“Le Voci” della Ribalta di Pisa: il debutto

Il 18 e il 19 maggio sul palco del cinema Lumière si è tenuto lo spettacolo Le Voci della compagnia teatrale La Ribalta. Lo spettacolo è stato messo in scena dagli allievi e dalle allieve del Corso avanzato 2 di quest’anno. RadioEco ha avuto il piacere di partecipare al debutto dello spettacolo, ecco qualche pensiero.

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La locandina dello spettacolo teatrale Le Voci

“Le Voci” e i pensieri

Può una voce non raccontare un pensiero? In un paesello piemontese, segnato dalla guerra ormai finita, le voci degli abitanti riportano pettegolezzi, chiacchiere e maldicenze, ma di pensieri se ne narrano ben pochi. I pensieri stanno tutti «sepolti sottoterra». Ma è proprio da quel terreno, da quel palco ingombrato da tutti gli attori de La Ribalta, soffocante, ma perfettamente rappresentativo del contesto opprimente del paesino, che fiorisce la storia d’amore tra Tommasino ed Elsa, due giovani che non hanno paura di confidarsi i loro pensieri più intimi e preziosi: le sofferenze per la famiglia, per il paese e per le vite insipide e già vissute, consumate ancora e ancora con negligenza. «Un pugno di case, eppure non riesco a liberarmene», dice Tommasino. Lui ed Elsa trovano l’uno nell’altro uno spazio in cui navigare con il pensiero fino a terre lontane, ma presto le voci ricominceranno a parlare, a raccontare senza dire… Anche questo amore si perde tra le voci e si sciupa tra la malinconia delle convenzioni del paesello. Così si spegne. Era un amore che «non poteva essere portato alla luce senza morire», senza soffocare.  

Natalia Ginzburg: una realtà senza tempo

Il racconto della compagnia La Ribalta, tratto dal romanzo Le voci della sera di Natalia Ginzburg del 1961, è una finestra su una realtà senza tempo. Famiglia, pettegolezzi, morte e amore ci guidano in questo spettacolo dal carattere prettamente corale: in una prima parte gli abitanti raccontano le vicende della famiglia proprietaria della fabbrica del piccolo paese di provincia, e gli “inciuci” amorosi tra i suoi membri e i compaesani; solo alla fine Tommasino ed Elsa riescono a ritagliarsi, nello spettacolo, uno spazio tutto per loro, nonostante il paese rimanga comunque a guardarli senza uscire di scena.

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Natalia Ginzburg, la scrittrice di Le voci della sera (credits: Donne Magazine)

Quella di Ginzburg non è solo una storia d’amore, è la storia di una realtà vista con disillusione. Tommasino è il personaggio che si fa portavoce di questa visione concreta e razionale, che non vede nessun possibile risvolto nella sua storia con Elsa in quel contesto, ma nemmeno in un altro: «Nemmeno se ci fossimo conosciuti a Montréal sarebbe stato diverso», dice. Dall’altra parte Elsa è il simbolo della fiducia nei sentimenti, nell’amore: romantica e dolce non riesce a comprendere il disincanto del suo amante. Queste due anime, forse, convivono in ognuno di noi di fronte al travolgente sentimento dell’amore.

Dietro le quinte…

Dopo lo spettacolo RadioEco ha incontrato dietro le quinte del Lumière uno dei due registi, Luca Oldani, che insieme a Margherita Galli si è occupato dell’adattamento del romanzo per il copione teatrale. Emozionato e soddisfatto ci ha raccontato come questo romanzo sia stato scelto proprio per la sua umanità e la sua capacità di presentarla in tante diverse sfaccettature. In poche parole… «Perché l’ho letto e mi garbava» dice Luca!

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Salvatore Zappia, Giorgio Vierda, Marta Paganelli e Alberto Ierardi: alcuni collaboratori della compagnia La Ribalta

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Fabio Cominelli

Autore: Fabio Cominelli

Abbandonando i poster di Mina e Raffella Carrà appesi nella cameretta a Bergamo, la città d’origine, Fabio si reca a Pisa per studiare. Qui, unendo la propria passione per la cultura popolare, e l’ardente necessità di dare una voce ai più inascoltati, grazie a RadioEco dà vita alla rubrica “RumorEco!”.

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