
Dopo il 13 novembre del 2017 l’incubo è tornato: siamo di nuovo fuori dalla fase finale di un mondiale di calcio. I nostri ragazzi, vincitori di un europeo lo scorso luglio, non rappresenteranno la nazione ai mondiali in Qatar tra novembre e dicembre 2022. Non era mai successo nella storia della nazionale italiana che non riuscissimo a qualificarci per due volte consecutive alla fase finale del mondiale.
Per citare un paio di numeri: l’ultima partita giocata in una fase finale (gironi) risale al 24 giugno 2014 contro l’Uruguay. Avevo 15 anni. L’ultima partita giocata in una fase ad eliminazione diretta del mondiale (dopo aver superato i gironi) risale al 9 luglio 2006. Era la finale vinta contro la Francia che ci regalò il quarto titolo mondiale, avevo 7 anni.
Perché ho messo la mia età in tutto questo? Perché se l’ultima volta che ho visto la nazionale ad un mondiale avevo 15 anni la prossima volta potrebbe essere quando ne avrò 27, durante il mondiale di USA 2026.

«I giovani italiani hanno meno spazio nei club. C’è una carenza di materiale umano. Però questa sconfitta non è responsabilità dei club. Dovremo dare qualche spinta in più al processo di riforma»
Gabriele Gravina in conferenza stampa post Italia-Macedonia del nord
Queste le parole del presidente della FIGC Gravina dopo la cocente sconfitta, dove annuncia che verranno presi provvedimenti per quanto riguarda una possibile (ri)crescita del calcio italiano. Promesse che sentiamo da decenni ma che non sono mai state mantenute.
Così, a mente fredda, mi ritrovo a scrivere questo articolo la mattina del 25 marzo 2022. Mi piacerebbe creare diverse forme di lettura e ragionare su quali punti il movimento calcistico italiano debba migliorare, sia a breve termine che a lungo termine.
Movimenti a breve termine
- Utilizzo di almeno tre giocatori Under 21 Italiani titolari in ogni formazione di tutti i club appartenenti a leghe professionistiche.
Mancano i giovani italiani in Serie A, è una cosa che si sente dire spesso negli ultimi anni. Per incentivare i grandi club a sfornare nuovi talenti una misura così è necessaria.
- Massimo tre giocatori stranieri titolari per ogni squadra del campionato Primavera.
Un fatto sottolineato anche dal presidente Gravina durante le interviste dopo la partita: “Solo il 30% dei ragazzi presenti nel campionato primavera ha cittadinanza italiana“.
- Facilitare l’acquisto di giovani italiani provenienti da squadre medio-piccole.
Basta supervalutazioni di giocatori come Orsolini, Scamacca e Berardi se un top club italiano è interessato a questi. È necessario stabilire un tetto massimo per facilitare i trasferimenti verso grandi club.
- Cambio format del campionato di Serie A e della Coppa Italia
Una riforma nella massima serie è necessaria dal punto di vista numerico: passare da 20 squadre a 18 toglierebbe quattro partite ai club (che nell’arco di una stagione non sono poche) e aumenterebbe la competitività avendo una classifica più corta. Per la Coppa Italia è necessario un format che includa qualsiasi squadra fino alla Serie D con partite secche ad eliminazione diretta (in stile FA Cup insomma).
Movimenti a lungo termine
- All’inizio di ogni stagione calcistica tutti i club dovrebbero integrare in rosa almeno 3 giocatori provenienti dal vivaio.
- Corso di formazione anche per gli allenatori dei “Pulcini”.
Oltre ad essere degli ottimi educatori per i bambini, è necessario che gli allenatori comprendano che il miglioramento della tecnica individuale è più importante dell’apprendimento tattico per un bambino.
- Investimenti nelle strutture calcistiche e sportive.
Poco da dire: la maggior parte degli stadi e delle strutture risale agli investimenti di Italia 90.

Queste sono le mie proposte per il consiglio della FIGC e, come tutti i tifosi italiani, mi affido alla professionalità e al lavoro di chi prende decisioni importanti per lo sport in questo paese.
Tuttavia è il momento di avere importanti prese di posizione per dare una spinta al nostro calcio: non partecipare per due edizioni di fila al mondiale è sintomo che qualcosa non sta funzionando e, forse, l’europeo vinto la scorsa estate ha mascherato molti dei problemi che abbiamo.

Autore: Matteo Bertolini. Classe 1999 è in RadioEco dal 2019 come Speaker e Blogger. Dal 2021 fa parte del consiglio direttivo ed è il responsabile dell’area social di RadioEco. Aspirante giornalista sportivo, prosegue gli studi in Lettere presso l’Università di Pisa. Lo potete trovare su Instagram per aprire un dibattito su questo articolo e in live su Twitch ogni mercoledì alle 18:30 con i suoi compari con Eravamo 4 Amici al VAR, il programma calcistico del palinsesto di RadioEco.