Mai come durante questa pandemia, tra notizie confuse e contraddittorie, abbiamo compreso di aver bisogno di informarci in un modo che non si limiti a riempirci la testa, ma si collochi in maniera tale da restituirci una visione più completa del mondo.
Per farlo abbiamo bisogno di mettere ordine, e l’ordine pretende una selezione: qui entriamo in gioco noi di Radio Ecologia.
Dopo una sessione apparentemente infinita, torniamo dalla nostra pausa con una panoramica di notizie che vi aiuterà ad orientarvi tra gli eventi più importanti in fatto di ambiente, biodiversità e clima, sia da un punto di vista scientifico che politico e sociale. Uscirà una volta al mese e a curarla sarò io, mentre le mie colleghe continueranno a preparare articoli di approfondimento.
Ora che ci siamo presentat*: cosa è successo, o succederà, questo mese, da farci tremare la Terra sotto i piedi?
Mario Draghi e il ministero per la transizione ecologica
Il 13 febbraio è entrato in carica il governo Draghi, salutato come “il governo dei migliori”, ma che di migliore sembra avere poco: le donne sono solo un terzo dei ministri, ricompaiono vecchie glorie come Gelmini alle Autonomie e Brunetta alla Pubblica amministrazione e l’età media si attesta sui 54 anni.
Quello che c’è di nuovo è che è nato il ministero per la Transizione ecologica: ma se il Movimento 5 stelle aveva richiesto che derivasse da una fusione tra il ministero dell’Ambiente e quello per lo Sviluppo Economico, alla fine quest’ultimo è rimasto un’entità separata (peraltro affidata al leghista Giorgetti), risultando essenzialmente in un semplice potenziamento del ministero dell’Ambiente, a cui sono state delegate anche le competenze in ambito energetico.
Se il ministero sarà effettivamente un cambio di passo per l’Italia (diversi Paesi, come Francia e Spagna, se ne erano già dotati) e per la nostra concezione di economia si vedrà anche da come verrà trattata la vicenda dell’Ilva di Taranto.
Intanto, se ve lo state chiedendo, il ministro incaricato è un “tecnico”, Roberto Cingolani, che ha conseguito il dottorato in fisica alla Scuola Superiore Sant’Anna, qui a Pisa. È anche il manager di Leonardo, l’azienda pubblica che vende armi belliche a diversi paesi—tra cui l’Egitto.
Francia condannata per inazione climatica

Il 3 febbraio il tribunale amministrativo di Parigi ha condannato lo stato francese per inazione climatica. La causa è stata intentata da quattro organizzazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace, a seguito di una petizione firmata da 2,3 milioni di persone, e la sentenza è già ritenuta storica: è la prima volta che si condanna una nazione per non starsi effettivamente operando per ridurre le emissioni di gas serra secondo gli obbiettivi stabiliti (un calo del 40% entro il 2030 e la carbon neutrality entro il 2050.)
La corte ha riconosciuto l’inazione dello stato come dannosa verso la salute e qualità di vita dei cittadini, considerando ammissibile una forma di “compensazione ecologica”.
Cécilia Rinaudo, direttrice dell’associazione Notre Affaire à Tous (It’s Everyone’s Business), la definisce un’immensa vittoria: «La decisione del giudice prova che l’inazione climatica non è più tollerabile: è illegale.»
Jean-François Julliard, direttore esecutivo di Greenpeace Francia, nota che «la decisione non solo considera quel che dicono gli scienziati e cosa vuole la gente dalle politiche francesi, ma dovrebbe ispirare le persone di tutto il mondo a considerare i governi responsabili per il cambiamento climatico, anche in tribunale.»
A proposito: qui potete firmare un’Iniziativa dei Cittadini Europei lanciata da FFF, che chiede alla Commissione europea di rafforzare l’azione in materia di emergenza climatica, passando per l’adeguamento delle emissioni di CO2 alle frontiere, regolazione dei trattati di scambio e produzione di materiale didattico gratuito.
(Non) sorpresa: dietro alla pandemia potrebbe esserci il surriscaldamento climatico
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment, SARS-Cov-2, il virus che causa la Covid-19, potrebbe essersi generato a seguito del riscaldamento globale.
Nell’ultimo secolo l’aumento di temperatura, irraggiamento solare e concentrazione di CO2 nell’atmosfera ha infatti modificato la vegetazione prevalente nella provincia cinese di Yunnan e le regioni adiacenti in Myanmar e Laos. La trasformazione delle praterie in savane tropicali e foreste decidue ha favorito il trasferimento in queste zone di 40 specie di pipistrelli prima assenti, e il contatto tra loro ha generato un centinaio di tipi di coronavirus, di cui i pipistrelli sono spesso portatori sani, tra cui probabilmente il SARS-Cov-2.
In queste aree è presente anche il pangolino, che sembra essere stato il primo oggetto di salto di specie del virus. La carne di questi animali è abitualmente venduta nei così detti mercati umidi, tra cui quello di Wuhan—in cui è scoppiato il contagio tra esseri umani.
«Il fatto che il cambiamento climatico possa accelerare la trasmissione di patogeni animali agli umani dovrebbe essere una sollecitazione urgente alla riduzione globale delle emissioni» ha commentato il professor Camilo Mora, della University of Hawai‘i di Manoa, promotore del progetto.

Buone notizie: scende in campo (anzi, mare) la flotta antinquinamento
A inizio mese è entrata in azione la flotta antinquinamento contro i rifiuti in mare: è nata da un contratto biennale siglato l’estate scorsa tra il ministero dell’ambiente e il Consorzio Corepla, ossia il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, e ogni giorno dovrebbe salpare per ripulire le acque dalla spazzatura accumulatasi.
Le navi, specializzate al contenimento e recupero di idrocarburi e sostanze derivate, da quest’anno avranno anche il compito di raccogliere i rifiuti marini galleggianti, in particolare quelli in plastica, sia in aree marine che antistanti le foci dei fiumi, procedendo anche al tracciamento della loro presenza, quantità e composizione, per valutarne l’eventuale riciclabilità.
L’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha salutato così l’iniziativa: “Siamo un Paese con 8mila chilometri di coste: il mare deve tornare ad essere la nostra vetrina nel mondo.”

Questo è tutto per oggi: ci sarebbero tante altre notizie da snocciolare, ma abbiamo detto che il nostro compito è un altro.
Se avete voglia di due cose belle al volo, nel Regno Unito delle associazioni ambientaliste hanno preso parte a un programma che mira a reclutare 118 giovani appartenenti a minoranze etniche per rendere il settore green sempre meno asfissiantemente bianco, mentre qui trovate la storia di quello che potrebbe essere il rettile più piccolo del mondo: è più o meno lungo quanto un unghia.
Noi ci vediamo il prossimo mese con nuove notizie e scoperte dall’ambiente. Ciao!

Autrice: Alison Haughton
Alison studia Scienze Biologiche all’Università di Pisa e davvero non le dà fastidio se pronunci male il suo nome, ha un quadernino su cui si annota le versioni migliori. Fa parte di RadioEco dal 2019.
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