Rumours – I fiammiferi di Dutch Nazari

Eh, Dutch Nazari è bravo. I coinquilini mi avevano detto così e io quella sera l’avrei googlato e avrei ascoltato in loop le sue canzoni. Questa è sicuramente la versione più attendibile, anche se quando mi capita di parlare di lui sembra che non possa esserci legame altro dall’area geografica che condividiamo. Amore povero, album del 2017 firmato dal rapper veneto, è un piccolo fuoco che promette di crescere traccia dopo traccia, tutt’altro che flebile.

Dutch Nazari
La copertina dell’album

(Retro)scena hip hop

Da Edoardo Nazari a Dutch Nazari è un attimo, ma si deve passare per la provincia di Padova. Classe 1989, al liceo, grazie ad un progetto teatrale, conosce Stefano Corno in arte Buzz, lo vede fare freestyle e da lì inizia un po’ tutto. Con lui e altri amici rapper fonderà nel 2006 i Massima Tackenza, collettivo hip hop che inizia a farsi strada nella scena musicale padovana, mentre nel 2011 è la volta di Motel Filò, altro collettivo originato insieme al poeta Alessandro Burbank e al produttore Sick et Simpliciter. Tre anni dopo spuntano Dargen D’Amico e la sua etichetta Giada Mesi con cui realizza l’EP Diecimila lire e successivamente l’EP Fino a qui, che, entrambi prodotti da Sick et Simpliciter, preannunciano il cantautorap degli album Amore povero e Ce lo chiede l’Europa.

Cantautorapper? Sì, perché da quando si è coniata questa espressione, non sembra esserci termine più giusto con cui guardare Dutch Nazari che, nonostante ciò, preferisce etichettarsi con meno parole possibili e cantarle di più (non solo agli altri, ma anche a sé stesso). Cresciuto con la musica di De Gregori e Lucio Dalla, scrive delle sue debolezze, ma diventa scomodo quando deve e l’effetto è un po’ un killing with kindness senza malizia, fatto di rime azzeccatissime e sound ricercato.

Amore povero

L’album, uscito per le etichette Undamento e Giada Mesi nel 2017, si promette di conservare quella piccola fiamma che le cose semplici della vita fanno scaturire e che va mantenuta in equilibrio perché non si spenga o perché non esca fuori dal perimetro. Il cantautorapper viaggia sul sound elettronico di Sick et Simpliciter che gioca un ruolo fondamentale nella firma del disco servendosi di un’ascesa graduale nei ritmi.

Questo è sicuramente ciò che rende indimenticabile Proemio, la first track delle first track perché si porta addosso un’epicità non da poco. L’Iliade ne aveva uno, l’Odissea pure e Dutch lo crea per la sua opera, un’introduzione che ingloba l’album intero e che è un ritratto estremo quanto realistico del mondo. La canzone, vaso di pandora da cui scaturiscono tutte le altre, si apre piano piano, con un minimalismo delle sonorità che si costruisce strofa dopo strofa. Eh, Dutch è bravo, mi avevano detto i coinquilini e la canzone che poi avrei ascoltato in loop sarebbe stata proprio Proemio. Sarà il video in cui il rapper ti guarda mentre l’inquadratura stringe su di lui che racconta come un cantastorie un’unica lunga strofa; sarà che fra i versi

E intanto la radio trasmette canzoni d’amore

Scritte da autori che non amano

Fatte con un solo parametro

Sperando di fare il disco di platino

Allo stesso tempo artisti indipendenti

Si autocensurano i sentimenti

Perché l’amore tra i vari argomenti

Non è abbastanza underground per i loro clienti

è innestata quella voglia di parlare d’amore in modo intimo e diverso, e così Proemio è una canzone costruita perfettamente. Il ritornello sembra rimandato tutto alla fine ed è un crescendo avido e ‘tattile’ che fa

Prendi le mie corde vocali nelle tue mani e

Fai uno strumento di me

Quando tu vieni a colmare le lacune

Come la marea col mare e le lagune

Proemio – Dutch Nazari

L’amore di cui vuole parlare il cantante è declinato in molte forme, ma è essenzialmente Amore povero. Non poteva essere traccia diversa a dare il nome al disco e Dutch non poteva avere ambizione più grossa di descrivere l’amore quello semplice, quello fatto di poco. Il testo nasce dall’ascolto della canzone tedesca Einmal um die Welt in cui il rapper Cro promette alla fidanzata di comprarle il mondo intero, mentre Amore povero subisce il movimento contrario per cui Nazari alla ragazza promette ben poco se non la speranza che basti a loro un amore povero. Le rime scivolano via che è una meraviglia e non ci si accorge di aver finito la canzone.

Così bravi e poi Near Venice, dal sound più uniforme che mi ricorda un po’ la band statunitense Awolnation, lanciano un messaggio a noi che spesso, a braccia conserte, guardiamo il mondo andare inquinarsi (in tutti i sensi) oppure fuggiamo altrove in cerca di fortuna.

Sui divanetti, invece, è una canzone notturna in cui il mondo è una discoteca e Dutch sviene sui divanetti, parentesi di rituali mondani della vita che

È come la musica

Ne devi seguire il ritmo

C’è chi la vive in freestyle

E chi ha il testo già scritto

La notte si fa più profonda con Gin Jack Havana Cointreau in collaborazione con Wairaki e secondo featuring del disco dopo quello con Frah Quintale e Willie Peyote, mentre bastano i video musicali di Stupido paradosso e Nelle stazioni perché il cantautorapper ci guardi dritto negli occhi e ci dica le cose più profonde.

Dutch Nazari nel video di Nelle stazioni – credits: lacasadelrap.com

E poi Caramelle. Se Cremonini si rimpinza di marmellata da quando lei non c’è più, allora Dutch mangia le caramelle. Il ragionamento, però, non funziona quando i versi dopo suggeriscono che il testo non parla di una ragazza, ma della relazione dell’artista con il fumo. Un po’ come Marina di Rocco Granata in cui si mischiano amore e sigarette.

Menzione speciale a Se ti sposassero che fra tutti è il pezzo più parlato e più da stand up comedian se così si può dire, ma sul tema c’è già un’intervista interessante insieme a Luca Ravenna condotta da Rockit.

Volpi e Poggi chiude il disco con un moto di nostalgia per il passato in cui da piccoli ci si scambia le figurine per finire l’album e che si ricuce col presente:

Ci sono cose nella vita che non cambiano mai

E tornano ogni tanto a riportarti in salvo

Altre cambiano, ma il nome rimane identico

Tipo la mia ambizione principale è rimasta finire un album

Cosa preferiresti?

E mentre aspettiamo il prossimo album Cori da sdraio, ci ascoltiamo il podcast di ragionamenti improbabili che Dutch Nazari ha creato insieme ad Alessandro Burbank, ovvero Cosa preferiresti? Perché i quesiti che vengono fuori di ospite in ospite sono le uniche domande che ha senso farsi dopo una brutta giornata (e anche dopo una bella, per migliorarla).

*Indizio per il prossimo articolo: sulla copertina c’è un tucano


Autore: Marika Zandanel

Ascolta un po’ di musica e le piace andare al cinema. Studentessa al corso magistrale di Filosofia e forme del sapere dell’Università di Pisa.

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