Eco di Libri e Pisa Book Festival: Nel segno di Dante. Lectio Magistralis di Alberto Casadei

Eco di Libri PBF

L’edizione 2020 del Pisa Book Festival è stata inaugurata dalla Lectio Magistralis del professor Alberto Casadei Dante: la storia della Divina Commedia dalla Selva Oscura alla modernità.

Fulcro del seminario è stato un particolare interrogativo: da cosa dipende il successo di Dante? È corretto definire Dante un autore attuale?

“La risposta è all’interno della sua opera” ha subito specificato Casadei. “Nel mio libro Dante. Storia avventurosa della Divina commedia dalla selva oscura alla realtà aumentata ho ripercorso il profilo intellettuale di Dante perché da esso è possibile comprendere per quali motivi l’autore fiorentino è diventato l’incarnazione della cultura cristiana medievale”.

Boccaccio sosteneva che Dante avesse scritto alcuni canti a Firenze, prima dell’esilio; tali canti, sempre stando alla testimonianza di Boccaccio, sarebbero poi stati consegnati a Dante mentre quest’ultimo si trovava in Lunigiana alla corte dei Malaspina. Dato lo stile particolare dei primi quattro canti dell’Inferno, è molto probabile che essi siano davvero stati scritti a Firenze, in un tempo diverso rispetto ai restanti trenta. Quando Dante, esiliato, riprende a scrivere la Commedia dopo essere tornato in possesso dei primi canti, è uno scrittore diverso. Il rapporto con Beatrice (ampiamente, sentimentalmente e allegoricamente raccontato nella Vita Nova), l’interesse per gli studi filosofici e politici, le Rime Petrose dedicate all’anti-Beatrice Petra e il sofferto esilio: le forti esperienze subite e gli amori discontinui provati fanno capire a Dante che, se vuole scrivere un poema degno di tale nome, deve mettere la propria storia nella sua opera.

E così fa.

Uno dei tratti peculiari della Commedia è la contemporaneità: i personaggi e le loro storie sono contemporanei di Dante, persone e vicende protagonisti di fatti di cronaca locale e nazionale. Francesca da Rimini, la cui storia viene raccontata nel canto V dell’Inferno, rappresenta un alter ego di Dante: entrambi sanno che quando l’amore è sincero non può che essere ricambiato. “C’è una sorta di obbligo”, commenta Casadei.

Molte cose sono inventate nella Commedia. Dante, oltre a creare personaggi di tutti i tipi basandosi su figure (per noi storiche, per lui e i suoi lettori contemporanee) realmente esistite, crea una realtà che prima non esisteva, una realtà virtuale (il Paradiso); per parlare dell’Empireo inventa un non-luogo. Gli ultimi canti del Paradiso sono rapportabili a un’opera di fantascienza: Dante non dispone di alcun elemento concreto per la descrizione dell’Empireo, ha solo delle idee. Si trova perciò a dover narrare e a mettere in scena qualcosa di inventato. Il risultato è un qualcosa di molto simile a una realtà inventata e immersiva: Dante vorrebbe che i lettori si immergessero nell’Empireo inventato.

“Ogni grande opera ci chiede di avere la nostra storia oltre alla sua”, conclude Casadei. “Dante continua a essere citato e studiato ed è un autore attuale perché le sue tecniche narrative lo sono. L’inserimento di vicende personali e contemporanee nel racconto, la creazione di personaggi vari e diversi, la suspense tipica delle conclusioni dei canti, la creazione di una realtà inventata e immersiva sono tecniche ed escamotage narrativi tipici di un’attuale serie tv”.

Rebecca

Autore: Rebecca Moggia

Appassionata di scrittura e letteratura, spesso fa a pugni con la tavoletta grafica. Frequenta il corso di laurea magistrale in Editoria Digitale. Fa parte di RadioEco dal 2019. Cura con Martina Rizzo, Tommaso Dal Monte e Consuelo Tiralongo la rubrica Eco di Libri.

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