Mi chiamo Irene, ho vent’anni e una passione per la cultura, per la bellezza e per le persone che pensano fuori dagli schemi. Se c’è una cosa che mi affascina è la moda. Credo che fra tutte le cose che generalmente vengono considerate frivole, questa sia tutt’altro, per cui ho deciso di mettermi in gioco e dimostrare quanto intima, potente, sovversiva possa essere.
Chi sono?
Leggo Vogue tanto quanto, da brava studentessa di filosofia, gli esistenzialisti francesi, mai passati inosservati con i loro dolcevita neri e i foulard annodati al collo seduti ai tavoli del Cafè du Flore. Divoro romanzi, frequento mostre di ogni tipo e quando guardo un film non riesco a non soffermarmi sui costumi: i tutù delle ballerine di Degas, l’estetica vintage e orientale dei film di Wong Kar Wai che non smette mai di farmi innamorare, il sogno proibito dei corsetti alla Bridgerton e, purtroppo sì, i look iconici di Sex and the City (ma magari parleremo un’altra volta dello stile discutibile di Carrie). La moda è sempre stata una mia grande passione. Sin da quando ero solo una bambina mi piace scegliere i vestiti da sola, sperimentare, passare ore davanti alle board di Pinterest e all’armadio (spesso urlando il fatidico “Non ho niente da mettermi!” e senza essere scampata al trend dei jeans a vita bassa, ma son cose che succedono, errori di gioventù).
E’ una passione che mi ha trasmesso mia madre: ho sempre invidiato con quale facilità e grazia riuscisse a vestirsi senza essere mai fuori posto, con i colori coordinati e i volumi giusti. E’ da lei che ho imparato come vestirmi, con l’aiuto di qualche capo vintage di quando aveva la mia età che passa dal suo armadio al mio, ed ho provato sulla mia pelle, ahimè, quanto si possa sbavare alla vista di una bella borsa ed un bel paio di scarpe.
Perché proprio la moda?
Vestirmi per me non è un atto pesante né automatico: provo ribrezzo all’idea di prendere la prima cosa che capita. Vestirmi significa esprimere chi sono, come mi sento, in cosa credo. Credo nel vestirci come ci pare, seguendo il nostro stile, qualunque esso sia, e senza curarci della taglia. Credo nel potere che ha un bel vestito di farci sentire bene, meglio, nella pelle che non sempre riusciamo ad amare. Credo nel potere di seduzione, come direbbe Kant, l’insospettabile, che il giusto “vedo non vedo” ha nel risvegliare fantasie. Credo nel fatto che un paio di occhiali da sole stravaganti non siano solo un accessorio. Credo nei pomeriggi passati con le amiche (e gli amici, le cui opinioni e il supporto saranno sempre dietro questa rubrica) ai mercatini dell’usato, alla ricerca di qualche pezzo unico, perché la moda non è solo fast fashion ed omologazione.

Senza i miei anelli alle dita mi sento nuda e sono molto più sicura di me quando la riga dell’eye-liner viene perfetta al primo colpo (segno del fatto che siamo God’s favorites) e indosso il mio cappotto del cuore. Ma soprattutto non posso fare a meno, aspettando il treno alla stazione, di guardare le persone che passano prendendo ispirazione da cosa indossano, ‘ché lo stile viene tanto dalle passerelle quanto dalla strada, tanto dalla nostra Signora Miuccia Prada quanto dalla sciura stilosissima del piano di sotto. Ed io bramo dalla voglia di scoprire quali storie ci siano dietro a quei viaggiatori.
picture credits: https://www.pinterest.it/pin/252764597828104292/
La moda cambia e noi con lei: la moda, è passione, la moda è politica, la moda è cultura e contro-cultura, sono i jeans a zampa hippie e le spille da balia punk. Nella moda, sono le persone che indossano gli abiti a creali davvero, a dare loro vita, significato, a legare ad un pezzo di tessuto sentimenti e ideali. Non sono solo quei jeans ma il ricordo della fatica mista a soddisfazione di quando abbiamo messo da parte i soldi per comprali. Non sono solo i maglioni fatti a mano dalla nonna ma anche quel senso di protezione e casa che ci danno. Non sono solo i vestiti dei nostri genitori, fratelli, amici, partner, sia che ci siano stati regalati sia che abbiamo deciso di fregarli di notte con passo famelico e senza pietà dai loro armadi, con la promessa, mai mantenuta, di ridarli indietro, ma il loro potere di farci sentire speciali e vicini a chi amiamo.
Di cosa parleremo?
-Delle varie Fashion Week, le quali per appassionati e appassionate scandiscono il calendario annuale con la stessa importanza delle feste comandate
-Delle grandi case di moda: non smettono mai di affascinarmi lo stile punk di Vivienne Westwood, un’icona dalla storia incredibile più che una semplice designer, oltre ad essere la donna a cui vorrei assomigliare quando avrò sessant’anni. Le uniformi da scolaretta di Prada rese aggressive dai combact boots MiuMiu, ma, soprattutto gli abiti eterei e floreali di Gucci, creati dalla mente visionaria col gusto per l’antico di Alessandro Michele, il quale ringraziamo immensamente per aver scelto Harry Styles come suo testimonial.

-Delle storie e le passioni di piccoli brand di nicchia che si sono creati da soli e con filosofie che condivido, tanto quanto far raccontare il proprio stile a persone comuni ma con un abbigliamento particolare e personale. E magari, perché no,
-Magari, perché no, mettere insieme qualche consiglio: per come vestirsi quelle mattine in cui non abbiamo proprio voglia di pensare ad abbinare qualcosa, oppure per quel primo appuntamento che ci fa battere il cuore o ancora la discussione della tesi, perché si scampa a molte cose nella vita ma non alle foto che rimarranno per decenni.
Trovare la propria strada, per me, significa anche trovare il proprio stile ed è dalle storie di chi mi circonda che vorrei scoprire e condividere “what is fashion?!”, scrivendo un’ode all’originalità e a chi va contro corrente.
Ho così tante altre cose da dire, chiacchierate interessanti da raccontarvi, sfilate da tutto il mondo, seguite con le occhiaie ed un barattolo di gelato in mano in piena notte, ma direi che scopriremo di più nelle prossime puntate. Spero mi leggerete volentieri e che diventeremo amici e amiche d’armadio. Sia mai che su Instagram, alla fine, non ne esca un “Pisani a Pisa”. Intanto potete trovarci la sottoscritta!
XOXO, Fashion Riot.

Autore:Irene Lenzi
Classe 2001 e novizia di Radio Eco. Appassionata di arte, cinema, musica, moda ma soprattutto libri (meglio se di filosofia, che non per nulla è il suo corso di studi). Logorroica ma simpatica, sfortunata in amore e con una gran voglia di viaggiare, potete conoscerla meglio su instagram: @irn.lnz