Martedì 21 marzo 2023 lo sportello interuniversitario pisano contro la violenza di genere ha curato il secondo incontro della rassegna “Un altro genere di cinema” al cinema Arsenale di Pisa. I Comitati Unici di Garanzia dell’Università di Pisa, della scuola Normale e Sant’Anna si sono occupati dell’organizzazione, in collaborazione con Laboratoria Femminismi e la Casa della Donna di Pisa.
L’incontro si incentrava sulla visione gratuita di Sotto accusa (The Accused) di Jonathan Kaplan, seguito da un dibattito sui temi esposti.
Provare a fare sinergia: è quello che abbiamo fatto con lo sportello dell’università e siamo molto contente di questo lavoro che abbiamo iniziato insieme. Tutti insieme qualcosa possiamo cambiare
Laboratoria Femminismi

- Scheda tecnica del film
- Sinossi di Sotto Accusa
- Una terrificante storia vera
- Analisi e riconoscimenti di Sotto accusa
- La paura connaturata all’essere donna
- Concludendo
Scheda tecnica del film
- Titolo originale: The Accused
- Titolo italiano: Sotto Accusa
- Regia: Jonathan Kaplan
- Sceneggiatura: Tom Topor
- Anno di uscita: 1988
- Durata: 111 minuti
- Genere: thriller drammatico, poliziesco, psicologico
- Lingua originale: inglese
- girato in e proiettato in 35mm, col. (Technicolor)
- Paese di produzione: Stati Uniti d’America e Canada
- Casa di produzione: Paramount Pictures
- Distribuzione: U.I.P. – CIC VIDEO – LASERDISC: RCS FILM&TV, PHILIPS VIDEO CLASSICS
- Fotografia: Rolf D. Bode
- Montaggio: Gerald B. Greenberg, O. Nicholas Brown
- Musiche: Brad Fiedel
Sinossi di Sotto Accusa
Il film ha inizio con la fuga della protagonista Sarah Tobias (Jodie Foster) dal locale notturno in cui una sua amica lavora come cameriera. Visibilmente traumatizzata, cerca un modo per allontanarsi da occhi indiscreti. Un ragazzo di nome Kenneth Joyce (Bernie Coulson), al telefono con la polizia in una cabina telefonica, funge da narratore nella vicenda, confessando che su Sarah era appena stata fatta della violenza da parte di alcuni uomini nel bar. Il caso viene affidato alla vice procuratrice distrettuale Katheryn Murphy (Kelly McGillis), che instaura nel corso della narrazione una rapporto di complicità con Sarah e una sorta di ossessione nella risoluzione del caso.
Una terrificante storia autentica

Cheryl Araujo
La pellicola è particolarmente esplicita nella rappresentazione della violenza fisica. Si tratta infatti di una delle prime opere Hollywoodiane a ritrarre apertamente il tema dello stupro. La storia del personaggio di finzione Sarah Tobias si ispira alla storia vera della ventunenne Cheryl Araujo, che ha subito le violenze sessuali di quattro uomini in un bar del Massachusetts nel 1983.
Come nel film presentato all’Arsenale, anche nel caso di Cheryl a rendere ancor più raccapricciante lo stupro furono gli spettatori che incitavano i carnefici, spronandoli a continuare.
Gli stupratori Joseph Vieira, Daniela Silva, Victor Raposo e John Cordero sono stati identificati, assieme a Virgilio Medeiros e Jose Medeiros, i due uomini che incoraggiavano il disgustoso atto. Ma le disgrazie di Cheryl continuarono anche a seguito di quella notte: il giudice Young diede il suo consenso per filmare il processo, causando lo spopolare di opinioni non richieste da parte dei telespettatori, convinti che la ragazza fosse responsabile della situazione. Nonostante le richieste di anonimato, il nome della ragazza fu reso pubblico. Gli stupratori furono ritenuti colpevoli dalla giuria, contrariamente ai Medeiros; nessuno di loro comunque passò più di sei anni in prigione.
Analisi e riconoscimenti di Sotto accusa
Sotto accusa di Kaplan è un’esperienza tremendamente pesante, soprattutto per l’estremo realismo che non lascia scampo a nessuno dalla sofferenza. Jodie Foster è impeccabile nella recitazione, che le è valsa la vittoria come migliore attrice protagonista agli Oscar e ai Golden Globe nel 1989. Lo stesso anno Foster ha vinto il David di Donatello come migliore attrice straniera e nel 1988 la National Board of Review Award le ha affidato il premio di miglior attrice protagonista inserendo Sotto Accusa nei migliori dieci film dell’anno.

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Il dolore di Sarah Tobias trasuda sugli spettatori come se fosse il loro, sentendosi quasi violati dagli stessi corpi, dagli stessi occhi e dalle stesse mani che ferirono lei. L’incredulità e la mancanza di tatto di tutti coloro che le stanno vicini lascia un senso di vuoto. Risulta inevitabile chiedersi come ciascuno di noi si comporterebbe in una situazione simile: è davvero possibile fingere inconsapevolezza di fronte a tale crudeltà? Si può definire “umano” schierarsi dalla parte di chi non si fa problemi a violentare brutalmente una ragazza indifesa?
La paura connaturata all’essere donna
Durante la visione in sala, molte donne e ragazze sono state profondamente turbate dalle crude immagini mostrate. Probabilmente per un pubblico esclusivamente femminile, un pubblico che conosce la paura connaturata all’essere donna, il messaggio sarebbe stato efficace anche senza essere così schiettamente esplicito. Ci sono delle angosce riguardanti questa delicata tematica che toccano la sensibilità di una donna in modo diverso rispetto ad un uomo. La scelta di includere contenuti così forti ha avuto però successo negli anni, proprio perché coloro che sono sempre stati estranei a questa paura ne sono stati avvolti, sommersi, inghiottiti. Grazie a questo film si è portato alla luce quello che rischiava erroneamente di rimanere un eterno tabù, che esigeva con veemenza di essere conosciuto.

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Concludendo
Considerando che la centralità di questo film risiede proprio nelle sue tematiche, si tratta di un lavoro interessante, da vedere almeno una volta per diffondere il più possibile un tema che purtroppo rimane attuale anche dopo 35 anni dalla prima uscita in sala. Il corpo di una persona le appartiene unicamente, non deve sottostare alle regole, ai contatti e alle voglie di nessun altro. Per nessun motivo al mondo si può pensare di bypassare il fondamentale step del consenso. Parole che sembrano scontate, ma che fin troppe volte rimangono fragili promesse facilmente infrante, che si lasciano indietro, come impronte di sangue, un’indelebile macchia di vergogna, schifo e delusione.
Sotto Accusa non è un capolavoro tecnico, né un’opera particolarmente “bella”, ma è certamente una pietra miliare nella storia della cinematografia che, una volta per tutte, si è spogliata delle vesti consolatorie ed illusorie per aprire collettivamente gli occhi ad una società che si rifiuta di essere umana.
Sono molto colpita e molto grata a tutte e tutti voi di essere rimaste e rimasti dopo il film, perché quello che a noi interessa fare è costruire un racconto corale, tutte e tutti insieme della violenza. C’è una cosa che mi colpisce molto di questa sala, che si ricollega al film: quando avevo 20 anni a vedere questo film saremmo state solo giovani donne. Vedere in questa sala tanti ragazzi, tante soggettività in un corpo maschile per me, malgrado la sofferenza che il film mi provoca, è una boccata d’aria. […]
Renata Pepicelli
Delegata per le attività in Gender Studies and Equal Opportunities

Autrice: Eleonora Mastantuono
Approdata a Radio Eco come blogger per trovare una collocazione concreta a tutti i miei pensieri.
Collaboratrice per la rubrica “CinefiLife”, nella speranza di trasmettere una passione che arde di essere condivisa.
Come Guido dell’8 1/2 felliniano “Non ho proprio niente da dire. Ma lo voglio dire lo stesso.”