Rad(Y)oSex 2.0: il fenomeno della baby mamme sui social

Buon mercoledì e ben tornati sulla rubrica sul sesso e l’educazione sessuale di RadioEco: Rad(Y)oSex 2.0!

Nell’articolo di oggi affronteremo un tema molto delicato, in costante aumento tra le nuove generazioni: quello dei baby genitori.

Ci soffermeremo soprattutto sul ruolo che i social network hanno avuto e stanno continuando ad avere sulle vite degli adolescenti.

La maternità minorile

Alcuni dati, raccolti dall’Istat e da associazioni no-profit come Save the Children(2022), riferiscono che nei paesi in via di sviluppo sono circa 21 milioni le adolescenti a restare incinta, di cui circa 700mila hanno meno di cinque anni. Eppure, il fenomeno interessa anche i paesi occidentali, e non in senso positivo.

In Italia, il fenomeno delle gravidanze precoci è stati limitato negli anni 2000, evento che nel XX° secolo non destava molto scalpore.

Ma le statistiche degli ultimi anni, non sono rassicuranti.

Nel 2014 è stato registrato un incremento di circa 20mila casi, in una fascia di età tra i 14 e i 20 anni. Tra il 2010 e il 2021 la percentuale delle giovani madri è aumentata nel 31%.

Nonostante nel nostro Paese venga riscontrato un tasso di natalità quasi pari a zero, non vi è interesse nel tutelare la maternità stessa.

Il fenomeno delle gravidanze giovanili è un problema, senza troppi giri di parole: a malapena adolescenti, questi baby genitori dovrebbero occuparsi di crescere un’altra persona, quando anche loro stanno ancora crescendo.

Stiamo assistendo alla crescita di questi casi, che porteranno a situazioni di disagio sociale ed economico.

Perché no, non tutti possono permettersi di avere un figlio a 16 anni.

La narrazione dei social

Negli ultimi anni, con la crescita improvviso di TikTok, stiamo assistendo alla narrazione della maternità minorile sui social network.

Si tratta di ragazze – tra i 14 e i 18 anni – che presentano la propria condizione in video di pochi minuti.

Un’eredità del programma “16 anni e incinta”.

Locandina del programma “16 anni e incinta” (MTv) credits: Wikipedia

Sullo sfondo di trend e musichette, le baby mamme mostrano il pancione oppure la vita quotidiana con il proprio bebè.

Anche se non mancano di certo i video su quanto sia difficile essere un mamma teen.

Eppure, non ci chiediamo di quanto queste narrazioni approssimative della realtà siano dannose per le nuove generazioni.

Perché non tutte le ragazze che si trovano a dover affrontare una gravidanza in età adolescenziale ne sono felici. Non tutte trovano il supporto dei genitori. Molte devono abbandonare la scuola, e soprattutto non hanno la fortuna di guadagnare facendo dei balletti su TikTok

La parte nascosta, la parte più dura di dover affrontare una gravidanza a 16 anni non viene mostrata, quasi come se non esistesse.

Perciò, se queste baby mamme social si mostrassero attive nel diffondere una narrazione riguardo una corretta educazione sessuale, i “per te” di TikTok diventerebbe un posto migliore.

Inoltre, se cominciassero a parlare dell’aborto o dell’adozione come delle alternative a un errore commesso, e non a elogiare la scelta di tenere il bambino come se fosse l’unica possibile, le nuove generazioni conoscerebbero un altro futuro.

I social sono un mondo estremamente permeabile e sempre più presente nelle nostre vite.

La loro insistenza e presenza influenza parte delle nostre scelte, soprattutto quelle delle nuove generazioni.

Tanto più in campo sessuale.

Al giorno d’oggi, una corretta eduzione alla sessualità promossa dalle varie piattaforme non è una scelta, ma un’esigenza.

radyosex

Autrice: Michela Berti

Ho 21 anni ma sento di essere rimasta ferma ai miei amati 18. Sono innamorata dell’arte e della scrittura, potreste chiudermi in un museo e non vedermi più uscire. Parlo di qualsiasi cosa, anche se cerco sempre una scusa per nominare Alberto Angela o i miei fervidi ideali femministi. Vorrei fare la scrittrice, ma anche la giornalista, e la divulgatrice, o la direttrice di un museo, e tante altre cose. Parlo d’arte su TikTok (@arslongaest_)

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *