META CINEMA: Minari di Lee Isaac Chung

Bentornati a Meta Cinema, la rubrica di Radioeco a tema cinematografico!

Il Metacinema è il cinema che racconta il Cinema, che parla di sé stesso, dei propri mezzi e del proprio linguaggio.

Meta Cinema nasce come la rubrica che si impegna ad investigare nel grande universo della macchina da presa attraverso le recensioni dei suoi figli, i film. Per il nostro nuovo appuntamento ho deciso di parlare di “Minari”. Ciak, si gira!

“Minari” è un film di Lee Isaac Chung, vincitore del Golden Globe per il miglior film straniero. Al premio ottenuto si va ad aggiungere il Premio Oscar individuale ricevuto da Yoon Yeo-jeong in qualità di miglior attrice non protagonista per la sua splendida interpretazione nei panni della nonna. “Minari” ha saputo presentarsi come un successo e la visione del lungometraggio vale assolutamente il prezzo del biglietto.

La famiglia al completo in un frame del film Minari

“Minari” racconta un frammento di vita di una famiglia di sudcoreani che si ritrovano ad aver la possibilità di conseguire il sogno americano. Il padre di famiglia Jacob (Steven Yeun) si è appena trasferito con la moglie Monica (Han Ye-ri) e i figli David (Alan Kim) e Anne (Noel Kate Cho) in Arkansas, partendo dalla California. Pur di riuscire ad impadronirsi di un vasto terreno per poter coltivare i suoi ortaggi coreani, decide di acquistare una trasandata casa su ruote, tra il disappunto della moglie che, considerati i gravi problemi cardiaci di cui soffre il piccolo David, ritiene troppo distante dall’ospedale più prossimo. Jacob e Monica lavorano nel sessaggio dei pulcini e tutti i risparmi vengono spesi per l’acquisto della giusta attrezzatura richiesta per tirar su i campi: Jacob crede che l’elevato numero di immigrati coreani in America non veda l’ora di poter mangiare nuovamente i prodotti della propria terra natia e il suo progetto è appunto quello di coltivare questi ortaggi per soddisfare la domanda. Alla famiglia si aggiunge lo stravagante lavoratore Paul (Will Patton), rimasto a lavorare le terre di Jacob dopo avergli venduto il trattore che possedeva. I rapporti familiari vanno in crisi a causa dell’inefficacia delle prime cure del terreno e il disagio creato dalla nuova casa, comprata solo per la volontà personale di Jacob Secondo Monica, l’unica soluzione per poter mantenere un po’ di pace è quella di chiamare la nonna (Yoon Yeo-jeong) in casa, in modo che possa badare ai bambini. David non rimarrà entusiasta del nuovo arrivo, poiché non è una nonna come tutte le altre: dice parolacce, bara al gioco e non sa cucinare i biscotti. Dall’arrivo della nonna ci saranno novità volte allo stravolgimento completo della famiglia.

Yoon Yeo-jeong e Alan Kim in un frame del film Minari

“Minari” prende il nome da un arbusto coreano che viene piantato dalla nonna sul ciglio di un ruscello. La nonna dà una considerevole importanza alla pianta, capace di nutrire, curare e risolvere quasi tutti i problemi che una persona può avere. Lo stesso ruolo viene assunto da tal personaggio nel momento in cui si inserisce nella famiglia: deve far da collante tra le varie parti, rimanendo sé stessa e quindi permettendo la crescita dei familiari. Yoon Yeo-jeong riesce perfettamente ad impersonarla e si va ad aggiungere a una squadra di attori che lavora in modo eccellente al film, a partire dai due genitori fino allo strambo Paul, il cui personaggio tende a non passare inosservato. Chung dirige con maestria i due bambini, tanto che l’operato di Alam Kim merita un plauso: David è un bambino spassoso e al contempo tenerissimo, veramente ben disegnato per la storia.

Ciò che sorprende di “Minari” sta proprio nella vicenda: una trama, a prima vista trita e ritrita, riesce a stravolgersi e a non risolversi nei classici cliché di genere, bensì è capace di mutarsi rapidamente da commedia a dramma famigliare, a tratti tragico. Ne viene fuori un film degno di nota, maledettamente realistico e concreto da non lasciare spazio a sogni irrealizzabili. Chung preferisce realizzare un’opera che possa rispecchiare la dura realtà quale si ritrova a fronteggiare Jacob, determinato fino in fondo a perseguire il proprio obiettivo, anche a rischio di perdere la famiglia nella precaria sicurezza di coronare le personali aspettative di lavoro.

Alan Kim e Yoon Yeo-jeong in un frame del film Minari

Chung crea un’opera lodevole, i cui personaggi sono costruiti egregiamente e la cui trama riesce a non annoiare neanche per un istante. “Minari” si fa portavoce della storia di moltissimi sudcoreani, forse prendendo ispirazione dalla storia di uno dei parenti del regista stesso, al quale va il merito di una narrazione scorrevole e ben curata dal punto di vista formale. Le inquadrature bilanciano una gradevole palette di tinte, basata principalmente su tonalità chiare e delicate per gli interni e tonalità accese e splendenti per gli esterni. Nel complesso tutto sembra costruito per un prodotto vincente e in effetti è così che reputo il film.

Consiglio caldamente di andar a vedere “Minari”, un’opera capace di capovolgere le emozioni dello spettatore dall’inizio alla fine, cullandolo tra la pace della campagna e la spietata sorte della famiglia Yi.

Autore: Andrea Vinci

Classe 1999. Studente di DISCO presso l’Università di Pisa. Fa parte di Radioeco dal 2020.

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