Eco di libri: “Non stancarti di andare” di Teresa Radice e Stefano Turconi

non stancarti di andare

Attenzione: questo articolo non è una recensione. Non stancarti di andare è stata per me una lettura fondamentale, mi verrebbe da dire necessaria. Avete presente quei libri che conservate per mesi, anche per anni sugli scaffali senza avere il coraggio di leggerli? Questo succede quando avvertiamo lo spessore che quella storia avrà nella nostra vita, prima ancora di iniziarla. E restiamo lì, in allerta, aspettando che arrivi il momento giusto.

Secondo una leggenda ebraica, ogni persona viene sulla terra con una piccola fiammella sulla fronte, una stella che le cammina davanti. Quando due persone si incontrano, le loro stelle si fondono e si ravvivano, come ceppi in un focolare.

L’incontro è riserva di luce.

Sono sempre stata affascinata dagli incontri e dal loro potere. Una mattina ci svegliamo tardi e perdiamo la prima lezione in università. Un po’ amareggiati andiamo alle macchinette a prenderci un caffè. Lì, seduta, troviamo una ragazza a cui è capitata la nostra stessa sorte e così, per passare il tempo o per farsi un po’ di compagnia, si scambiano delle parole, degli aneddoti, dei consigli. La giornata prende una piega diversa, non siamo più così amareggiati come prima. Il tempo passa, la seconda lezione sta per cominciare. Salutiamo la nuova compagna appena conosciuta, che forse non rivedremo più… o forse sì.  E’ incredibile pensare a come ciascun incontro che facciamo, anche il più breve e il più apparentemente insignificante in quel momento, si riveli in realtà colmo di valore per il nostro futuro.

Credo che anche gli artisti – pittori, musicisti, scrittori – con la loro arte, i loro suoni, le loro parole, siano mediatori di incontri con storie e persone, che probabilmente non conosceremo mai dal vivo, ma che ci lasciano una grande eredità.

Questo è quello che mi è successo grazie a Teresa Radice e Stefano Turconi, leggendo la loro graphic novel Non stancarti di andare, pubblicata in Italia da Bao Publishing.

Copertina del libro, edito Bao Publishing

Cercherò quindi di comunicarvi parte delle riflessioni che questo libro mi ha lasciato, in maniera del tutto personale e facendomi aiutare da alcune parole chiave che, secondo me, tracciano il filo conduttore del racconto.

ATTESA

Iris e Ismail stanno per iniziare i loro nuovi progetti di vita. Iris è un’illustratrice, Ismail sarà presto insegnante di arabo alla scuola di lingue. Dopo diversi anni insieme, decidono di andare ad abitare nella casa d’infanzia di Iris, a Verezzi. Prima di trasferirsi definitivamente con lei, Ismail parte per chiudere alcune faccende burocratiche nella sua terra d’origine, in Siria, con la promessa di tornare dopo qualche settimana. L’aumento dei disordini e dei movimenti rivoluzionari nel Paese però complica le cose. Ismail viene rapito dai fondamentalisti e costretto alla fuga. In Italia, nel frattempo, Iris scopre di essere incinta. I giorni passano ed Ismail non torna.

Fonte: dinamopress

I telegiornali, i giornali, le radio trasmettono notizie sulla gravità della situazione nel territorio siriano. Inizia quindi un lungo periodo di attese per i due protagonisti, ugualmente intense allo stesso tempo contrastanti: l’angosciosa attesa di tornare verso la propria casa e la dolce attesa per la nascita del loro bambino.

“Attendere: voce del verbo amare”

A scandire lo scorrere del tempo è un diario che Iris indirizza al figlio, contenitore di pensieri personali e intensi. Ecco che sentimenti come il dolore, la paura vengono sublimati attraverso le parole, trasformandosi in pura bellezza e amore.

IDENTITA’

In casa, Iris trova delle lettere provenienti dall’argentina, datate negli anni settanta e indirizzate a sua madre, Maite, figura che ci viene presentata come assente nella sua vita e con la quale la protagonista ha da sempre un rapporto conflittuale. Ancora una volta sono le parole a determinare lo scorrere del tempo, riportandoci ad un tempo passato. Iris viene a conoscenza di alcuni aspetti di Maite e della sua famiglia del tutto inaspettati, che affondano le loro origini nel conflitto militare argentino e nel fenomeno dei desaparecidos. Il personaggio di Maite è secondo me il più interessante da analizzare in tutta la sua complessità, nonché quello con cui mi sono trovata ad empatizzare di più. Dietro una corazza fatta di apparente cinismo e presunzione, la donna rappresenta infatti il lato più fragile e profondamente umano di ciascuno di noi.

VOCAZIONE

Uno dei messaggi più forti che ci comunica il racconto è l’importanza di seguire il nostro modo di essere e coltivare i propri talenti, seguendo la nostra direzione indipendentemente dalle folle, anche se la strada è stretta e tortuosa. Fin da piccola Iris segue con passione i documentari naturalistici di David Attenborough e compensa le mancanze lasciate da sua madre passando le sue giornate a disegnare e immaginare animali, figure, forme del mondo. Decide così di fare l’illustratrice e dedicare la sua vita alla bellezza. Fare arte è per la protagonista una necessità primaria, una vocazione quasi spirituale, che riempie di senso la sua vita. Iris disegna per fermare sulla pagina la bellezza di ciò che vede, la trattiene, dandole un corpo, per sottrarre le cose dall’oblio, dal vuoto.

CORAGGIO

E’ proprio da un vuoto, da una crepa, che gli autori hanno costruito questa storia, quella della scomparsa di Padre Paolo dall’Oglio, uomo realmente esistito e rappresentato nella graphic novel dal personaggio di padre Saul.

Padre Paolo viene ricordato come una persona piena di energia, di generosità, che si dedicava anche alle più piccole cause che riteneva avessero bisogno di essere considerate. Arriva in Siria nel 1982 per un ritiro spirituale e se ne innamora profondamente, facendone la sua casa. Nel 1992 dona nuovamente vita alle rovine del monastero di Mar Musa, a nord di Damasco e fonda la comunità ecumenica mista “al-khalil”, che significa “amico di Dio”. Si attiva per far diventare il luogo un polo di attrazione spirituale, volto al rispetto, l’accoglienza, l’amicizia e l’ascolto.

Padre Paolo dall’Oglio

(270) Deir Mar Musa – YouTube

“Avrò sempre cura della vita, che è un dono di Dio, ma non riesco a vivere una vita che non sia altro che un dono a sentirsi chiamati per fare qualcosa”.

Padre Paolo e la sua comunità propongono una soluzione pacifica ai problemi posti dalle sommosse civili scoppiate in Medio Oriente, suggerendo una strada opposta rispetto a quella della violenza, che vada verso la democrazia e la coesistenza delle diversità etniche e religiose basata sul consenso e sul dialogo. Un personaggio sostenuto e così apprezzato come lui da un punto di vista spirituale, sociale e politico fu considerato pericoloso agli occhi del regime, che reagisce condannandolo all’esilio. Nel 2013, spinto da un sentimento di giustizia che andava oltre la paura della morte, Padre Paolo rientra in Siria. Viene rapito il 29 luglio ad al-Raqqa da un gruppo di estremisti islamici e ancora oggi sono perse le sue tracce.

(270) Ottobre missionario – Padre Paolo Dall’Oglio – YouTube

Questo libro fa male, indubbiamente. Mi ha forzata in un certo senso a confrontarmi con le mie insicurezze, le mie paure, che cercavo di ignorare, di farmi scivolare addosso. Se c’è una cosa che ho imparato da Iris, Ismail, Maite, padre Saul, Teresa Radice e Stefano Turconi , è che non bisogna avere paura delle proprie paure, perché avere paura è normale. I momenti in cui abbiamo più paura sono quelli in cui siamo convinti non ci sia modo e tempo per tornare indietro, quelle situazioni su cui non riusciamo ad avere un controllo e ci rendono smarriti, incapaci di agire. Non bisogna mai arrendersi però a cercare la strada che porta il nostro nome, a cercare la nostra luce.

A me stessa ho detto questa frase più volte nell’ultimo periodo e a te, lettore, in questo periodo in cui le cose brutte possono sembrare più forti delle cose belle, ho voglia di ripeterla:

“Non stancarti di andare”

eco di libri Martina

Autore: Martina Rizzo

Casa in Toscana, cuore in Puglia. Studia lettere all’università di Pisa. Porta sempre un libro in borsa e ha qualche problema con l’abuso di caffè. In Radioeco dal 2019. Cura con Rebecca Moggia, Mariaconsuelo Tiralongo e Tommaso Dal Monte la rubrica Eco di Libri.

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