Ambiguità sessuale e queerbaiting

Con RumorEco oggi parleremo di un argomento spinoso e ricorrente negli ultimi anni sui social media: il queerbaiting. In cosa consiste? Ecco tutto quello che serve sapere per comprendere al meglio questa tematica:

“I Kissed a Girl”

Siamo nella calda estate del 2008. Milioni di persone in tutto il mondo stanno ascoltando dal loro iPod la canzone che da qualche mese era sulla bocca (e nelle orecchie, appunto) di tutti. “I Kissed a Girl”, la hit di Katy Perry, non solo era il tormentone dell’estate, ma da lì a poco sarebbe diventata anche una delle canzoni più ascoltate e vendute di sempre.

Indipendentemente da sesso, orientamento sessuale e posizioni politiche, la canzonetta aveva messo le radici nella testa di chiunque. Certo, è esilarante immaginarsi una madre di famiglia, cattolica, che tornata dalla messa canta a squarciagola di come abbia baciato una ragazza, e di quanto le sia piaciuto. Ma quell’estate il brano era riuscito ad unire tutti sotto l’unico credo della musica pop.

Probabilmente molti non erano del tutto consapevoli delle parole che stavano canticchiando. I più attenti, invece, avevano individuato nella canzone un pioniere che avrebbe guidato il pop verso la disamina di tematiche queer, al tempo ancora poco esplorate all’interno del genere.

Quello che nel 2008 sembrava rivoluzionario, agli occhi di molti però oggi sembra tutt’altro. La stessa interprete del brano ha rivelato anni dopo che se avesse la possibilità di riscriverlo gli apporterebbe delle modifiche.

La canzone della pop star infatti è caratterizzata da un testo che abbonda di stereotipi sulla bisessualità, come quando afferma che baciare una persona del proprio sesso «is not what good girls do». Inoltre, se la canzone fosse stata pubblicata in anni più recenti, Katy Perry sarebbe probabilmente stata accusata di quello che oggi definiremmo queerbaiting.

Cos’è il queerbaiting?

Queerbaiting è un termine che da poco è entrato in uso nel mondo del web. La parola viene utilizzata per indicare un personaggio eterosessuale che crea dell’ambiguità attorno al proprio orientamento sessuale, e la sfrutta per generare curiosità e attenzione da parte del proprio pubblico. Sostanzialmente quindi viene impiegata la delicata tematica della sessualità in delle operazioni a fine di marketing.

Questa pratica, considerata irrispettosa nei confronti della comunità LBGTQ+, è l’emblema della scarsa rappresentazione della stessa comunità nell’industria dell’intrattenimento. Il queerbaiting infatti strizza l’occhio alle persone queer, funge da esca per attrarle, per poi lasciarle per l’ennesima volta escluse e rilegate ad un sottotesto che le accenna, ma non le rappresenta mai a pieno.

queerbaiting
credits: StudySmarter

Il queerbaiting nell’industria dell’intrattenimento

Ad oggi numerosi momenti della cultura popolare sono stati al centro di polemiche sul queerbaiting. In Italia ad esempio ha fatto molto parlare il personaggio di Achille Lauro, che tra minigonne e baci omosessuali sul palco di Sanremo, viene spesso paparazzato con la sua presunta fidanzata.

Anche al difuori del mondo della musica persiste il fenomeno del queerbaiting. Spesso trame di film o di serie televisive vengono infiocchettate con allusioni a tematiche queer, che puntualmente non sono mai sviluppate fino infondo.

Uno degli ultimi prodotti cinematografici che ha fatto discutere di queerbaiting è il film di animazione Disney “Luca”. Il film è sembrato agli occhi di molti il primo vero e proprio prodotto Disney con una sottotrama queer. I due protagonisti, Luca e Alberto, sembrano infatti consolidare un forte rapporto di amicizia, che si costruisce però di gesti che ricadono nel convenzionale schema disneyano che caratterizza tutte le trame amorose dei film della casa di produzione statunitense.

Inoltre l’intera trama ruota attorno alla necessità di nascondere il segreto di Luca riguardo alla sua natura di mostro marino. Il tutto sembra un non troppo velato riferimento al tema del coming out.

Il caso specifico è però delicato, in quanto entrano in gioco una serie di elementi tra cui la presenza di bambini, sia all’interno del film, che dall’altra parte dello schermo. Probabilmente per questo motivo Disney ha preferito non pronunciarsi riguardo alle supposizioni avanzate dagli spettatori.

luca disney
credits: Twitter

Una lezione dal passato

Tornando all’esempio di “I Kissed a Girl”, possiamo constatare come questo dimostri che con l’evolvere della società, anche i prodotti che l’industria culturale ci offre vengono letti in maniera diversa. La cultura pop infatti è lo specchio di questa evoluzione, ed è proprio per questo motivo che bisogna essere in grado di contestualizzare queste produzioni culturali all’interno dell’ampio processo di trasformazione che la nostra società e cultura hanno vissuto.

Katy Perry nel 2008 probabilmente non poteva avere gli strumenti per comprendere di star attuando del queerbaiting. Nonostante si tratti di poco più di un decennio, negli anni passati dall’uscita della canzone è stata sviluppata una maggiore sensibilità collettiva riguardante la delicatezza del tema.

Per questo motivo è importante continuare a guardare al passato, anche se con occhio critico e giudizioso, cercando di imparare dagli errori commessi e acquisire la consapevolezza che ci permetta, oggi, di rispettare le sensibilità di tutti.

Per concludere è opportuno evidenziare come non sia di certo corretto né tantomeno necessario ricercare la polemica sul tema del queerbaiting in qualsiasi prodotto d’intrattenimento che ci viene propinato. È però giusto pretendere una corretta rappresentazione, che non si prenda gioco della condizione difficoltosa che le persone queer vivono sulla propria pelle.

Fabio Cominelli

Autore: Fabio Cominelli

Abbandonando i poster di Mina e Raffella Carrà appesi nella cameretta a Bergamo, la città d’origine, Fabio si reca a Pisa per studiare. Qui, unendo la propria passione per la cultura popolare, e l’ardente necessità di dare una voce ai più inascoltati, grazie a RadioEco dà vita alla rubrica “RumorEco!”.

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