La rivelazione è donna. La giovane chitarrista brasiliana Lari Basilio e il suo Trio incendiano l’Auditorium Meliani di Ponsacco introdotti da un ospite d’eccezione: Andrea Valeri.

- Apertura con Andrea Valeri: se chi fa da sé fa per tre
- Lari Basilio e la chitarra molteplice
- Are you guys ready for some rock ‘n roll?
- Consigli d’ascolto: Lari Basilio e Andrea Valeri
Apertura con Andrea Valeri: se chi fa da sè fa per tre
Apre la serata Andrea Valeri da solo. A lui l’arduo compito di scaldare l’auditorium prima che venga il turno degli ospiti internazionali.

Valeri dimostra sin da subito d’essere non solo un grande chitarrista, ma un vero e proprio vulcano di energia. Si serve della chitarra come di un passepartout per molteplici mondi sonori, senza alcun bisogno di essere accompagnato, e dimostra di conoscere ogni dettaglio del suo strumento.
Nelle sue mani un pezzo iper conosciuto come These boots are made for walking torna ad essere nuovo, inedito: lo stesso accade per il celeberrimo tema de Lo chiamavano Trinità. Valeri è un cantastorie la cui voce è racchiusa nella chitarra, che utilizza come strumento percussivo e armonico ad un tempo. Quasi un walking bass quando necessario, lirica se dev’essere tale. Valeri si prende la libertà di rimodellare il tessuto della canzone a suo piacimento. Le sue integrazioni scivolano con tanta naturalezza nel soggetto originale da diventarne indistinguibili. La percussione, che sia sul corpo della chitarra o sulle corde, non manca un colpo, costante quanto un sano battito cardiaco.
Un momento di serietà viene con il ricordo di Roberto Cecchetti, grande didatta della zona scomparso di recente, a cui vengono dedicati due brani, autografi a quattro mani di Valeri e Cecchetti: La lettera e Forever friends. Sono pezzi cantautorali, narrativi, anche senza parole cantate. La lettera in particolare è un racconto dove la voce viene sostituita dalla melodia della chitarra, le cui sonorità richiamano alla mente Blackbird. Un accenno cantato da Valeri tradisce la commozione del momento.
Siete pronti per rock ‘n’ roll? Il registro cambia del tutto con una rievocazione sapientissima di Sultans of Swings dei Dire Straits. Si fatica a definirla over, tanto diverge dall’originale e acquisisce un sapore differente, individuale per Valeri. Il chitarrista tira fuori sfumature e cromatismi già presenti nel pezzo originale, ma che nobilita ed evidenzia finché non modificano il feeling stesso della canzone.
La chitarra di Andrea Valeri vale da sola un’intera band. Anche il pubblico diventa uno strumento: Andrea usa l’applauso come elemento percussivo per un ritardando finale molto dolce. Viene poi la chiusura dell’apertura, giustamente a tono: Eye of the Tiger.
Lari Basilio e la chitarra molteplice
Lari Basilio, rivelazione come autrice e musicista ad un tempo, entra con la sua iconica Ibanez signature violet. La accompagnano Poliana Magalhaes al basso e Lucas Bidran alla batteria.

La chitarra di Lari non è una sola: diventa uno strumento nuovo in ogni momento, diverso per ogni inedito. Alive and living comincia con sonorità da basso slappato ma continua con caratteri tipici del math rock. Lari porta un rock fusion nel senso più fresco ed originale del termine. Si ha l’illusione che più chitarristi vengano ad alternarsi in scena, ognuno con la propria firma, ma lei è da sola. Questo pezzo di presentazione racchiude un’anteprima per ogni stile toccato dalla grande chitarrista brasiliana e si conclude con un assolo degno delle vecchie penne. Fearless porta sapori classici. Basilio utilizza la leva del tremolo come simulasse la dissolvenza di una voce umana. Timbro e colore dello strumento prendono consistenza immediatamente, come dal pensiero di lei, cambiando. C’è tanto, tantissimo nei brani in scaletta, ma senza che l’abbondanza si tramuti in confusione.
Una piccola pausa per ringraziare e presentarsi, in italiano, da parte di lei: così si chiude l’introduzione e si torna alla musica.
Per Here for you Lari lascia la Signature violet e sfodera una seconda chitarra bianca. Si alternerà tra le due per tutta la serata. Temi ballabili, anche se su tempo sghembo, occupano l’auditorium. La bassista Poliana Magalhaes sprigiona senza darlo a vedere una saldezza incontrastabile, monumentale: il suo groove fa da fondamenta perché la chitarra di Lari possa avventurarsi altrove. Un’introduzione della sola chitarra, con un tremolo che fa da riverbero, annuncia le sonorità liquide ed echeggiate di Not alone.
Tutti i brani in scaletta sono inediti, ma se anche non lo fossero la chitarra di Basilio apporta una moltitudine di sonorità, uno stile, insomma un modo di suonare che è un modo d’essere e si adatta virtualmente ad ogni campo armonico.
Il genere è un fusion leggero ed orecchiabile, nonostante gli influssi da materiali anche corposi e complessi o molto carichi tecnicamente. La grandezza di Basilio sta anche in questo: rendere grazioso e piacevole il virtuosismo, che viene sempre presentato con un sorriso sulle labbra.
Ogni brano è un interpolazione dal mondo musicale di Lari, e i pezzi sono in continuazione, in congiuntura fra loro: cambi di tono improvvisi, ben integrati nel tessuto armonico, alternano momento corposi ad attimi divertenti e sbarazzini.
Durante Far more Lari chiede al pubblico di tenere il ritmo, battendo le mani, e così tutti diventano partecipi.
Are you guys ready for some rock ‘n roll?
Testimone delle capacità camaleontica di Basilio è Redeemed. Il tema è grave e ricorda alcune progressioni d’accordi care fra tutti a Nino Rota, mentre nel panorama contemporaneo, lo stile polifonico di alcuni passaggi rammenta il giovanissimo Ichika Nito: accordi liquidi e giri classici ricordano Yes, the river knows dei Doors. E nonostante questo basso e batteria sono incudini, con Magalhaes strutting on stage.
Are you guys ready for some rock ‘n’ roll? Violet viene annunciato da un fischio. Si tratta di rock classico, ma con un twist tipico di Basilio. Il riff convincente, convinto, si presta a stop e riprese continue. Il pezzo si distorce poi: diventa prog, vario, imprevedibile. Dimostra come Lari debba aver ascoltato di tutto per avere tanta confidenza con ogni aspetto del suo strumento. Il groove rimane solida come la roccia sotto i voli pindarici, aerei di lei. Ogni brano è una rapsodia di esempi relativi alla traccia fondante.
Gli strumentisti sono eccellenti, ma la scena è rubata proprio da Lari, e sembra più che giusto che il Trio porti il suo nome.
Il fatto che mentre Lari Basilio accorda la chitarra sembra già cominci una frase musicale è testamento alla sua precisione nel curare il senso di quello che suona come un unicum, come un oggetto sfaccettato, e non solo smussando le sue parti. L’Interlude strumentale è un solo di chitarra dolcissimo, una dedica, un’introduzione al brano seguente che suona quasi come fosse parlato.

Novo riporta sulla scena sonorità liquide, quasi acquatiche, come riflesse – dettagliate da armonici e accenti. Il suono è raramente distorto perché deve arrivare puro per permettere melismi e volteggi. Talvolta la batteria suona quasi come fosse battuta dalle fruste, e va insieme al tema sensuale della canzone. Nonostante Sunny days cominci con ambienti musicali distesi, prende velocità e il riff in maggiore si distorce in dettagli imprevedibili. La chitarra stessa di Lari è comprimaria, supporto e protagonista un attimo dopo l’altro. E poi New time, con la sua batteria che è una marcia e chiusure sempre sospese; Walking by faith, con riff pesante e bending, una parte cantata, la chiusura percussiva violenta; All to you, che ha il sapore di un saluto.
Lari si ferma, ringrazia, è affabile e sorride, ma non si perde in chiacchiere e va subito al sodo. I ringraziamenti poi non sono abbastanza per frenare l’entusiasmo del pubblico. Ed ecco, come ultimo regalo due bis. Running to the other side è una rapsodia per chitarra che rammenta i Covet per freschezza e ritmo serrato, insomma puro math rock, complementato da un sapiente gioco di pickup. E poi Your love…
Your love si può, anzi si deve, ascoltare dovunque possibile.
Consigli d’ascolto: Lari Basilio e Andrea Valeri
Il tour europeo del Lari Basilio Trio continua e il suo ultimo album Your love, dove sono raccolti i brani del concerto, è disponibile all’acquisto e sulle piattaforme. L’ultimo album di Andrea Valeri, Historia, è disponibile all’acquisto.

Autrice: Lucrezia Ignone
Classe 2002. Studio Fisica all’UniPi ed Opera lirica fuori, oltre a coltivare mille interessi diversi. Curo un blog personale e sono coinvolta in più associazioni nazionali. La mia parola preferita è: polymathes. In RadioEco mi occupo principalmente di musica.
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