
A chi conosce Daniel Pennac, questo titolo non risulterà nuovo, egli infatti, all’interno del saggio Come un romanzo (1992) realizza un elenco di quelli che considera i diritti imprescindibili di ogni lettore.
Così come Pennac, ognuno di noi possiede un registro di azioni che, in quanto lettore, si sente legittimato a compiere.
Questa è una mia versione:
- Ogni genere è valido. Siamo abituati ad una realtà nella quale, sempre più spesso, i generi vengono etichettati come poco seri o infantili, come il fantasy, il romance o il giallo, quasi come se esistesse una legge che definisce cosa non è degno di essere letto. Nulla di più sbagliato! E’ vero che esistono libri e generi diversi ma questo non dovrebbe mai rappresentare un limite per il lettore che dovrebbe sentirsi sempre libero di scegliere ciò che più gli piace.
- Diritto di non completare un libro. La lettura dovrebbe essere un atto di piacere, perché imporsi di finire qualcosa che non stiamo apprezzando? In fondo, si può sempre aspettare e dare una seconda occasione ad un libro.
- Diritto di annotare il testo e fare le orecchie alle pagine. Per troppo tempo il libro è stato considerando soltanto qualcosa di intoccabile, da conservare nel miglior modo possibile e senza lasciare alcun segno del nostro passaggio; cosa che di per se non ha nulla di sbagliato. Tuttavia la bellezza della lettura sta anche nella possibilità di lasciare traccia di noi su di un libro: annotare, scrivere le proprie impressioni ed emozioni, sottolineare i passaggi significativi o fare le orecchie alle pagine. Sono tutte azioni che ci permettono di vivere e rivivere un testo.
- Diritto di leggere con i propri tempi. In una società come la nostra, sempre improntata a raggiungere il livello di produttività più alto possibile, anche la lettura rischia di finire per essere vissuta come una competizione a “chi legge di più”. Leggere una grande quantità di testi non è per forza sinonimo di comprenderli, non sarebbe meglio concedersi il tempo necessario e lasciare che il libro ci dica tutto ciò che deve?
- Diritto di sperimentare. è sempre bello uscire dalla propria confort zone e rendersi conto di quanto generi e testi che normalmente non leggeremmo possano affascinarci.
- Diritto di farsi guidare dalle emozioni del momento o dall’estetica. Per quale motivo dovrebbe essere sbagliato scegliere di leggere o comprare un libro in maniera casuale o lasciandoci orientare dalla copertina? Purché sia l’incontro con un nuovo testo, va bene qualsiasi ispirazione, anche immotivata.
- Diritto di non leggere libri famosi. Esistono libri che chiunque di noi, almeno una volta nella vita ha sentito nominare perché molto conosciuti, vincitori di premi o, in tempi più recenti, virali sui vari social. Tuttavia questo non dovrebbe mai rappresentare un fattore che ci fa sentire “in dovere” di leggere un determinato testo o in difetto perché non abbiamo intenzione di farlo: la lettura è prima di tutto un atto di piacere.
- Diritto di comprare nuovi libri. In questo caso non si tratta di semplice cultura del nuovo e del consumo ma si tratta di un concetto di ben ampio spessore introdotto da Umberto Eco: l’antibiblioteca, egli considera, infatti i libri in attesa di lettura ben più importanti di quelli già letti secondo la convinzione che la biblioteca personale non debba essere sfoggio del proprio ego ma un’appendice di ricerca alla quale poter attingere. Questo concetto ci aiuta a comprendere la possibilità di accumulare libri anche se già se ne possiedono e a vedere una libreria piena più come un’opportunità che come un “mobile da svuotare”.
- Diritto di leggere nella forma e nel modo che si preferisce. Quando si pensa all’atto del leggere ciò che solitamente si immagina è: andare in libreria, comprare un libro e iniziare la lettura; tuttavia nella quotidianità esistono diverse altre realtà che permettono la fruizione di un testo delle quali non si parla abbastanza e che dovrebbero essere normalizzate come l’acquisto di testi usati, il prestito delle biblioteche, la lettura attraverso ebook o l’ascolto di audiolibri. Tutte queste modalità, alcune delle quali fonti del progresso, permettono al lettore di avvicinarsi ad un testo attraverso un’ampia rete di possibilità da sperimentare e valorizzare.
- Non è mai troppo tardi per iniziare a leggere!
Lo scopo di questo articolo, da specificarsi, non è quello di definire cosa sia lecito o meno quando si parla della lettura, questa è una questione che riguarda il singolo individuo, bensì quello di proporre alcuni spunti di riflessione sul modo in cui i lettori stessi percepiscono l’attività del leggere, molto spesso considerata un’attività fondata su criteri granitici e immutabili.
La lettura è qualcosa di più, si inserisce nella realtà quotidiana evolvendosi con essa e questo è ciò che la rende eterna.
Autrice: Francesca Gasparello
Mi chiamo Francesca, leggo classici, e questo è “Eco tra le pagine”.