Bentornati a Cinema Sonoro, la rubrica di RadioEco che sviscera le colonne sonore non originali di film e serie tv, e che oggi mette le orecchie proprio sulla soundtrack di una serie targata Prime Video: Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino.

La serie, il film e il libro su Christiane F.
Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino è la rivisitazione articolata in 8 episodi del famoso film del 1981, tratto a sua volta dall’omonimo libro autobiografico di Christiane Vera Felscherinow.
La serie racconta, come il precedente film ed il libro, la storia giovanile di Christiane e la sua esperienza, insieme a quella dei suoi amici, nel mondo della tossicodipendenza da eroina. Difatti, la sostanza narrata è la stessa in tutte e tre le rappresentazioni: giovani ragazzi che gravitando intorno alla Stazione di Berlino Giardino Zoologico, intraprendono una catabasi sinistra ed inquietante, inghiottiti nella gola del mostro della droga.

Il fenomeno descritto è quello dell’avvento dell’eroina a cui si assiste intorno agli anni ’70; in quella decade le morti per overdose da questa specifica sostanza furono innumerevoli quanto le vite rovinate di migliaia di giovani ridotti a zombie attanagliati dalla scimmia, la sindrome da astinenza.
Per quanto la sua trama rimanga fedele a quelle di ispirazione, la serie tv applica comunque una modernizzazione di alcuni elementi, atta ad avvicinarsi alle nuove generazioni – target principale del prodotto – per comunicare direttamente a loro. Il messaggio di sensibilizzazione alla realtà della droga è infatti destinato ai giovani; per fare in modo che questo giungesse, i realizzatori della serie hanno puntato sull’attualizzare alcuni particolari quali la caratterizzazione della discoteca, resa molto più simile a quelle di oggi rispetto ai locali degli anni ’70, gli outfit dei personaggi, ma soprattutto la colonna sonora.
La soundtrack di Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
Importantissimo fu il contributo di David Bowie e della sua musica nel film del 1981 e questo per diverse ragioni. Innanzitutto, è proprio il concerto di Bowie ad essere il luogo e il momento di iniziazione di Christiane F. all’uso dell’eroina. Si tratta infatti di un attimo che segna la vita della ragazza e che verrà riportato costantemente nelle sue interviste e nel libro da lei co-scritto, come elemento cardine e distintivo dell’ufficiale inizio della propria personale discesa agli inferi. Oltre ad apparire lo stesso Bowie nel ruolo di se stesso, la musica del cantante inglese costituisce l’intera soundtrack del primo film, con brani tratti dagli album Station to Station, Low, Heroes e Lodger.

Nella serie tv del 2021 invece Bowie ed i suoi pezzi sono sì presenti, ma inseriti con la mera funzione di dare un contesto coerente alla realtà Berlinese degli anni ’70 in cui l’artista britannico spopolava tra concerti e dischi in vinile. Ad eccezione quindi dei brani come Rebel Rebel, Heroes, Changes e Starman, inseriti per lo scopo appena descritto, la soundtrack è costituita interamente da brani contemporanei di artisti e gruppi ad oggi tutti in attività. Cigarettes After Sex, Tame Impala e Florence + The Machine sono solo alcuni dei nomi chiamati ad accompagnare le vicende dei protagonisti di Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino.
Innocenza
Il periodo in cui Christiane e gli altri ragazzi non sono ancorati alla dipendenza, la serie lo approfondisce bene dedicandovi interamente due episodi in cui si evidenziano le condizioni familiari e di vita di ognuno. L’elemento che sembra accomunare tutta la compagnia è la paura e la repulsione verso l’eroina, osservata inizialmente da lontano e poi sempre più da vicino all’interno della discoteca e nei tunnel della stazione dello zoo.

In questi primi episodi la storyline si serve di brani più leggeri dai toni quasi infantili, che regalano un’atmosfera più luminosa e speranzosa; I’m Fine di Hazel English, come dice anche il titolo, accompagna la prima scena in cui Christiane, Axel, Babsi, Stella, Michi e Benno stanno ancora bene, non si conoscono, ma si trovano tutti di passaggio alla stazione dei treni, luogo che poi diventerà per loro tappa fissa e luogo di perdizione.
Regressione
Da qui inizia il punto di retrocessione, in cui uno dopo l’altro, i ragazzi cadono nel vortice della dipendenza da eroina, prima per inalazione e poi per via endovenosa.
C’è un momento in cui la serie decide di rappresentare visivamente la sensazione che il personaggio di Benno prova durante il preciso istante in cui assume la sostanza: al chiudersi dei suoi occhi, la scena si sposta in una valle innevata in cui il ragazzo vaga da solo ed in completa pace interiore. Sono le note di Nothing’s Gonna Hurt You Baby, brano dei Cigarette After Sex, a completare la scena. Il brano è azzeccato in quanto il suo ascolto induce la sensazione tangibile di esserne cullati, la voce calda e delicata, mantenuta sempre in una tonalità mai forzata e accompagnata dai bassi profondi e vibranti, riesce a restituire la percezione comunicata. Inoltre, le parole del testo, che sembrano pronunciate dalla droga stessa, sono suadenti e tentatrici:
Ho sussurrato qualcosa nel tuo orecchio Era una cosa perversa da dire Ma l'ho detta comunque Ti ha fatto sorridere e spostare lo sguardo Niente ti farà del male tesoro Finché sarai con me, starai bene Niente ti farà del male tesoro Niente ti porterà via dal mio fianco
Un altro istante che segna un momento incisivo nella storia di Christiane è quello precedentemente accennato del concerto di David Bowie, a cui sappiamo che la ragazza associa la prima volta in cui assunse eroina. In questo caso, come per Benno, la modernizzazione della scena è evidente, avvicinandola così alle nuove generazioni. Questo accade solo grazie all’utilizzo della cover di Chandelier di Sia, eseguita qui da Damien Rice, che descrive perfettamente il momento in cui Christiane si ritrova davanti ad una scelta, e sceglie di farsi del male:
Le ragazze che fanno festa non si fanno male non sento niente, quando imparerò butto giù, butto giù
Allo stesso tempo, le scene diventano più disturbanti perché accompagnano lo spettatore a vivere quella che è la condizione stessa di Christiane e degli amici, ossia il periodo di luna di miele con l’uso ed abuso di eroina. Oltre all’immancabile sensazione iniziale di piacere subito successiva all’iniezione, è evidente come ogni personaggio sia inizialmente proiettato in una percezione di sé stesso ingigantita, megalomane, grandiosa. Le scene in cui i giovani camminano a testa alta e spediti con le loro dosi in tasca, risuonano a tempo dei Jungle con Busy Earnin’, pezzo dalle parole profetiche e di avvertimento sulla condizione di povertà a cui i costi onerosi della droga li condurranno:
Non avrai mai cose per una vita normale è tempo di impegnarti a guadagnare non puoi averne abbastanza

Infine sono i Tame Impala e la loro Feels Like We Only Go Backwards, a tradurre perfettamente, sia con il titolo stesso, che con la musicalità del brano che simula un po’ il mood di un trip, la veloce regressione di ognuno:
Piccola, sembra che io vada solo all’indietro Ogni parte di me dice “vai avanti” Ma le mie aspettative sono alte, oh no, non di nuovo. Cara, sembra che andiamo solo all’indietro.

Toccare il fondo
Hanging On degli Active Child ed Echoes di Robot Koch sono pezzi struggenti che seguono in parallelo lo scorrere delle vite devastate di Christiane, Stella, Benno e Michi, tutti separati dopo le morti per overdose degli amici Axel e Babsi.
Le parole, come le note di entrambe le canzoni, ricordano quasi una supplica, una preghiera, un grido di aiuto che sostituisce quello che ogni personaggio ancora in vita non riesce ad esalare, perché distrutto dalla droga, in preda alle crisi di astinenza, assoggettato alla prostituzione, ridotto in povertà e ai margini della società, reietto in cerca di una dose dopo l’altra per sopravvivere ad un’esistenza ormai solo larvale.

Rinascita (?)
La serie, come il film del 1981, non si risparmia e presenta quindi contenuti crudi di realtà che sono ancora oggi troppo poco rappresentati e conosciuti. Viene lasciato però uno spiraglio di speranza quando dopo la disintossicazione, i quattro giovani rimasti in vita sembrano tornare a condurre delle vite dignitose. La conclusione, infatti, la serie la lascia in mano ai Florence + The machine e a Dog Days Are Over. In Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino i titoli dei brani parlano quanto la musica ed i dialoghi, e anche qui il messaggio è chiaro: i giorni bui, quelli “da cani”, sono finiti per Christiane, o questa almeno è la speranza.
Questo articolo, come la serie stessa e la soundtrack che analizza, ha l’intento di sensibilizzare sull’argomento della dipendenza dalle droghe, che essa sia di tipo fisico o psicologico.
Per saperne di più della vera storia di Christiane F. e soprattutto di cosa le sia successo negli anni a seguire, di come la dipendenza sia rimasta purtroppo qualcosa di indelebile sulla sua pelle e sulla sua mente, ecco il link che approfondisce le sue vicende.
Per ascoltare tutta la soundtrack, ecco il link diretto alla playlist di Spotify. Sotto la lista completa delle canzoni, citate e non:

Autore: Matilde Loni
Nata accanto alla torre pendente nel 1997, Matilde da ex pallavolista approda alla tastiera del pc per scrivere della sua grande passione: l’arte in tutte le sue declinazioni. Studentessa di Psicologia Clinica e blogger di RadioEco, puoi trovarla su Instagram come @matilde.loni.