
Nascosto tra i vicoli del centro storico di Pisa, il cinema d’epoca Lumière è uno dei principali luoghi di ritrovo della città della torre pendente. Al suo interno c’è un palco su cui numerosi musicisti italiani ed esteri, alcuni già relativamente conosciuti, altri emergenti, si esibiscono davanti ad una platea di giovani.
La sera del 25 marzo 2023 una band molto particolare ha trasportato gli spettatori del Lumière nelle strade della Capitale. Noi di RadioEco ci siamo recati alla data pisana del Muro del Canto, una delle più interessanti band del panorama folk rock romano – e italiano in generale.
Il Muro del Canto

Attivo dal 2010, Il Muro del Canto è attualmente composto da Daniele Coccia Paifelman (voce), Alessandro Pieravanti (voce e percussioni), Alessandro Marinelli (fisarmonica, pianoforte e percussioni), Ludovico Lamarra (basso), Eric Caldironi (chitarra acustica) e Franco Pietropaoli (chitarra elettrica e cori). In passato ha militato nella band come chitarrista anche Giancarlo Barbati, in arte Giancane, altro esponente di spicco della scena rock capitolina.

Le canzoni del sestetto romano rielaborano in chiave rock la musica popolare romana, che viene richiamata attraverso la chitarra acustica di Caldironi e, soprattutto, attraverso la meravigliosa fisarmonica di Marinelli. Sui movimentati brani folk rock si staglia il timbro basso e rauco di Coccia, mentre sulle parti più lente Pieravanti recita in maniera teatrale degli intensi monologhi.
Anche i testi, cantati in romanesco, richiamano l’immaginario evocato dalla musica d’autore romana. I brani raccontano storie di amori fallimentari, di miseria, ma anche di coscienza di classe e ribellione; o, ancora, propongono riflessioni sulla vita e sulla morte con una certa “saggezza popolare”.
Il Muro del Canto ha all’attivo cinque album, l’ultimo dei quali, Maestrale, è stato pubblicato nel 2022 da Fiorirari.
Il concerto

Lo spettacolo inizia alle 21:45 e dura un’ora un quarto, nella quale la band porta sul palco del Lumière brani nuovi e vecchi.
Nella prima parte del concerto appaiono soprattutto brani provenienti dall’ultimo album Maestrale, come La luce della luna, Lasciame sta’, Cometa e Prima de tutto. Ma fanno la loro comparsa anche vecchi brani amatissimi dai fan, come L’anima de li meglio, Figli come noi e L’amore mio non more, oltre ad una curiosa cover in romanesco di Man in Black di Johnny Cash.

Lo spettacolo si chiude con tre delle canzoni più famose e apprezzate del gruppo: 7 vizi Capitale (scritta insieme al rapper Piotta e impiegata nella serie Netflix Suburra), Il canto degli affamati e Ciao core. La platea, che per tutto il concerto si è scatenata, impiega le sue ultime energie per ballare e cantare a squarciagola anche queste ultime canzoni.
I concerti del sestetto capitolino meritano assolutamente di essere visti, in quanto regalano emozioni intense. Il Muro del Canto è in grado di divertire ma anche di commuovere chi ascolta, evocando nella sua mente, attraverso la musica, immagini della Città Eterna. Nelle canzoni, traspare un amore doloroso e conflittuale per Roma, “na madre premurosa, che te mena e t’accarezza” (citazione da 7 vizi Capitale), che dà la vita ma allo stesso tempo condanna alla miseria e alla fame. Infatti, nonostante i suoi mille problemi e contraddizioni, nonostante il disgusto per la ricchezza eccessiva di pochi e per la miseria di molti, chi abita Roma non vuole lasciarla. Anzi, se la porta sempre nel cuore.

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Autore: Alessandro Logi
Studio filosofia, mi piace ascoltare musica, leggere, fare foto e guardare meme.
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