Metti un po’ di musica – News dai Golden Globe 2024

Ciao a tutt*!
Apro la mia rubrica su RadioEco con un approfondimento a metà fra due mondi che hanno molto in comune: musica e cinema.

E’ tempo di red carpet

Il 7 gennaio si è tenuta a Los Angeles la 81° cerimonia per la consegna dei Golden Globe. Da sempre questo appuntamento di inizio d’anno costituisce il trailer, per rimanere in tema, della Notte più stellata dell’anno: quella dedicata agli Oscar.

Onde elettromagnetiche e sonore complementari sul grande schermo

Ai Golden Globe 2024 non è mancato lo spazio da dedicare ai premi musicali, che apparentemente potrebbero risultare di sfondo. Sicuramente i riflettori sono puntati sui candidati migliori attori e registi; tuttavia, non è da trascurare il fatto che la colonna sonora riveste un ruolo centrale nella produzione cinematografica. Basti pensare ai successi di Ennio Morricone che sono diventati un simbolo della cultura del ‘900 al pari dei film di provenienza.      

La colonna sonora assume vita propria ma è inevitabilmente legata alle immagini che passano sul grande schermo. Possiamo goderne e percepirne le suggestioni come ascoltando una qualsiasi altra composizione, ma solo se accompagnata ad una ben precisa scena, rivelerà la sua essenza, illuminando pienamente lo spettatore-ascoltatore. Vero è anche il discorso contrario: cosa sarebbe un film senza accompagnamento musicale? Persino il film muti ne avevano uno. Questo evidenzia il fatto che la musica è in grado di comunicare un messaggio tanto più forte, rispetto al parlato, perché capace di toccare le corde dell’inconscio.

La storia della filmografia è piena di esempi dove il binomio musica-cinema è emerso brillantemente: non possiamo non pensare alle celebri battute di Russell Crowe nel kolossal Il Gladiatore di Ridley Scott senza sentire in sottofondo le note composte da Hans Zimmer. Un’associazione talmente pop da aver ispirato la canzone del rapper Salmo Russell Crowe . Gli anni ’10 hanno poi visto la diffusione del genere biopic sulla vita di cantanti e musicisti, e in questo caso la musica è passata dall’essere sottofondo a parte integrante della narrazione: pensiamo al successo di Bohemian Rhapsody e di come i Queen siano tornati in vetta alle classifiche.

I riconoscimenti per miglior canzone originale e miglior colonna sonora vanno a Barbie e Oppenheimer

Arriviamo a coloro che si sono aggiudicati gli scintillanti Globes. Le categorie in gara erano due: “migliore colonna sonora originale” e “miglior canzone originale”. La prima vinta da Billie Eilish con What I was made for dal film Barbie di Greta Gerwig e inclusa nella raccolta Barbie – The Album.

Il brano è una ballad pop al pianoforte scritta dalla stessa Eilish e dal fratello produttore Finneas. La cantante californiana ha raccontato della genesi del brano in una puntata del The Tonight Show di Jimmy Fallon e precedentemente nella video intervista per Apple Music da cui emerge che l’opportunità per la carriera di Eilish si è trasformata anche in un momento di riflessione personale. Si tratta di un brano intimista dove il titolo è anche la frase ripetuta più volte “Per cosa sono fatta io?” (“Qual è il mio posto nel mondo?” potremmo tradurre più liberamente): un interrogativo che rappresenta il cuore del film, ossia la trasformazione di Barbie da bambola stereotipo di infallibilità a donna cosciente dei propri punti di forza e delle proprie fragilità, ma che è al contempo, una parafrasi dei dubbi dell’ autrice del testo, che come tutti noi almeno una volta nella vita ci siamo chiesti in che direzione stessimo andando, nonostante una vita in apparenza soddisfacente.

Tra i restanti candidati spiccavano ben altre due canzoni tratte dal film Barbie, Dance the Night di Dua Lipa che fa da sfondo alla coreografia disco improvvisata da Barbie (Margot Robbie) e Ken (Ryan Gosling) all’inizio della pellicola e I’m Just Ken scritta da Mark Ronson e interpretata da Gosling in una scena “musical” (un po’ alla Grease Lighting) ormai iconica.

Per la miglior colonna sonora ha, invece, trionfato Oppenheimer di Christopher Nolan.

La OST è stata composta dal musicista svedese Ludwig Goransson, che aveva già collaborato con Nolan in Tenet. Ogni elemento del tema musicale di Oppenheimer è capace di scatenare un brivido e uno scuotimento emotivo; complici la straordinaria espressività dell’interpretazione di Cillian Murphy e gli effetti sonori che colpiscono improvvisamente nel corso della pellicola e tengono l’attenzione sempre ferma sullo schermo. Tra le tracce più rappresentative, Destroyer of the Worlds è costruita come un progressivo crescendo con inserimento di elementi orchestrali via via che il brano prende corpo, fino ad arrivare ad una potenza conclusiva immobilizzante. Nonostante fosse il favorito, Oppenheimer ha dovuto gareggiare con altri validi competitors come Jerkins Fendrix per Povere Creature di Lanthimos, Joe Hisaishi per Il ragazzo e l’airone di Miyazaki e Robbie Robertson per Killers of the Flower Moon di Scorsese.

Tra conferme e nuove promesse

L’effetto Barbenheimer, dopo aver conquistato le sale dei cinema di tutto il pianeta, ha trionfato sul palco del Beverly Hilton Hotel; chissà se riuscirà a catturare l’Academy o se i risultati dei Globes, come già successo in passato saranno ribaltati. Comunque vada, aspetteremo il prossimo 10 marzo con molta curiosità, specialmente per il promettente e visionario Povere Creature, in cui il curatore della colonna sonora, Fendrix, sebbene agli esordi cinematografici, potrebbe rivelare un lavoro molto originale e interessante. Un assaggio possiamo vederlo nella film clip in cui la protagonista interpretata da una meravigliosa Emma Stone, balla un irriverente e liberatorio passo a due con il personaggio di Mark Ruffalo.

Posto d’onore

Il cinema si è ripreso lo spazio che gli spetta, dopo anni di incertezza e di temuto declino e lo ha fatto anche attraverso la musica, il mezzo di diffusione più capillare oggi ai tempi dei social e delle app di streaming. Una scena ben costruita con inserti musicali e coreografici può diventare un tormentone, funzionando da calamita verso le sale. Noi fruitori di internet ci incuriosiamo, vogliamo saperne di più, e così finiamo per scoprire un piccolo universo, una storia che comunque sia, ci lascerà qualcosa. Una rinascita della Settima Arte che accogliamo con entusiasmo e che speriamo porti altre soddisfazioni nei prossimi anni, perché più che mai in un mondo complesso e frammentato come quello contemporaneo c’è bisogno di raccontare, criticare, esprimere e il Cinema ha sempre saputo farlo al meglio.

Se ho risvegliato un po’ la vostra curiosità per le colonne sonore vincitrici ai Golden Globe vi lascio la playlist della rubrica (come promesso!) in cui ho messo alcuni dei brani citati nell’articolo.

A presto,
Laura


Autrice: Laura Gigliotti

Ho 25 anni, studio Giurisprudenza ad UniPi e quando sono in pausa da tomi e manuali adoro ascoltare musica, leggere, guardare film e serie TV. Dal 2024 su RadioEco mi occupo di una rubrica a tema musicale.

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