META CINEMA: Pieces of a Woman di Kornel Mundruczo

Bentornati a Meta Cinema, la rubrica di Radioeco a tema cinematografico!

Il Metacinema è il cinema che racconta il Cinema, che parla di sé stesso, dei propri mezzi e del proprio linguaggio.

Meta Cinema nasce come la rubrica che si impegna ad investigare nel grande universo della macchina da presa attraverso le recensioni dei suoi figli, i film. Per il nostro nuovo appuntamento ho deciso di parlare di “Pieces of a Woman”Ciak, si gira!

Pieces of a Woman” è un film di Kornel Mundruczo (White God – Sinfonia per Hagen), distribuito da Netflix. Il film rappresenta la prima opera realizzata in lingua inglese per il regista ungherese, già partecipe negli anni passati al Festival di Cannes e premiato grazie ai suoi primi cortometraggi. Con “Pieces of a Woman” Mundruczo approda alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e adesso anche ai Premi Oscar, sempre per merito dell’interpretazione dell’attrice britannica Vanessa Kirby, vincitrice a Venezia della Coppa Volpi. La nomination per la miglior attrice protagonista è l’unica ricevuta dal lungometraggio per i Premi Oscar, anche se altri aspetti del film valgono allo stesso modo un plauso.

Vanessa Kirby in un frame del film Pieces of a Woman

Pieces of a Woman” parte col botto come si suol dire. Martha, alias Vanessa Kirby (Questione di tempo, The Crown) è in procinto di partorire. Per mesi lei e il compagno Sean, alias Shia LaBeouf (Transformers, Nymphomaniac) sono stati seguiti da un’ostetrica di fiducia, che potesse seguire passo passo Martha nella sua volontà di partorire in casa e istruire la coppia per il da farsi nel “momento della verità”. Giunti a inizio travaglio per Martha però, l’ostetrica di fiducia non è disponibile e viene quindi inviata a casa della coppia la sostituta Eva, alias Molly Parker (House of Cards, Lost in Space), che dopo un buon inizio parto si rende conto che le cose stanno precipitando, ma le sue operazioni di recupero non bastano: il neonato non riesce a sopravvivere. Eva si ritrova al centro di un procedimento penale nei suoi confronti, che la identifica come la responsabile del decesso del bambino, poiché si ritiene che non abbia agito come dovesse. Nei mesi a seguire sembra che il tempo si sia fermato e che la coppia (soprattutto Martha) non sia riuscita a superare l’accaduto. Sarà l’intreccio tra i comportamenti della madre di Martha Elizabeth, alias Ellen Burstyn (Requiem for a Dream, Alice non abita più qui), ostile a Sean perché appartenente ad una classe sociale reputata inferiore, della cugina e avvocato Suzanne, alias Sarah Snook (Black Mirror), e della coppia stessa a portare cambiamenti radicali nelle vite dei personaggi, sia in positivo che in negativo.

Vanessa Kirby e Shia LaBeouf in un frame del film Pieces of a Woman

Pieces of a Woman” è un film interessante. Si preoccupa di restituire le differenti emozioni provate da soggetti dai comportamenti opposti, accomunati dallo stare nella stessa famiglia. Ciò che però divide i personaggi è il proprio interesse: fin dal primo frame non si riesce a identificare il comportamento di ogni soggetto, che sembra composto da elementi negativi quanto da altri positivi. Tutto l’insieme rimanda ad un alto grado di realtà in tal caso, proprio perché non sono prodotti usciti da una favola dalla distinzione manichea ma organismi complessi, come tutti noi del resto, formati da caratteri contrastanti e spesso inspiegabili. Sicuramente l’interesse cresce se si vuol prendere in analisi, ad esempio, il tema. È assai complicato trattare un argomento tanto delicato prendendo le varie implicazioni che ne derivano. Mundruczo utilizza un raffinato silenzio narrativo, procedendo con la visione frastagliata dei mesi a venire, passando quasi da una stagione alla successiva e lasciando la narrazione dei fatti al lento verificarsi della vicenda. Il ritmo lento è infatti uno dei caratteri principali del lungometraggio, accettato probabilmente per la capacità di lasciar riflettere lo spettatore di pari passo con i fatti appena mostrati dal film.

Vanessa Kirby e Shia LaBeouf in un frame del film Pieces of a Woman

Dell’opera del regista ungherese si è parlato molto nei mesi passati, a causa dei crediti per il nome dell’attore protagonista, il quale non avrebbe dovuto esser presente nei titoli per via delle vicende nelle quali è rimasto implicato negli ultimi tempi, vicende che escono dall’interesse cinematografico e di cui quindi non si parlerà. Rimanendo in ambito cinema, “Pieces of a Woman” è un bel film, giocato principalmente sulla forza emotiva da comunicare allo spettatore e merita una visione attenta, perché in caso contrario il risultato potrebbe essere noioso. La fotografia è ben curata e le panoramiche degli ambienti sono pregevoli, così come le prove attoriali degli interpreti. Il film di Mundruczo non è sicuramente l’opera dell’anno, ma ne consiglio la visione data la buona impressione che mi ha trasmesso l’operato del regista.

Autore: Andrea Vinci

Classe 1999. Studente di DISCO presso l’Università di Pisa. Fa parte di Radioeco dal 2020.

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