FEATURING #2 – Tōru e il singolo omaggio al cinema italiano

Cari amici di RadioEco, in questo nuovo appuntamento di Featuring abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Tōru sul suo doppio singolo, il cinema d’autore, la composizione musicale…

A 45 anni dall’uscita del film di Ettore Scola Una Giornata Particolare, l’artista decide di omaggiarlo regalandoci un doppio singolo intitolato Una Giornata Particolare / Zabriskie Point. Insieme ad Ilaria, nuovo acquisto del rooster di Pulp Dischi, e a 7 musicisti orchestrali, Tōru ci racconta questa nuova avventura:

Tōru
Ma se dovessi dare un’opinione in merito direi che la particolarità di questi brani sta innanzitutto nel fatto che entrambi attingono da uno specifico campo culturale, ovvero il cinema italiano d’autore, un mezzo artistico grazie al quale un tempo si riuscivano a trasmettere valori importanti tramite le storie che venivano narrate. In questo senso ho cercato di ricalcare questo spirito e andare al di là della semplice citazione e recuperare per l’appunto il concetto della resistenza a un mondo ostile grazie all’incontro e all’unione reciproca.!
Un concetto che ho voluto rimarcare ulteriormente tramite la tipologia di registrazione fatta in studio insieme ad Andrea Ciacchini: compiere una presa diretta di 7 musicisti che suonano insieme nello stesso momento, senza alcun artificio o sovra incisione, è stata un’esperienza meravigliosa.

Ciao Tōru, come stai?

Vivo, nonostante la brutalità del mondo capitalista.

Questo doppio singolo è veramente interessante, da cosa è nato?

Questo doppio singolo deriva in realtà da un progetto più ampio che comprendeva altre canzoni , sempre ispirate da altre pellicole appartenenti a un certo tipo di cinema italiano, ovvero quello prodotto in un epoca in cui il contenuto di ciò che veniva proposto aveva una forte valenza simbolica sia sul fronte culturale che sociale. Dopo varie discussioni, abbiamo decretato che fosse un lavoro troppo ambizioso, per cui siamo passati alla decisione di estrapolare da quell’ep questi due brani. Ho scelto di pubblicare questi nello specifico perché credo che comunque trattino dei temi che possano essere tranquillamente adattati alla nostra attualità, nonostante appunto siano ispirati da film che hanno visto luce più di quarant’anni fa.

L’omaggio al film “Una Giornata Particolare” è molto esplicito, perché hai scelto questa pellicola?

Come dicevo, trovo molto attuali i temi che ho cercato di riproporre nei due brani. Nello specifico, “Una Giornata Particolare” è un film che, oltre ad avere nel dna una forte matrice antifascista, parla principalmente dell’importanza di riconoscersi diversi rispetto al mondo fuori e della scoperta che la nostra diversità può essere condivisa da una persona a noi simile. L’incontro e l’atto di amore della conoscenza diventano così un arma di resistenza contro l’ostilità della realtà che sta al di fuori di noi.
Avevo già affrontato questo tema nell’album precedente con brani come “Soli”, per cui ho reputato coerente riproporlo in questa chiave citazionista.
Copertina del nuovo singolo

Com’è nata la collaborazione con Ilaria per questo doppio singolo?

Ho conosciuto Ilaria tramite la mia etichetta Pulp Dischi, la label che mi supporta sin dall’inizio e grazie alla quale ho fatto la maggior parte delle cose finora. Entrando anche lei nel roster dell’etichetta, abbiamo avuto modo di conoscerci meglio e di diventare amici. È un’artista che apprezzo molto, ha un’ottima scrittura e riesce a dare un’interpretazione veramente personale a ogni brano che canta. Mi è sembrato quindi appropriato rivolgermi a lei, considerando il fatto che la canzone nasce come una conversazione tra due figure, nello specifico di genere differente. Riascoltando come si mescolano le nostre voci, posso dirmi realmente soddisfatto del risultato che abbiamo ottenuto.

La produzione orchestrale di entrambi i brani è meravigliosa, come si è svolta?


La produzione dei brani è stata affidata ad Andrea Ciacchini, produttore e fonico del Sam Studio di Lari. Andrea mi ha stimolato molto durante le fasi di arrangiamento, incoraggiandomi a “osare” sempre di più fino ad arrivare ad alcune scelte stilistiche che sono diventate un carattere riconoscitivo di entrambi i brani.
Una delle scelte di produzione che avevo chiara sin da subito era quella di fare una registrazione in presa diretta, vale a dire una registrazione in tempo reale di tutti i musicisti che suonano contemporaneamente. È stato un lavoro molto faticoso, ma allo stesso tempo decisamente stimolante.
Tōru e Ilaria

Che rapporto hai sviluppato con i musicisti durante la registrazione dei due brani?

Devo dire che per questa esperienza ho avuto la fortuna di collaborare con persone meravigliose. Con Giovanni Ranuzzi (Batteria) e Giulio Beneforti (Contrabbasso) ho un rapporto di amicizia e professionalità che va avanti oramai da tre anni: insieme abbiamo fatto dei tour e registrato il disco passato. Di loro mi fido ciecamente.
Ho inoltre avuto il piacere di conoscere musicisti appartenenti a un ambito del tutto differente dal mio come Francesca Cannito (Violoncello) e Nicola Bimbi (Oboe), che mi hanno portato a comprendere meglio la dimensione più classica che abbiamo inserito all’interno dei due brani. Infine, grazie a queste registrazioni, ho avuto modo di fare la conoscenza di Giulio Fagiolini (Pianoforte), un musicista veramente formidabile con il quale è nata inoltre una gran bella amicizia. Giulio è stata una parte fondamentale di questo progetto, dando il suo apporto anche su ciò che riguarda l’arrangiamento.
Credo che la potenza di queste registrazioni sia stata appunto quella di rispecchiare perfettamente il concetto che era racchiuso all’interno delle canzoni stesse. È stata una bella sorpresa.

Ti piacerebbe nella vita scrivere una colonna sonora di un film? E c’è una colonna sonora che avresti voluto scrivere tu?

Mi piacerebbe molto, ma non credo al momento che ne sarei in grado. Ho fatto in passato delle esperienze simili, come ad esempio la colonna sonora di un cortometraggio e una sonorizzazione elettronica di un film muto del 1911. Credo che però sia un campo , come tutti gli altri del resto, che richiede un forte studio. Non escludo ovviamente che un giorno possa accadere, ma sicuramente ci vorrà ancora molto lavoro. 
Ovviamente apprezzo i grandi maestri , primo su tutti Morricone, indubbiamente uno dei più grandi geni del 900.

Oltre al cinema, cosa ti ispira per fare musica?

Può essere letteralmente qualsiasi cosa. Se impari a saper ascoltare, ti accorgi che il mondo attorno ti parla costantemente. Bisogna poi saper tradurre nella propria lingua ciò che si è compreso e non sempre ci si riesce. In ogni caso può essere qualcosa che si è letto, una frase detta da un amico, un’esperienza di vita, una poesia. Bisogna saper cogliere la scintilla per far sì che si azioni quel meccanismo per il quale poi si scrive. L’importante per quel che mi riguarda è avere un approccio onesto e riuscire a inserire all’interno della canzone una parte di noi.

Possiamo aspettarci altri omaggi del cinema italiano nel tuo nuovo album, previsto per questo autunno?

Temo di no. Nonostante tornerò a trattare alcuni dei temi citati prima, i prossimo disco sarà una cosa molto differente da questo ultimo lavoro. Ma di questo ne parleremo poi.
Tōru

Ringraziando ancora Tōru per la splendida intervista vi ricordiamo di seguirlo su Instagram e di ascoltare la sua musica! Link all’ascolto qui!

Autore: Andrea Di Bennardo

Fruitore di musica Indie fin quando non diventa pop, pagliaccio a tempo indeterminato e responsabile Area Musicale. Per feste private info at @andreadbennardo.

Fa parte di RadioEco dal 2019.

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