CinefiLife – La Trilogia Del Cornetto (recensione e analisi)

Camminata traballante, voce rauca e lamentosa, voglia di uccidere chiunque ti rivolga la parola… certo, può trattarsi di uno zombie, ma anche di un uomo appena alzatosi la mattina! Benvenuti o bentornati alla rubrica CinefiLife di RadioEco, e oggi è della Trilogia Del Cornetto di Edgar Wright che si parla, il trittico di film scritti insieme a Simon Pegg.

Paragrafi articolo:

  1. Tra omaggio e parodia
  2. Cornetto alla fragola: Shaun Of The Dead
  3. Cornetto blu originale: Hot Fuzz
  4. Cornetto menta cioccolato: The World’s End
  5. Vivere vite da cinema!

Tra omaggio e parodia

La Trilogia Del Cornetto è composta da: L’Alba Dei Morti Dementi (la prima e ultima volta che uso il titolo italiano!), Hot Fuzz e The World’s End.

Il nome deriva dal fatto che in ogni film i personaggi interpretati da Nick Frost sgranocchiano un cornetto Algida, ma si sarebbe potuta chiamare in molti altri modi, visto che nei tre capitoli sono vari i punti in comune e le situazioni che si ripetono. Ad esempio, i protagonisti sono sempre gli attori Simon Pegg e Nick Frost (i loro duetti sono il vero cardine comico di tutta la trilogia), si ripete sempre la gag del salto delle staccionate che dividono i tipici giardini inglesi e vi è la presenza fissa e centrale, quasi ossessiva, del pub.

Da buon cinefilo Edgar Wright crea una serie di storie che ripescando dai film di genere (horror, trhiller, fantascienza) riescono a mantenersi su quel sottile filo tra omaggio d’amore spassionato e parodia costruita per dissacrare, ma sempre con profondo rispetto.

 E non si può di certo dire che sia un pessimo regista, anche perché diciamolo, per riuscire a rendere Nick Frost credibile in combattimenti fuori di testa, di certo un’ottima consapevolezza del mezzo ci vuole!

Cornetto alla fragola: Shaun Of the Dead

Shaun Of The Dead è il primo capitolo della trilogia. Il protagonista, Shaun, interpretato da Simon Pegg, è un dipendente di un negozio di elettrodomestici, che conduce la propria vita in un ritmo alienante fatto di ripetizioni, senza la voglia, o forse il coraggio, di cambiare le cose. È dunque metaforicamente uno zombie in un mondo di umani, schiacciato dalle aspettative che lo circondano. Ma è quando quelle stesse aspettative prenderanno forma, e diverranno affamate di carne umana, che Shaun prenderà in mano la sua vita, scoprendosi dunque un uomo in un mondo di zombie.

Shaun Of The Dead è dunque un film che parla di “morti viventi” ancora prima che l’effettiva minaccia si palesi e lo fa portando avanti il discorso politico che ha reso famoso il cinema di George Romero: i veri zombie non sono le creature affamate di cervelli umani, bensì gli uomini stessi. In Shaun Of The Dead, infatti, si è zombie nei ritmi alienanti del lavoro, nello sguardo fisso e vuoto sullo schermo dei cellulari, nelle marce statiche in fila al supermercato.

Cornetto blu originale: Hot Fuzz

Se il protagonista di Shaun Of The Dead era tutto fuor che perfetto, l’agente Angel di Hot Fuzz è invece lo stereotipo del poliziotto tormentato ma perfetto nel suo lavoro, il migliore di Londra, che viene tuttavia trasferito nella piccola e tranquilla cittadina di Sanford, per non mettere in ombra i colleghi londinesi. Dovrà di conseguenza riscoprire la bellezza dell’imperfezione, in una cittadina apparentemente perfetta e che nasconde un ironico quanto oscuro segreto.

La critica sociale dopo Shaun Of The Dead continua dunque a sussistere. Il film si rivolge ancora alla nostra società: un dipinto pregno di contraddizioni, che richiede la follia della perfezione ad ogni costo, seppur invidiando chi si impegna in quello che fa. Il tutto attraverso una narrazione che si rifà a diversi generi, dal poliziesco action alla Bad Boys al Thriller dalle tinte gialle alla Agatha Christie.

Hot Fuzz è senz’altro il film più adrenalinico della trilogia, con scene d’azione che citano il cinema d’azione di Michael Bay, John Woo o Kathryn Bigelow, e che pur rimanendo vincolate alla citazione e alla parodia restano esaltanti quanto le originali.

Cornetto menta e cioccolato: The Wolrd’s End

Siamo nel 2013 quando Wright porta in scena The World’s End, il capitolo che viene spesso citato come il più debole della trilogia, quando in realtà è la chiusura perfetta del cerchio. Si torna per temi alle origini, giocando con nuovi generi.

il nuovo protagonista è Gary King, un uomo che vive nel rimpianto di una sfida alcolica della sua gioventù non portata a termine (“il miglio dorato“), basata sul bere una pinta in tutti i pub della sua città natale: Newton Heaven. Vent’anni dopo Gary è un adulto irrisolto, che vive nel passato, fuori da ogni regolarità o da ogni canone di inserimento nella società e, raccontando la sua esperienza in un gruppo di autoaiuto, capisce di dover ritentare l’impresa: ritrovare il vecchio gruppo di amici, rimetterli insieme e questa volta battere davvero tutti i pub in una notte.

Ma Newton Heaven, proprio come la Sanford di Hot Fuzz, nasconde un terribile segreto, che ha molto in comune, tuttavia, con Shaun Of The Dead.

Ancora più che nei film precedenti si avverte l’irrompere della finzione cinematografica nel quotidiano , una finzione che si trasforma in un metaforico nel personale: Gary ei suoi amici all’inizio della storia sembrano voler rimettere in scena il proprio passato e finiscono per Più di quanto cercassero, fisicamente con degli avversari (dei robot che emulano le persone con le quali sono cresciuti a Newton Heaven) che rappresentano quello che hanno messo sotto il tappeto, la loro storia personale lasciata sedimentare dai tempi del liceo.

Incontrano, dunque, ciò che si sono lasciati dietro, per poi affrontarlo solo dopo diverse pinte di birra, quando l’alcol li priverà delle inibizioni del mondo degli adulti, rendendoli di nuovo liberi, poiché fanciulli nello spirito.

Vivere vite da cinema!

Con la trilogia del cornetto si assiste a quel raro processo narrativo per il quale la dimensione epica delle imprese personali è immaginata da chi le vive in quella cinematografica. Si vive come sullo schermo, immaginando sé stessi come protagonisti di un film, ingrandendo i sentimenti e filmando di fatto un mondo interiore attraverso gli stereotipi del cinema (l’azione eccessiva di Michael Bay in Hot Fuzz o l’horror classico di Romero in Shaun of the dead, e la fantascienza Carpenteriana di The World’s End).

I film della trilogia mostrano, poi, con una forza e un impatto spesso sconosciute al cinema d’intrattenimento spettacolare, il progressivo diventare “mostri” degli esseri umani quando, una volta cresciuti, sono costretti ad entrare nel mondo delle responsabilità e dei doveri e ad abbandonare quello fanciullesco dei sogni e delle speranze.

Che possano dunque essere zombie, assassini o robot, ciò che ci insegnano è forse che combattendo ciò che essi simboleggiano rispetto a noi, possiamo comprendere veramente noi stessi, chi siamo e trovare il nostro reale posto nel mondo… anche prima che finisca per qualche minaccia apocalittica!


Nato nel 1999 e circondato dal mare, prima dell’isola d’Elba e poi della Sardegna, Tommaso dalle poltrone della sala, approda finalmente a quella davanti alla tastiera, per scrivere di ciò di cui ha sempre amato parlare: il cinema, in tutte le sue forme. Studente di filosofia e da poco in Radioeco, puoi trovarlo su instagram come @tomcorsetti_

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