Rad(Y)oSex 2.0: Perché abbiamo bisogno di Giorgia Soleri

Buon mercoledì e ben tornati nella rubrica sul sesso e l’educazione sessuale di RadioEco: Rad(Y)oSex 2.0! Anche l’articolo di oggi sarà incentrato su una persona in particolare. Abbandoniamo il palcoscenico della televisione a favore di quello di Instagram, per parlare di Giorgia Soleri.

Come in ogni articolo, è necessaria una premessa: l’analisi condotta nell’articolo si basa su considerazioni personali, focalizzando l’attenzione su quegli aspetti della Soleri che la rendono una personalità prorompente.

Per iniziare, conosciamo la protagonista di oggi.

Chi è Giorgia Soleri?

Giorgia Soleri nasce a Milano il 3 gennaio 1996, ha 26 anni e vive a Roma.

La sua occupazione principale è quella di modella, il suo volto è apparso in diverse riviste e pubblicità. Vive insieme ai suoi tre gatti: Bidet, Legolas e Ziggy (in foto, dal profilo Instagram di Giorgia). Quest’ultimo, l’ultimo arrivato nella casa, è un sopravvissuto proveniente dall’Oasi Felina di Pianoro.

Ha pubblicato un libro di poesie, La signorina Nessuno.

Soffre di endometriosi e vulvodinia, malattie che cerca di portare alla luce attraverso i suoi canali social (in particolar modo tramite il suo profilo Instagram, il quale conta più di 600k followers)

Nella sua bio di instagram si definisce di una femminista guastafeste.

crediti:https://www.instagram.com/giorgiasoleri_/?hl=it

Perché abbiamo bisogno di persone come Giorgia?

L’attività di Giorgia sui social media è tutt’altro che di carattere ludico. Tra una storia dei suoi gatti chiacchieranti e una dei viaggi in treno per promuovere il suo libro di poesie, la ragazza spende il suo tempo per la sensibilizzazione di argomenti molto diversi tra loro.

Giorgia si batte nella lotta femminista, portando testimonianze proprie e delle sue follower su argomenti al centro dei dibattiti mediatici.

Una cartella in evidenza sul suo Instagram recita il titolo di “molestie”, al cui interno possiamo trovare il racconto di un’esperienza vissuta da Giorgia stessa. Una narrazione fredda e reale, senza musichette in sottofondo per creare hype.

Sempre più recenti sono le storie che riprendono i commenti indignati per la scelta di non utilizzare metodi depilatori. La scelta della ragazza sembra questione di vita o di morte per i leoni da tastiera che commentano le sue foto e le sue storie.

Ma quella di Giorgia Soleri è una voce fuori dal coro.

La ragazza parla in maniera fluida, attenta e precisa. Le sue storie di Instagram si allontanano dalla ricerca del consenso onnipresente sul social, per doivenire una rappresentazione della realtà.

Giorgia soffre di endometriosi e di vulvodinia, e dalla sua sofferenza è nata la voce del riconoscimento. Queste patologie affliggono il 12-15% delle donne, divenendo invalidanti nella vita di queste donne, ma ancora mancano delle leggi e delle cure che tutelino chi ne soffre.

Si tratta di patologie che interferiscono nel normale flusso della vita delle pazienti, influenzando ogni ambito, da quello lavorativo a quello sessuale.

Giorgia utilizza la sua voce privilegiata per combattere per quelli che sono i suoi ideali e, seppur non condivisi da tutti, il suo metodo di divulgazione da quello delle sue colleghe.

è stata una delle voci nel convegno Vulvodinia e Neuropatia del Pudendo: un dolore senza voce e il suo nome è apparso nel discorso di Lucia Scanu, alla proposta di legge vulvodinia nel maggio 2021 alla Camera dei Deputati.

Dal video pubblicato sul profilo instagram ufficiale di Giorgia

La volontà di far riconoscere le sue battaglie, una voce che vuole essere ascoltata, capace di scendere in piazza per quelli che sono i suoi ideali.

In un periodo in cui antiche battaglie tornano alla luce, dove la disinformazione regna sovrano nel nuovo mondo sociale, abbiamo bisogno di più voci come quelle di Giorgia Soleri.

L’immagine della ragazza è la proiezione di una giovane intenta a combattere le sue credenze, a sdoganare un perbenismo che regna sovrano nei commenti di Instagram.

Autore: Michela Berti

Ho vent’anni ma sento di essere rimasta ferma ai miei amati 18. Matricola sia di Radio Eco che dell’Unipi, sono innamorata dell’arte e della scrittura, potreste chiudermi in un museo e non vedermi più uscire. Parlo di qualsiasi cosa, anche se cerco sempre una scusa per nominare Alberto Angela o i miei fervidi ideali femministi. Vorrei fare la scrittrice, ma anche la giornalista, e la divulgatrice, o la direttrice di un museo, e tante altre cose.

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