballata malinconica solo chitarra e voce, in lingua albanese, Gjuha, cantata da Aurora Nishevci, tastierista della band, di origine kosovara. Da non sottovalutare anche l’ultima uscita Ceasar on a TV screen, in cui tra riferimenti letterari a Shakespeare e storici alla “Paura Rossa” Abigail Morris, voce principale della band, canta “And I’m falling like the leaves on Leningrad/ I follow your footprints when I can’t hold your hand/ My darling, believe me, I was born to be with you/ But it’ll be me that the world will answer to.”

Nient’altro da aggiungere, se non che vi consiglio davvero di dare una chance a Prelude to Extasy, non ve ne pentirete.
Alla prossima
Anche questo appuntamento della rubrica, purtroppo, è volto al termine ma non temete; nelle prossime settimane sono previste molte e attesissime uscite musicali perciò non mancheranno, presto, curiosità e chicche.

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A presto,
Laura

Ho 25 anni, studio Giurisprudenza ad UniPi e quando sono in pausa da tomi e manuali adoro ascoltare musica, leggere, guardare film e serie TV. Dal 2024 su RadioEco mi occupo di una rubrica a tema musicale.
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