Eco di Libri – Dentro la sala degli specchi di Liv Strömquist (recensione)

Care lettrici, cari lettori,

torna Eco di Libri, la rubrica di RadioEco che si occupa di letteratura. Nei prossimi mesi vi porteremo con noi in viaggio tra interviste, letteratura contemporanea, recensioni e consigli di lettura. Apriamo le danze con la recensione di un saggio contemporaneo: Dentro la sala degli specchi di Liv Strömquist.


dentro la sala degli specchi

Titolo: Dentro la sala degli specchi

Autrice: Liv Strömquist

Genere: saggio illustrato

Casa editrice: Fandango

Anno di pubblicazione: 2022

Numero di pagine: 176

A sinistra, la copertina di Dentro la sala degli specchi. Credits: IBS


Liv Strömquist è scrittrice, fumettista, attivista politica e dj radiofonica svedese. Vicina a tematiche femministe, ai diritti civili e sociali delle minoranze, Strömquist pubblica il suo primo fumetto, Hundra procent fett (tradotto in inglese con il titolo A hundred percent fat), nel 2005. 

Oltre a Dentro la sala degli specchi, sono stati tradotti in italiano Il frutto della conoscenza (2017), I sentimenti del principe Carlo (2018), I’m every woman (2019) e La rosa più rossa si schiude (2020), editi Fandango.

Tematiche di Dentro la sala degli specchi

Cos’hanno in comune Kylie Jenner, il filosofo René Girard e la strega di Biancaneve?

A un primo sguardo, poco, forse, addirittura, nulla.

Eppure, nelle parole e nelle illustrazioni di Liv Strömquist queste tre figure – insieme alla Principessa Sissi, a Marylin Monroe, e molte altre – si sfiorano, si intrecciano, diventano emblema della nostra società. 

Dentro la sala degli specchi è un sapiente saggio che affronta e indaga qual è il significato di bellezza nella contemporaneità. 

Nel mondo della competizione, essere belli dentro non basta. La garanzia di successo passa, innanzitutto, dall’immagine di sé che si proietta all’esterno. E questa immagine richiede sforzo, fatica, privazione. Chi bella vuole apparire, un po’ deve soffrire, recita un vecchio proverbio. Le donne, oggi, hanno l’obbligo quasi morale di impegnarsi per raggiungere i modelli di bellezza proposti dai mass media e dai social. Kylie Jenner, allora, diventa molto di più di una semplice celebrità: diventa ideale concreto raggiungibile, fino a trasformarsi in una vera e propria ossessione. 

Strömquist propone un’analisi della bellezza che inizia proprio dall’ossessione femminile verso la perfezione estetica, rivelando le forme di oppressione e di pressione che, oggi, colpiscono il corpo femminile. Ma non è sempre stato così. Almeno non in queste modalità.

Gli ideali di bellezza cambiano nel tempo. E con loro, anche il ruolo della bellezza nella costruzione della società. Strömquist guida il lettore in un viaggio nel passato, lo prende per mano e lo accompagna in un immaginario di forme, fisicità e canoni di bellezza anche molto lontani tra loro. E lo fa mettendo in luce quanto il cambiamento degli ideali sia legato a doppio filo con l’assetto sociale.

Oggi, essere belle è un dovere morale. Se sei bella, hai valore. Sei in grado di fare rinunce. E per questo meriti di essere trattata bene dagli altri: per delle qualità di cui il corpo si fa portavoce. Essere appetibili è una dote, proprio come per la mamma di Biancaneve. Che non può assolutamente permettere alla figlia di rubarle tutto questo: la sua preziosissima bellezza, conquistata con tanta fatica.

Strömquist ricorda a chi legge che la bellezza è anche, un po’, una fregatura: è, infatti, transitoria, destinata a esaurirsi con il passare del tempo. Così, il saggio si riempie di illustrazioni che raffigurano il dramma della bellezza raccontato da donne che fanno di tutto per preservare la giovinezza. Che vivono lo scorrere del tempo come una condanna, come un vero e proprio lutto.

Qual è, allora, la soluzione miracolosa che ci propone la nostra società? Comprare.

Comprare: da giovani, da vecchie, da bambine e da adulte.

Comprare è la soluzione.

Ma, attenzione! Non è mai definitiva. No, perché le mode cambiano, così come i modelli, che si susseguono, veloci, uno dietro l’altro.

dentro la sala degli specchi
L’autrice in una foto pubblicata sul suo profilo Instagram @leifstromquist.

Bisogna saper tenere il passo. Con la consapevolezza che non si raggiungeranno mai gli obiettivi prefissati.  E così, la società si autoalimenta, mentre le donne sprofondano nell’ossessione verso la propria fisicità.

E così, sul palcoscenico dei social, ognuna sfoggia la migliore versione di sé. Il rischio, però, è quello di creare un alter-ego in cui si finirà per non riconoscersi più.


Impressioni e osservazioni

Il libro di Strömquist è un percorso che compone, scompone, riassembla, getta una luce di comprensione su tante delle costrizioni che ogni donna è abituata a vivere. Supportata dalle teorie di filosofi e antropologi, e con una bella dose di psicoanalisi, Strömquist costringe il lettore a sondare le sue profondità, a riconoscere come suoi molti dei comportamenti che l’autrice indaga. 

Nel libro si affronta anche una delle domande più spinose di sempre: ma la bellezza, cos’è? Può davvero essere un fine? La si può comprare, traducendola in prodotti? E qual è il legame tra bellezza e morte? Tra bellezza ed eternità? Tutti interrogativi che si sviluppano dalla riflessione sul corpo femminile. Un selfie di Kylie Jenner diventa, allora, un tramite per esplorare cosa significhi essere donna, e quali siano le dinamiche che si instaurano tra il sé, l’immagine di sé, e gli altri.

Il punto di forza del saggio è, contemporaneamente, il suo tallone d’Achille. L’ambizioso progetto di Strömquist, che è quello di unire materie, persone e personaggi agli antipodi, alle volte si rivela poco a fuoco. Gli argomenti trattati sono numerosissimi, e in certi casi si rischia di far perdere al lettore il filo conduttore della discussione. 

Poco chiara anche la decisione di inserire delle pagine vuote, incorniciate da illustrazioni, su cui chi legge può scrivere pensieri e annotazioni. Sebbene possa essere un espediente interessante per coinvolgere il lettore e dare ancora più spessore a quanto viene esposto nelle pagine precedenti, si tratta di un artificio che ha poco a che fare sia con gli argomenti trattati che con il tenore generale del volume. 

Ma si tratta solo di piccole osservazioni, che non scalfiscono il valore dell’opera né la sua credibilità.

Strömquist crea, usando un linguaggio giovanile e concreto, un ponte tra la singola donna e la collettività, inquadrando il tutto in una cornice filosofica e antropologica, con un tono che spazia dall’umoristico al serio, dal frivolo al viscerale. Il tutto accompagnato da splendide illustrazioni, accattivanti e caleidoscopiche, che danno tridimensionalità e che riescono a bucare la pagina.

Un libro molto interessante, da leggere e da far leggere, per capire e capirsi. Iniziando anche a riflettere sugli strumenti che abbiamo per combattere le costrizioni.


Greta dentro la sala degli specchi

Autrice: Greta Gazzarri

Aspirante traduttrice, appassionata di letteratura fin dalla tenera età. Ha una fissazione per il colore giallo e annoia tutte le persone che conosce con disquisizioni infinite su pari opportunità e diritti civili. Scrive per Eco di Libri dal 2022. Il suo profilo Instagram è @gretagazzarri.


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