C’è un falso mito che una volta sfatato fa sempre fare bella figura ad un cinefilo: Nightmare Before Christmas non è un film di Tim Burton. Sorpresi? Se siete abitué della rubrica CinefiLife di RadioEco immagino di no.
In ogni caso credo possa essere interessante indagare su come questo falso mito abbia avuto origine.
Paragrafi che troverai nell’articolo:
- Il rifiuto di Burton
- Un film di Henry Selick
- Questioni di marchio
- Pessima pubblicità per un ottimo regista
Il rifiuto di Burton
Si è creato un effetto mandela nella mente delle persone, per il quale qualsiasi film in stop-motion che abbia elementi di dark-comedy debba essere di Tim Burton, dimenticando chi spesso ci sia realmente dietro queste fantastiche opere.
Il caso più eclatante è forse quello di Nightmare Before Christmas, il film tra i più iconici sul tema del Natale, che per il suo stile, e il suo nome sulla copertina, ha portato molti a pensare fosse un prodotto del regista de La Sposa Cadavere. Quando, in realtà, Tim Burton non ha mai neanche messo realmente piede sul set del film. Il vero visionario dietro “Babbo Nachele” è infatti Henry Selick, regista di altri capolavori come Coraline e La Porta Magica.
Il coinvolgimento di Burton in Nightmare Before Christmas fu solo legato a una poesia con lo stesso titolo, che compose dopo aver visto un negoziante rimuovere le decorazioni di Halloween per fare spazio a quelle di Natale. Subito dopo disegnò per la prima volta il protagonista Jack Skeletron e il cane-fantasma Zero.

co tanto dei primi sketch di Jack Skeletron e del cane-fantasma Zero
Credits: Hake’s – Pinterest
Dalla poesia nacque l’idea per un film e la Disney spinse affinché potesse essere girato da Burton, conscia dei successi del regista, postumo alle celebrazioni di Edward Mani Di Forbice e Batman. Seppur le riserve non mancarono dato il tono molto cupo della pellicola, da qui la scelta, da parte della Major, di non metterci del tutto la faccia, coproducendo la pellicola con la Toutchstone Pictures.
Tuttavia, colpo di scena, Burton rifiutò la proposta della sedia di regia, sia perché impegnato sul set di quel capolavoro di Batman – Il Ritorno, ma anche perché non aveva interesse, o forse voglia, di mettersi di impegno in un processo d’animazione lento e faticoso come la stop-motion. Per questo motivo cedette la poltrona a Henry Selick.
Un film di Henry Selick
Dall’idea di Burton si arrivò al soggetto di Michael Mcdowell (Beetlejuice – Spiritello porcello, I delitti del gatto nero), e dal suo soggetto si arrivò alla sceneggiatura di Caroline Thompson (Edward Mani Di Forbice, La famiglia Addams). Nonostante ciò, quest’ultima rivelò ad Insider che la storia del film era in continua evoluzione, le prime riprese iniziarono, infatti, quando ancora mancavano molte pagine del copione, con l’iconica scena del brano “Cos’è”. Anche a set avviato Selick metteva mano alla sceneggiatura voleva che la storia che stava per mettere in scena potesse essere la migliore di sempre su questo tema.
Merito di Selick fu anche la creazione di personaggi inediti alla poesia di Burton, come l’importante villain della pellicola: Il Bau Bau. Anche sul fronte tecnico Nightmare Before Christmas fu uno sforzo pionieristico immenso, capace di portare l’animazione a passo uno a dei livelli creativi senza precedenti.
Per allestire e girare le scene servirono ben 18 mesi, dei quali 4 dedicati ai pochissimi fotogrammi nei quali il Bau Bau appare “senza pelle”, come una massa di insetti. Prima delle riprese però ci fu un interminabile lavoro di pre-produzione per creare gli storyboard di ogni singola inquadratura e per la scultura dei personaggi.

Credits: Il Cineocchio
Per dare vita a questo capolavoro dello stop-motion ci volle un team di ben 120 persone, delle quali da 13 a 17 erano animatori. I 4 scultori, per il solo personaggio di Jack Skeletron, dovettero realizzare ben 400 teste, ognuna con un’espressione o una posizione della bocca diversa.
Il lavoro più impegnativo fu però quello di chi dovette realizzare i 19 giganteschi e dettagliatissimi set, che dovevano essere perfettamente scomponibili e ricomponibili per garantire un comodo lavoro agli animatori, ospitare botole segrete per l’accesso alle aree più scomode ed essere riprodotti in una versione preliminare in scala 1:4 per permettere al regista di provare tutti i movimenti di macchina e le inquadrature prima di dare l’ok per la costruzione finale.
Per completare il film ci vollero ben tre anni e mezzo (adesso capisco perché Burton rifiutò).
Certo, Tim Burton avrà pure gettato le basi per un’idea di successo, ma è Henry Selick colui che ha arricchito la storia e curato la regia e animazione. È stata la sua direzione a rendere Nightmare Before Christmas il film che tutti noi conosciamo.
Del resto, la Thompson concluse l’intervista a Insider, confermando un fatto ormai evidente «a Selick non viene dato abbastanza credito per il film».
Questioni di Marchio
Con tutta probabilità se a Selick fosse stato riconosciuto il merito che gli spettava, avrebbe potuto avere un nome più familiare al grande pubblico. Dopo tutto, il talento al regista non manca per niente; ad oggi ha realizzato ben tre capolavori della stop-motion, oltre a Nightmare Before Christmas anche James e La Pesca Gigante e Coraline e La Porta Magica. La cosa triste è che alle volte anche questi ultimi due vengono scambiati per film di Burton, nonostante rivestisse solo il ruolo di produttore in James e La Pesca Gigante e non fosse per niente coinvolto in Coraline e la Porta Magica.
Il perché Selick abbia vissuto così tanto all’ombra di Burton è presto spiegato: il marchio gioca sempre un ruolo importante.
Tim Burton tra 19 film, diversi cortometraggi e ora anche una serie tv all’attivo (Jenna Ortega calpestami), ha avuto una carriera inestimabile dal punto di vista artistico e commerciale. I Successi al botteghino di film magnifici come Big Fish o Ed Wood sono lì a dimostrarlo.
Un successo che il regista de La Fabbrica di Cioccolato riscosse sin dal suo esordio cinematografico grazie a Beetlejuice – Spiritello Porcello e il già citato Edward Mani Di Forbice. E questo perché fu in grado di creare uno stile artistico unico e di conseguenza molto riconoscibile, anche da parte di chi bazzica poco le sale, tanto da far urlare al film di Burton non appena compaiono sullo schermo le atmosfere gotiche, la commedia irriverente e la fotografia che gioca sui contrasti.
Tutto ciò ha portato alla creazione di un marchio personale legato a doppio filo al nome “Burton” e che si vendeva e si vende tutt’ora come il pane.
Un Selick ancora in erba come regista non aveva avuto, per ovvi motivi, il tempo per sviluppare una fama del genere, per questo motivo la produzione di Nightmare Before Christmas optò per cambiare il titolo della pellicola in Tim Burton’s Nightmare Before Christmas, al fine di pubblicizzarla meglio. Un cambiamento che venne comunicato al suo vero regista, tra l’altro, appena tre settimane prima dell’uscita del film nelle sale, come ha confidato lo stesso Selick ai microfoni di Av Club, sottolineando il fatto che non fosse stato interpellato per la scelta, neanche prevista dal contratto che aveva firmato.
Ed è forse quest’ultimo dato ad essere un forte precedente per il misfatto che portò il pubblico a confondere il film per un prodotto di Burton, attribuendogli i meriti, e Selick ad essere confinato all’ombra di un altro grande artista.
Pessima pubblicità per un ottimo regista
Molte volte, quando più di un artista collabora a un progetto, può essere difficile ottenere il riconoscimento in proporzione al lavoro che entrambi hanno svolto, soprattutto quando uno ha un nome più altisonante dell’altro o, peggio ancora, il pubblico ha già in testa l’idea di chi pensa sia il creatore.
Ecco perché Henry Selick ha bisogno di giustizia e di una spinta al rebranding, dato che la sua carriera potrebbe essere stata rovinata dalla mancanza di marketing pubblico. A proposito di questo, scommetto non sapevate che il 21 ottobre di quest’anno è uscito proprio il nuovo film, sempre in animazione stop-motion del mitico Selick, Wendell & Wild.
Ancora una volta pessima pubblicità? Direi di si. In ogni caso correte assolutamente a vederlo, lo trovate su Netflix, merita molto. Se c’è, dunque, una morale che possiamo trarre da questo articolo è che se lavori a Hollywood la cosa migliore che puoi fare, al di là del talento creativo e tecnico, è crearti un nome riconoscibile da tutti, anche da chi va al cinema solo per il prossimo film di Christian De Sica.
Se ti interessa il cinema e soprattutto il cinema di qualità, non puoi assolutamente perderti gli interessanti articoli di Eleonora Mastantuono (ig: @miele) sulla retrospettiva proposta all’arsenale sulla figura cinematografica della Dark Lady!
Ti lascio qui il link alle due parti:

Autore: Tommaso Corsetti
Nato nel 1999 e circondato dal mare, prima dell’isola d’Elba e poi della Sardegna, Tommaso dalle poltrone della sala, approda finalmente a quella davanti alla tastiera, per scrivere di ciò di cui ha sempre amato parlare: il cinema. Studente di Filosofia e ora in Radioeco, puoi trovarlo su instagram come @tomcorsetti_