Un report su una delle università più importanti ed elitarie al mondo, Georgetown University, Washington DC.

Ciao a tutt*! Buona domenica e ben tornati su Pensieri(S)comodi, la rubrica scomoda targata RadioEco. Sono Eva ed oggi ho deciso di condividere con voi un report personale sull’università di Georgetown, Washington DC.
Durante il mio ultimo viaggio nella capitale degli Stati Uniti ho avuto la possibilità di visitare il campus dell’università di Georgetown e soprattutto di prendere parte ad una lezione a porte chiuse. Alcune informazioni e curiosità, accompagnate da alcune riflessioni.
Indice:
Washington DC
Washington DC é una città autonoma situata tra il Maryland e la Virginia; un distretto, come indica l’acronimo “DC” che sta per “District of Columbia“. La città é stata progettata da un architetto francese, P.L’Enfant, motivo per cui il suo tessuto urbano somiglia molto a quello Parigino. La sua architettura riprende stili europei vari.
La città é stata ideata nel 1780 per essere la capitale degli Stati Uniti in quanto compromesso politico tra gli stati del nord e quelli del sud. Circa la metà della sua popolazione è di origini afroamericane: questo é dovuto al fatto che nel periodo della segregazione razziale e della guerra di secessione il Maryland e la Virginia erano stati estremamente schiavisti e molti trovarono accoglienza nella città di Washington DC, divenuto dunque punto di fusione culturale.

ll sistema scolastico italiano e americano: un confronto
Ci troviamo tutti – piú o meno – d’accordo sull’inappropriatezza degli interessi economici che stanno dietro ai vari settori scolastici privati e talvolta anche pubblici; l’educazione dovrebbe essere libera ed accessibile e non oggetto di un mercato a scopo di lucro. Purtroppo, però, anche nei paesi democratici in cui l’educazione viene presentata come un servizio pubblico ed accessibile a tutti, la realtà è spesso ben diversa: all’interno dei vari settori educativi vigono interessi economici, manovre eticamente scorrette, favoritismi e disuguaglianze.
Nonostante questa sia una triste realtà, va riconosciuta l’efficienza e le funzionalità di molte università anche – e soprattutto – private, ai fini della preparazione e delle opportunità professionali che offrono. La mia riflessione di oggi non tratta l’accessibilità all’istruzione ma si incentra sulle modalità d’insegnamento adottate. Perché determinati approcci e metodologie non possono essere esportate anche in ambiti scolastici diversi e pubblici? Perché l’Italia sembra non riuscire ad essere neanche lontanamente al passo di certe realtà innovative e funzionali?
Che il sistema scolastico italiano, universitario e non, sia ancora ancorato a modalità di insegnamento vecchie e riciclate, non è una novità. Spesso è proprio questa la causa del disinteresse di molti verso l’apprendimento e lo studio. La scuola italiana spesso si ritrova a promuovere metodi di insegnamento “nuovi” e “interattivi” che non sono altro che una versione fintamente aggiornata dei soliti vecchi regimi. Del resto, quando non si hanno i mezzi educativi ed informativi per imparare ad approcciarsi a metodologie nuove, risulta impossibile anche per i più avanguardisti riuscire a proporre qualcosa di pratico e funzionale.
Georgetown University
L’università di Georgetown prende il nome del quartiere che la ospita, il quartiere più ricco ed elitario di tutta la città, nonché lo specchio dell’università stessa. Questa è l’università ambita da chiunque aspiri a fare carriera ed arrivare ad avere un ruolo considerevole all’interno del governo americano, complice il fatto che si trova nella capitale, città in cui le opportunità lavorative sono particolarmente centrate sulle relazioni diplomatiche.
Si può dire, dunque, che questa università sia tanto ambita quanto poco accessibile, ed é naturale che sia così. La sua elitarietá é direttamente proporzionale alle possibilità che offre. Da sempre ed ovunque gli istituti privati offrono un servizio migliore rispetto a quelli pubblici. Per quanto questo sistema possa avere i suoi lati negativi, bisogna riconoscere che questo ordinamento ha anche dei punti positivi. Non é scontato che un’università privata e di alto livello adotti metodi di insegnamento innovativi e progressisti. Ed é proprio questo che mi ha particolarmente colpita di questo campus.

Ciò che sicuramente aiuta il buon funzionamento di molte università Americane e non, é l’internazionalismo che le domina. L’università di Georgetown nonostante la sua natura storica é estremamente internazionale, sia dal punto di vista degli alunni che dei professionisti che vi lavorano, e questo aiuta inevitabilmente il clima che la abita e la varietà di offerte ed approcci proposti. Il clima universitario italiano manca di tutto ció, oltre a mancare di workshop/corsi obbligatori, formativi e gratuiti sia inerenti a temi sociali ed etici, sia riguardanti le metodologie di ricerca, di scrittura, di studio, di applicazione universitaria e lavorativa.
Una lezione a porte chiuse
Ho avuto il privilegio di assistere ad una lezione a porte chiuse del corso di “armi nucleari” del corso di laurea “Biohazardous Threat Agents & Emerging Infectious Diseases“. La lezione in questione é stata illuminante per quanto riguarda la metodologia utilizzata dal professore, un qualcosa di nuovo e mai visto in tutta la mia carriera scolastica. La lezione é stata una conversazione, un dibattito, un confronto tra professore e alunni attraverso considerazioni personali e domande istintive. Il fatto che il metodo di insegnamento mi abbia colpito più delle nozioni di biodifesa, terrorismo e armi nucleari, ha acceso in me un campanello d’allarme, campanello che sicuramente risiede nel malfunzionamento delle metodologie adottate nelle scuole italiane. La lezione é stata partecipativa, nonché l’opposto della famigerata “lezione frontale” che da anni in Italia si tenta con insuccesso di eliminare.
Alcune letture interessanti:
- Dai programmi obsoleti alle classi pollaio: i 5 nodi della scuola italiana
- Quello che serve davvero alla scuola italiana – Internazionale
- Il rapporto tra scuola e politica
- Washington DC
- Alcune statistiche

Studentessa di comunicazione, scrive di qualsiasi cosa per alleggerire chi le sta intorno dalle sue divagazioni e i suoi dilemmi, anche se spesso non basta. Cucina per rilassarsi e fotografa per non dimenticarsi di niente.