Uscito per la prima volta nelle sale cinematografiche nel 2022, “Aurora’s sunrise” si presenta come un potente ibrido di bellezza e dolore, sospeso tra veri generi.
Successo che giunge anche al Trieste Film Festival
Da “Auction of souls” ad “Aurora’s Sunrise”
Scheda tecnica del film

- Titolo originale: Aurora’s Sunrise
- Titolo italiano: L’alba di Aurora
- Autrice e regista: Inna Sahakyan
- Sceneggiatura: Inna Sahakyan, Kerstin Meyer-Beetz, Peter Liakhov
- Animazione: Gediminas Skyrius, Rimas Valeikis, Šarūnas Vyštartas, Tigran Arakelyan, Ruben Ghazaryan
- Cast: Anzhelika Hakobyan, Arpi Petrossian
- Nazione: Germania, Lituania, Armenia
- Produzione: Bars Media, ARTBOX laisvalaikio klubas, gebrueder beetz filmproduktion.
- Data: 16 giugno 2022
- Formato: animazione, interviste,
- Durata: 97 minuti
- Sonoro, HD, col.
- Lingua: inglese, armeno, turco e curdo con sottotitoli
- Soggetto
- Fotografia: Vardan Brutyan
- Montaggio: Ruben Ghazaryan
- Musiche: Christine Aufderhaar
Successo che giunge anche al Trieste Film Festival
“Aurora’s Sunrise” è una pellicola che ha avuto il potere di far arrivare una storia tremendamente personale alla sensibilità individuale dei suoi spettatori. Di fronte all’orrore della tragica storia vera della protagonista Aurora Mardiganian (Arshaluys Mardinian) non c’è via di scampo. Non ci si può astenere dal condividere con lei, e con tutti gli altri protagonisti di questo dramma, il dolore atroce del genocidio e della persecuzione.

credits: Trieste Film Festival
Nel 1915 infatti, la giovane, al tempo 14enne, ha vissuto in prima persona la devastazione e la cancellazione del popolo armeno da parte della Turchia ottomana. Salvata dalle grinfie della morte per il suo aspetto, fu venduta come schiava sessuale, spostata tra vari harem e abusata fisicamente e psicologicamente.
La pellicola è composta da formati diversi, che riescono ad amalgamarsi tra loro con delizia creando un’opera struggente e tenera. La regista Inna Sahakyan ha unito interviste, animazioni e i pochi minuti rimasti del film “Auction of Souls (Ravished Armenia)” in un unico lungometraggio, che ha partecipato al Trieste Film Festival nella sezione “Fuori dagli sche(r)mi” in anteprima italiana.
Da “Auction of Souls” ad “Aurora’s Sunrise”
“Auction of Souls” il film americano, interpretato dalla stessa Aurora Mardiganian, trattava proprio la storia nella sua vita travagliata. Un lavoro impegnativo che le ha costretto di rivivere i ricordi di un infanzia privata, sommersa dal dolore di aver perso la sua famiglia e la sua patria.
Di questo film, datato 1919, vengono mostrate le scene reduci dalla sua distruzione. Come racconta la protagonista stessa in una delle interviste incorporate in “Aurora’s Sunrise”, la produzione americana ha censurato, o quantomeno limitato, l’atrocità delle pratiche subite dalle donne armene durante lo sterminio. L’esperienza si è poi rivelata essere l’ennesimo abuso di potere sulla giovane protagonista, che ha subito nuovamente la spettacolarizzazione del suo infinito malessere.

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Intime riflessioni sull’opera
La parte di animazione di “Aurora’s Sunrise”, controbilancia la mostruosità degli eventi, narrati con immensa delicatezza. La rappresentazione della sofferenza è dolce e innocente come le sue giovani vittime, accarezza lo spettatore, sfiora la sensibilità di chi ha di fronte. All’osservatore, inerme, non restano che brividi e commozione.

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La rappresentazione della violenza è riadattata con la stessa premura. La vista del sangue lascia spazio alla rappresentazione di bachi da seta rossi, ancora una volta in ricordo della famiglia perduta di Aurora, che rivive gli stessi attimi di tragedia, sempre più sola persino nei suoi sogni e nelle sue reminiscenze.
Il merito della regista e sceneggiatrice Sahakyan sta proprio nell’aver saputo mostrare con maestria la storia di una coraggiosa ragazza, maturata in impavida donna, che non ha mai permesso di mostrarsi al mondo come vittima, bensì come eterna guerriera.
La lacrime versate di fronte a questa produzione simboleggiano una tardiva realizzazione di tutto il male di cui l’umanità è capace. Si crogiolano nell’ira e nel disgusto, nella consapevolezza che la storia non fa altro che ripetersi. Questo è un racconto di rinascita e resilienza, che infonde coraggio e che invita a riflettere in silenzio, di fronte alle sue immagini e alle sue parole, sul significato ultimo di saper essere umani.

Autrice: Eleonora Mastantuono
Approdata a Radio Eco come blogger per trovare una collocazione concreta a tutti i miei pensieri.
Collaboratrice per la rubrica “CinefiLife”, nella speranza di trasmettere una passione che arde di essere condivisa.
Come Guido dell’8 1/2 felliniano “Non ho proprio niente da dire. Ma lo voglio dire lo stesso.”