Benvenuti a un nuovo appuntamento di RadioEcologia. Proseguiamo la panoramica di notizie sull’ambiente della scorsa settimana, ma focalizzandoci su Pisa e Toscana: per comprendere i pericoli locali e attivarci per contrastarli.
Spiaggiamenti sulle coste toscane
Dall’11 gennaio sono stati ritrovati vari corpicini spiaggiati, morti, di tartarughe marine Caretta Caretta, a Rio Marina, Portoferraio e Livorno. Altri esemplari sono stati trovati vivi, e subito rimessi in mare (a Porto Santo Stefano) o, se in gravi condizioni (a San Vincenzo, Baratti e Bibbona) portati all’acquario di Livorno, dove i veterinari si stanno occupando della loro riabilitazione.
Gli esemplari sono molto piccoli, e spiaggiamenti del genere erano successi solo due volte in passato. La domanda quindi, è se queste tartarughine siano quelle nate dai nidi Toscani.

Infatti, la nidificazione di Caretta caretta sulle coste toscane è un fenomeno recente, mai verificatasi prima del 2013, e in aumento ogni anno. Perciò, l’Università di Firenze sta confrontando campioni di DNA prelevati quest’estate dai nidi con quelli degli animali spiaggiati, cercando di capire così il “grado di parentela”.
Se vedete una tartaruga, la prima cosa da fare, ovviamente senza avvicinarsi, è chiamare il 1530 (Capitaneria di porto) che vi darà tutte le informazioni del caso.

La strategia riproduttiva delle tartarughe marine punta sulla quantità: tanta prole aumenta la probabilità che qualcun* sopravviva (al contrario di Homo sapiens, che fa pochi cuccioli, e se ne prende molta cura). Quindi, aiutare i cuccioli aumenta la loro probabilità di raggiungere la maturità sessuale e riprodurre la specie: possono metterci fino a 30 anni! I pericoli sulla strada verso l’età adulta sono moltissimi, ma a quelli naturali si aggiungono plastica, inquinamento e pesca industriale.
Se volete invece proteggere i nidi di mamma tartaruga, a Pisa è attivo ogni estate il monitoraggio delle nidificazioni, gestito dal circolo di Legambiente. E’ in corso da quando, nel 2017, è stato trovato un nido sulla spiaggia di Tirrenia. Se parteciperete, imparerete a riconoscere le tracce di tartarughe e tartarughini. E se troverete un nido, a proteggerlo dai pericoli di cui il litorale pisano è pieno, fra inquinamento luminoso (i cuccioli seguono la luce della luna per ritrovare la via del mare) e spiagge altamente frequentate.
Non solo tartarughe
Numerosi sono stati anche gli spiaggiamenti di cetacei, in particolare delfini, negli ultimi mesi del 2020 e nei primi del 2021. Gli esemplari ritrovati appartengono principalmente a Tursiopi e Stenelle, le specie di delfino più comuni nei nostri mari e nel Santuario Pelagos. Il numero è di animali spiaggiati un po’ più alto rispetto a quello dello stesso periodo negli anni precedenti.

Però, solo per 6/7 esemplari si può pensare ad una patologia, riferisce l’ARPAT, anche se il mobillivirus, causa della moria del 2019, è stato escluso. Si sa comunque che sostanze come DDT e PCT (pesticidi ora illegali, ma ancora presenti in mare) abbassano le difese immunitarie dei delfini. E forse ha contribuito anche il riscaldamento delle acque. Continuano quindi le indagini, condotte dall’Osservatorio Toscano per la Biodiversità. Il numero da chiamare se vedete un delfino spiaggiato è sempre il 1530.
Se invece vi state chiedendo: e sulla terraferma? Che faccio quando vedo un uccello, un rettile, un anfibio o un mammifero in difficoltà? Come per le tartarughe, state a distanza, e aspettate il parere di un esperto, che potete contattare ai numeri telefonici riportati qui. Sapranno spiegarvi cosa fare e indirizzarvi ad un adeguato centro di recupero, come ad esempio il CRUMA di Livorno.

Scioperi e sgomberi

Per concludere, dato che se siete qui avete sicuramente a cuore l’ambiente, vi ricordo che Fridays For Future Italia ha annunciato il prossimo sciopero globale per il clima. Si terrà il 19 Marzo, e anche Fridays for Future Pisa parteciperà: seguiteli per aggiornamenti.
Inoltre, il 26 gennaio a Pisa è successo un altro fatto degno di nota fra le notizie legate all’ambiente: il Comune ha sgomberato la Limonaia Zona Rosa. La Limonaia era uno spazio occupato transfemminista, che nel suo giardino, uno spazio verde restituito alla città, ha ospitato numerose riunioni di collettivi ambientalisti, nonché un orto, per una produzione di cibo più sostenibile. Lo spazio permetteva lo svolgimento in sicurezza di numerosi progetti, come Obiezione Respinta, una scuola di italiano, e la Rete Pisa Solidale, che organizza raccolte e distribuzioni di cibo, ma anche di giocattoli e vestiti usati.

Oltre allo sgombero, sono stati avviati dodici procedimenti penali contro vari3 attivist3: se volete sostenere la Limonaia, potete donare per sostenere con le spese legali qua. Per aiutare la Rete e dare una nuova vita a ciò che non usate più, o donare del cibo, trovate qui tutte le informazioni.
Con questo concludo la mia review di notizie locali sull’ambiente di Pisa e Toscana. Ho deciso di riportare quelle a me più vicine, ma soprattutto quelle per cui potete immediatamente attivarvi e fare qualcosa: perchè non siete (non siamo) impotenti! Potete trovare altre informazioni e modi di agire seguendo, oltre ai già citati FFF e Legambiente, anche XR o Greenpeace. Noi ci vediamo al prossimo articolo!

Autrice Alessandra Pafumi
Studentessa di biologia marina nata nel 1997, è un po’ più blu di prima. Gioca a fare la blogger e la speaker per RadioEco dal 2019. Legge i tarocchi musicali su Disconnected con Giulia Greco.