Mica Van Gogh: L’arte di Turrell in Hotline Bling di Drake

Eccoci tornati dopo un periodo di assenza a parlare di musica e arte nella mia rubrica Mica Van Gogh. Oggi parleremo di arte contemporanea e, in particolare, dell’arte di James Turrell e del suo contributo nel videoclip di Hotline Bling di Drake.

  1. Il videoclip di Hotline Bling 
  2. L’arte di James Turrell  

Il videoclip di Hotline Bling

Con il brano Hotline Bling, primo singolo estratto dall’album Views del 2016, Drake vince gli American Music Awards nel 2016 e i Grammy Awards nel 2017 come migliore canzone rap.

Le sonorità R&B e pop che caratterizzano il brano lo rendono orecchiabile ed è a questo che dobbiamo il suo successo. Il rapper canadese ha fatto uso del campionamento del brano soul Why Can’t We Live Together di Timmy Thomas del 1972. 

Il videoclip, prodotto da Apple, conta quasi 2 miliardi di visualizzazioni su Youtube. É impossibile, infatti, non ricordare il balletto virale di Drake e i due fermo/immagine, che hanno fatto il giro del mondo, prima su Reddit e poi sui social, che hanno fatto nascere il fenomeno memetico del Drakeposting. 

Il video è stato diretto da Director X, noto per aver collaborato alla realizzazione di videoclip di numerosi artisti della scena rap e pop mondiale come Kanye West, Jay-Z e The Weeknd. Nella produzione delle scenografie minimali e ipnotiche il regista canadese si ispira all’arte di James Turrell, artista americano noto per i suoi lavori sulla luce e sullo spazio. Durante tutto il video, infatti, Drake balla in un ambiente non arredato particolarmente luminoso che in ogni scena tende a cambiare colore. 

Il regista prende l’idea dall’esperienza del Ganzfeld (“campo totale”), termine utilizzato in psicologia per indicare una tecnica di deprivazione sensoriale che descrive il fenomeno totale della perdita di percezione della profondità. Ad aver studiato questa tecnica è stato proprio James Turrell che, nel 1968 con Robert Irwin e lo psicologo della percezione Edward Woltz, aderisce al programma promosso dall’ Università della California dal nome Art and Technology.


Uno degli esperimenti Ganzfeld- jmberlin.de

Durante questi studi i tre hanno modo di osservare da vicino i fenomeni di deprivazione sensoriale degli astronauti in orbita. In questo modo Turrell riesce a perfezionare i suoi studi dei campi luminosi omogenei, ossia i Ganzfeld. Attraverso l’utilizzo di un dispositivo che permette un uso controllato della luce, piani inclinati e angoli arrotondati da vita a veri e propri ambienti sensoriali in cui la luce è generatrice di profondità e spazi.   

Altro esperimento Ganzfeld – Collateral.al

L’arte di James Turrell

“Non mi ha mai interessato dipingere la luce, ma utilizzarla come strumento percettivo. Credo la luce sia una sostanza forte e potente, ma la sua presenza fisica sembra fragile, quasi impalpabile. Per far percepire la sua potenza l’ho trasformata in un’esperienza” 

James Turrell è considerato uno dei pionieri dell’arte contemporanea e maggiore esponente assieme a Robert Irwin del movimento Light and Space che nasce negli anni Sessanta in California. È stato uno dei primi artisti in grado di unire le sue competenze scientifiche, in particolare, quelle in ambito matematico e psicologico, a quelle in campo artistico

James Turrell – ad-italia.com

La sua carriera inizia poco più che ventenne nel 1966, anno in cui acquista un albergo dismesso a Santa Monica: il Mendota Hotel. L’artista statunitense inizia a sfruttare l’edificio per sperimentare e creare le sue prime proiezioni di luce naturale e artificiale. Raggiunge il successo due anni dopo realizza un gruppo di opere dal nome Shallow Space Constructions, altra opera a cui si ispira Director X nella realizzazione degli spazi nel videoclip.

Un’opera della serie Shallow Space Constructionsarchitectureau.com

Nel 1977 acquista con la Dia Art Foundation il Roden Crater, un vulcano spento situato nel deserto dell’Arizona. Turrell crea al suo interno gallerie e camere sotterranee aperte sul soffitto con l’obiettivo di far entrare luce naturale e osservarne i suoi mutamenti nelle diverse ore della giornata. Il cono di cenere, oltre ad essere un monumento alla Land Art, è stato trasformato dall’artista in un vero e proprio osservatorio astronomico in cui poter continuare a sperimentare con la luce.  

Il Roden Crater all’esterno – artribune.com

I più accorti avranno associato il Roden Crater a Kanye West, rapper di cui ho già parlato in un mio articolo. In effetti in occasione dell’uscita del suo nono album nel 2019, Jesus is King, il rapper ha fatto realizzare un documentario che vede il suo gruppo gospel-rap, i Service Sunday, esibirsi all’interno del cratere. 

I Service Sunday nel Roden Crater –2righe.com

Il progetto di Turrell all’interno del cratere, in realtà, è ancora incompleto e la sua apertura al pubblico è prevista nel 2024. 

Progetti famosi dell’artista canadese sono anche le Sky Spaces ossia delle stanze che si affacciano sul cielo tramite un’apertura quadrata che viene direttamente ricavata sul soffitto. Queste opere si trovano sparse in tutto il mondo e in Italia, più precisamente a Villa Panza. Nella villa, situata a Varese, sono esposte tre opere permanenti dell’artista: Sky Space I, Lunette e Virga.  Questi progetti nascono dalla collaborazione di Turrell con il collezionista italiano Giuseppe Panza di Biumo negli anni Settanta. 

Collezione Panza a Varese- exibart.com

Installazione importantissima è anche Aten Reign, situata al Guggenheim Museum di New York, e realizzata nel 2013 da Turrell. Il museo, progettato da una delle figure più influenti dell’architettura, Frank Lloyd Wright ha una forma cilindrica e un lucernario che hanno ispirato moltissimo le opere di Turrell.

L’installazione a cui Turrell ha lavorato per sei anni rende tangibile la luce e l’aria che pervadono lo spazio centrale del museo. L’elemento di novità, afferma Turrell, sta nel fatto che “Per la prima volta, la rotonda può essere vissuta solo dal basso, non come una massa di colore vibrante e si contrae sopra le teste dei visitatori”. 

Interno del Guggenheim – clearmag.com

Il contributo che Turrell ha dato al mondo dell’arte contemporanea è enorme e di forte impatto. Egli ha cambiato il modo di percepire il paesaggio e l’ambiente circostante facendo uso per la prima volta nel panorama artistico di nuove tecnologie mai usate prima.


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Autore: Giulia Demuro

Ascolta la musica da quando era nella pancia della mamma ed è abbonata a Spotify dal 7 maggio 2002. Negli ultimi anni si appassiona, grazie al padre, alla musica in vinile. Studia Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione presso l’università di Pisa.

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