COME CANTARE UNA MELODIA – LA POTENZA DEL JAZZ

Quest’articolo si focalizzerà sul significato del jazz e come un genere possa suscitare tanta malinconia e significato.

Car* lettori,

Mentre Aprile volge al termine e le invitanti e calde braci di maggio iniziano a scintillare e a brillare, credo sia importante ricordare un giorno molto speciale: la Giornata Internazionale del Jazz!

Il 30 Aprile, in tutta Italia e in tutto il mondo, si è celebrata la potenza e la bellezza del jazz e vorrei cogliere l’occasione per fare lo stesso in questo articolo.

Spesso ci troviamo a cantare una melodia di una canzone che abbiamo in testa, probabilmente solo un paio di versi che ripetiamo in continuazione perché non ricordiamo il resto: non è frustrante quando è tutto ciò che occupa la nostra mente?

Il potere della melodia di risuonare nelle orecchie anche quando viene suonata ad alta voce è davvero notevole. Ma, ahimè, l’influenza del jazz come genere musicale risuona ancora più forte di qualsiasi sinfonia di due righe che possa ripetersi all’infinito.

Vi siete mai chiesti perché c’è almeno un jazz bar in ogni città movimentata che visitiamo? Perché è così popolare? Il linguaggio internazionale che il jazz cattura nella natura selvaggiamente libera dell’improvvisazione in una jazz band di qualsiasi dimensione racchiude la nostra curiosa natura umana

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L’altro ieri stavo leggendo un articolo sul ruolo del subconscio nella tragedia antica per l’università e Segal sosteneva quanto segue:

This is a place from which and in which we may catch a fleeting glimpse of a reality that we usually do not see or speak. The theater then becomes “the best incarnation of this ‘other scene’ that is the unconscious.“. –

Segal, Charles dal libroLanguage and Desire in Seneca’s Phaedra

Egli sottolinea che nella tragedia entriamo in contatto con una realtà alternativa che, confrontata con la nostra, incoraggia la riflessione e la messa in discussione delle norme e dei valori personali e sociali. Credo che la qualità inaspettata e unica dell’improvvisazione nel jazz esprima questa fresca alterità in cui possiamo perderci e da cui siamo sorpresi nel modo più riflessivo ed emozionante. A volte è proprio nell’imprevisto e nell’inatteso che si raggiunge un senso di immensa familiarità e consapevolezza di sé.

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Ad ogni modo, tuffiamoci nell’evoluzione del jazz e di come è nato. Ho avuto il piacere di visitare New Orleans l’estate scorsa per una settimana di persona ed è stato molto importante per comprendere il mondo del jazz! In ogni strada il suono di un sassofono rimbalza gioiosamente per le vie da un ciottolo all’altro e danza intorno ai balconi del Quartiere Francese.

Congo Square è la patria ufficiale del jazz, in quanto gli schiavi vi si riunivano ogni domenica e nelle festività cattoliche: all’inizio del 1800 erano oltre 500. In un’epoca di tale oppressione e razzismo in Louisiana, la musica univa queste persone e portava loro la libertà di sorridere per tutta la settimana fino alla domenica successiva. 

Il genere jazz si è evoluto partendo da tre generi chiave: 

  • Ragtime: una fusione tra ritmi afroamericani ed europei.
  • Marching Band: un suono incoraggiante ed edificante creato per sollevare gli spiriti durante la guerra civile
  • Il Blues: un genere nato anch’esso nel periodo della guerra civile, ricco di influenze di altri generi, tra cui il folk, lo spiritual e le canzoni di parole

Così è nato il Jazz e da qui si sono sviluppati il Rock, l’R&B, lo Swing e il Pop. 

A New Orleans ci sono molti punti di ritrovo per il jazz che consiglio vivamente, tra cui: Preservation Hall, che organizza jam session dal vivo quasi tutte le sere dell’anno; il Jazz Museum, che contiene alcune incredibili lettere tra musicisti come Louis Prima e Louis Armstrong, oltre a manufatti come il primo grammy assegnato per la “migliore performance vocale di un gruppo o di un coro” e una pletora di strumenti come il pianoforte, la tromba e la batteria che sono stati suonati da molte delle star del jazz mondiale; Famous Door, che ospita alcuni dei più talentuosi musicisti jazz; Musical Legends Park, che ospita semplicemente jazz dal vivo ogni giorno e uno spazio dedicato ad alcuni musicisti di rilievo che hanno avuto un ruolo nella storia musicale della città. 

Tra i miei musicisti jazz preferiti ci sono: Julie London, Ella Fitzgerald, Louis Armstrong, Chet Baker, Billie Holiday, Etta James, Nat King Cole e Nina Simone.

Chi sono i vostri? Commentate qui sotto.

Con affetto,

Autrice: Poppy Worlidge

Sono una studentessa Erasmus di Londra studiando Lettere Classiche qua in Italia per quest’anno. Sono innamorata di tutto ciò che è musicale e uso questa piattaforma per ispirare ed essere ispirata!

Fa parte di Radioeco del 2022.

Potete trovarmi su @poppy.worlidge

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