Bentornati a Meta Cinema, la rubrica di Radioeco a tema cinematografico!
Il Metacinema è il cinema che racconta il Cinema, che parla di sé stesso, dei propri mezzi e del proprio linguaggio. Meta Cinema nasce come la rubrica che si impegna ad investigare nel grande universo della macchina da presa attraverso le recensioni dei suoi figli, i film. Per il nostro nuovo appuntamento ho deciso di parlare di “Da 5 Bloods – Come fratelli”. Ciak, si gira!
“Da 5 Bloods – Come fratelli” è un film di Spike Lee (Fa’ la cosa giusta, Malcolm X), distribuito dalla piattaforma Netflix a partire dal 12 giugno 2020. Rispetto alle aspettative maturate nel corso dello scorso anno, il film ha ottenuto una sola nomination agli Oscar 2021, nella categoria della Miglior colonna sonora creando non poca sorpresa.

“Da 5 Bloods – Come fratelli” è forse uno dei film più riusciti dell’intera carriera di Spike Lee, regista da sempre impegnato nella narrazione delle vicende riguardanti le ingiustizie subite dagli afroamericani come ampiamente dimostrato dalla sua intera filmografia. “Da 5 Bloods” è semplicemente l’ultima di una serie di opere cinematograficamente memorabili.
Il film racconta la storia di quattro veterani afroamericani, Paul (Delroy Lindo), Otis (Clarke Peters), Eddie (Norm Lewis) e Melvin (Isiah Whitlock Jr.), che dopo ben quarant’anni decidono di tornare in Vietnam per recuperare un tesoro da loro stessi nascosto all’epoca del conflitto. Oltre al tesoro, il gruppo si dirige in Vietnam motivato dal recuperare i resti del defunto compagno e capo della compagnia Stormin’ Norman (Chadwick Boseman). Il tesoro, trovato nel 1971, era stato nascosto dalla compagnia per poi essere recuperato in un secondo momento in quanto considerato come un risarcimento per il trattamento che il governo americano aveva tenuto nei confronti degli afroamericani. Giunti in Vietnam, i protagonisti contattano Desroche (Jean Reno), un trafficante francese in modo che possa permettere loro di incassare soldi liquidi al posto dei lingotti del tesoro, nel caso in cui venisse realmente ritrovato. Ai veterani si unisce David (Jonathan Majors), figlio di Paul, nella speranza di riallacciare i rapporti con il padre, affetto da un pesante disturbo da stress post-traumatico.

“Da 5 Bloods – Come fratelli” è un’opera maestosa, che vanta la presenza di un cast eccellente, guidato alla perfezione dalla sapiente condotta di Spike Lee. Il regista non si risparmia dal raccontare l’affresco americano contemporaneo, come suggeriscono i continui riferimenti al presente (per esempio i rimandi con le magliette Black Lives Matter). Lee utilizza il proprio film sia per sensibilizzare il pubblico mediante l’utilizzo di piccole pillole storiche (incentrate perlopiù sulla storia afroamericana) sia per omaggiare il cinema stesso: il Maestro utilizza un cambio di formato frequente, utilizza il linguaggio del cinema alla perfezione in direzione del metacinema e include piccole citazioni, come la risalita del fiume sulle note della wagneriana “Cavalcata delle Valchirie”, allusione limpida al capolavoro di Ford Coppola “Apocalypse Now”.

“Da 5 Bloods” è un film che inizia con un andamento prevalentemente descrittivo, senza la pretesa di essere una storia che parli di azione: appare come un’opera dalla narrazione lenta e incentrata sui dialoghi, per poi esplodere in un mix di emozioni, armi e violenza quando lo spettatore meno se lo aspetta. Il cocktail di sensazioni preparato da Lee è ben equilibrato tra le tematiche dell’amicizia, del lutto, dei sensi di colpa; le due facce della guerra e dei reduci, ma anche sui temi della riconciliazione e del rapporto padre-figlio. Inutile aggiungere che la prova attoriale funge da classica ciliegina sulla torta.

Ciò che pare evidente durante la proiezione di “Da 5 Bloods” è che il regista statunitense non si astiene dal dare un giudizio nei confronti del proprio Paese mostrando al pubblico una storia che è identità, l’identità di una nazione che oggi, come un secolo fa sembra essere sempre allo stesso punto di partenza; un’identità sanguinaria alla ricerca di un nemico lontano che possa scacciare i propri fantasmi…e chissà cosa avrà voluto dire Lee per mezzo di quel cappellino “Make America Great Again” partecipe per tutta l’opera.
L’unica certezza che rimane tale è che “Da 5 Bloods” è un film da vedere tutto d’un fiato, fiato che rimane sospeso per ben 2 ore e mezzo per poi condensarsi in una nuvola di soddisfazione.

Autore: Andrea Vinci.
Classe 1999. Studente di DISCO presso l’Università di Pisa. Fa parte di Radioeco dal 2020.