Bentornati su RadioFemm, la rubrica femminista di RadioEco! Questa settimana tratteremo di uno dei temi alla base della lotta per l’uguaglianza tra i sessi, ovvero il gender pay gap.
Cos’è il gender pay gap?

“Gender pay gap” si può tradurre in italiano come “divario retributivo di genere” ed è la differenza tra il salario annuale medio di un uomo e il salario annuale medio di una donna. Esso si calcola sottraendo alla retribuzione media di un uomo la retribuzione media di una donna e dividendo il risultato per la retribuzione media di un uomo moltiplicata per 100, ottenendo così una percentuale.

I dati in Italia e in Europa
Leggendo i dati dell’Eurostat aggiornati al 2021, osserviamo come il gender pay gap in Italia sia ad una percentuale piuttosto buona rispetto agli altri paesi europei. L’Italia si piazza infatti al quarto posto nella classifica europea, con un gender pay gap che ammonta “solo” al 4,2%: ciò significa che in Italia lo stipendio di una donna è inferiore rispetto allo stipendio di un uomo “solamente” del 4,2%.
La media europea è però più preoccupante: in Europa il gender pay gap ammonta al 13%, una percentuale altissima. In pratica, se un uomo guadagna 50.000 euro l’anno, una donna ne guadagna 43.500.
Perché esiste il gender pay gap?
Sul perché esista il gender pay gap, si è sviluppata una serie infinita di stereotipi che mettono al centro dei motivi principalmente la natura dell’essere madri delle donne. Il falso mito più diffuso infatti è che le donne guadagnino meno degli uomini perché scelgono volontariamente un lavoro part time per avere più tempo da dedicare alla famiglia e alla cura dei propri figli.
In realtà il gender pay gap esiste per svariati motivi, tra i quali troviamo una discriminazione diffusa in base al genere a partire dal colloquio di lavoro; la distinzione nella società di lavori da uomo e lavori da donna, spesso identificando con lavori da donna i lavori meno pagati, ad esempio l’istruzione elementare; l’ingiustificata differenza nel salario tra uomini e donne a parità di ore lavorative, professione e livello di educazione.
Possibili soluzioni

La principale soluzione al gender pay gap è ovviamente fare più informazione possibile: è un fenomeno tristemente diffuso nel mondo lavorativo di tutti i paesi ma di cui non si parla abbastanza e del quale non tutti conoscono l’esistenza.
Dal punto di vista meramente pratico, non c’è purtroppo una sola soluzione per risolvere il gender pay gap. Ci sono però delle strategie che potrebbero diminuire il divario retributivo: tra queste troviamo alzare il salario minimo, introdurre una maggior trasparenza nelle politiche retributive e apportare delle modifiche al congedo parentale, permettendo una maggiore equità in abito lavorativo.

Mi chiamo Livia Giorni, ho diciannove anni e studio Scienze Politiche all’Università di Pisa. Da quando ho memoria sono appassionata di scrittura e in particolare di scrittura divulgativa: da qui il mio sogno di diventare giornalista. Il mio obiettivo più grande è infatti quello di far sentire le voci delle persone che hanno più bisogno di essere ascoltate.