Con tanto orgoglio sei settimane fa veniva alla luce RAD(Y)OSEX, la prima rubrica sul sesso e sull’educazione sessuale di Radioeco, oggi parliamo di transessualità con Elia Bonci che attraverso Instagram ci racconta del suo percorso di transizione.

Ho raccontato l’amore, perché credo sia l’unica cosa che io sappia fare. Ho raccontato anche il dolore, però, quella sofferenza incomunicabile di chi è invisibile agli occhi della società e non sa come farsi vedere.
Elia Bonci
La transessualità o transessualismo è la condizione di una persona la cui corporeità non è corrispondente alla propria identità di genere.
Ma chi è Elia? Perché ho deciso di intervistarlo?
Elia è un ragazzo che sta affrontando un percorso di transizione, è uno scrittore esordiente, infatti ha pubblicato un libro “Diphylleia”, un romanzo per combattere l’omofobia e le discriminazioni, attraverso Instagram troviamo un costante attivismo e giornalmente si racconta come se fosse un diario.

INTERVISTA A ELIA BONCI
Ciao Elia, grazie ancora per aver accettato questa breve intervista da parte della rubrica RAD(Y)OSEX, la radio dell’Università di Pisa. Io sono Silvia, una studentessa di lettere moderne e mi occupo di diverse tematiche: le donne, il femminismo, la violenza, il sesso, i diritti e così via e comincerei subito con le domande!
1)Elia, molti ti seguono sui diversi social per il tuo costante attivismo e sulla lotta contro l’omofobia e non solo, ma altri probabilmente non hanno ancora avuto modo di seguirti ed è per questo che ti chiedo di raccontarti un po’, Elia chi è?
1) Sono un semplice ragazzo di 24 anni, scrivo e porto avanti vari progetti contro omofobia e transfobia. Ho deciso di essere la voce di molti perché quando ero un ragazzino non ho trovato nessuno disposto a proteggermi o sostenermi.
2) Instagram per te è un po’ come un diario in cui ti racconti giornalmente, parli ed interagisci molto con i tuoi followers, possiamo definirli come una “grande famiglia” e proprio raccontandoti mostri il tuo percorso di transizione. Parlando proprio del tuo percorso potresti spiegare come è cominciato, i cambiamenti fisici, psicologici, quello che bisogna fare, come ti sei sentito e come ti senti adesso, anche gli aspetti più tecnici come quelli medici appunto.
2) Ho cercato di creare sul mio profilo Instagram un posto sicuro per molti, per questo ho deciso di mettermi completamente a nudo e raccontarmi nel modo più vero possibile.
Ho iniziato il mio percorso di transizione più o meno a 23 anni e ora sono in terapia ormonale da sei mesi. Per iniziare un percorso di transizione bisogna recarsi in un centro per disforia di genere, iniziare un percorso psicologico (qui da me a Roma ha la durata minima di sei mesi) e solo successivamente di può iniziare un percorso ormonale (ovviamente dopo aver fatto tutti gli accertamenti del caso).
I cambiamenti ovviamente sono molti, ma non sono dovuti solo ed esclusivamente all’assunzione di testosterone come tutti credono purtroppo. Il primo cambiamento significativo per le persone transgender parte da dentro, con l’inizio di un percorso psicologico molto importante e personale, che ci aiuta a capire chi siamo e ad accettare le nostre fragilità e le nostre particolarità.
Ovviamente anche il testosterone fa la sua parte, cambiando nei primi mesi drasticamente l’umore che definirei molto altalenante e anche la percezione che si ha di sé e del mondo. Arrivato a sei mesi posso dire di essere veramente soddisfatto, la voce è cambiata completamente, la barba inizia a crescere e le spalle sono diventate molto più larghe e possenti.

3) Spesso hai parlato di bullismo, disturbi alimentari, di non accettazione da parte della società, come è stato affrontare tutto questo con la costante possibilità di esser soggetto a critiche o insulti?
3) Avevo già messo in conto che, diventando un personaggio pubblico, sarei stato vittima di critiche ed insulti, ma comunque ho sempre cercato di reagire con la calma e con educazione. Credo sia normale questa reazione, anche se non la giustifico.
Quando si vanno a toccare certi temi che sono tabù per la società o di cui sembra essere un peccato parlarle la reazione è sempre questa. Proprio per questo io continuo a portare avanti i miei progetti e cerco di educare ed informare più persone possibili.
4) E se da un lato troviamo attivismo, lotta, battaglie, dall’altro troviamo l’amore, un amore pulito tra te e Ginevra. Non voglio domandarti cosa sia l’amore per te, voglio domandarti chi siete voi due insieme, chi è Ginevra per te, chi sei tu con lei.
4) Siamo due ragazzi normalissimi che come tutti hanno un milione di sogni nel cassetto. Magari sui social mostriamo solo una parte della nostra vita, la più piccola e forse la meno significativa. Ci diamo forza a vicenda, ci sosteniamo in tutto e cerchiamo di vedere sempre il lato positivo delle cose.

5)Non ho assolutamente dimenticato che hai pubblicato un libro: “Diphylleia”. Di cosa parla? Cosa ti ha spinto a scrivere? E soprattutto qual è la morale che si cela?
5) Ho scritto il libro che ero solo un ragazzino, avevo appena 17 anni e sentivo il bisogno di tirare fuori un tormento nascosto da anni che mi si attanagliava addosso. Più avanti, crescendo, ho scoperto che quelle parole che avevo scritto nel buio della mia stanza potevano essere uno strumento di lotta e che avrei potuto dar voce a molti ragazzi che non potevano farsi sentire.
Ho raccontato l’amore, perché credo sia l’unica cosa che io sappia fare. Ho raccontato anche il dolore, però, quella sofferenza incomunicabile di chi è invisibile agli occhi della società e non sa come farsi vedere. Parlo di omofobia, violenza, morte e molte altre cose.
6)Per concludere, oltre a ringraziarti nuovamente, tu sei la voce di molte persone e in particolare di chi una voce purtroppo non ce l’ha. Se dovessi lanciare un messaggio a tutti quelli che leggeranno questa intervista, quale sarebbe?
6) Se stai leggendo questo messaggio molto probabilmente sei in cerca di un aiuto, di un amico o di un posto sicuro. Vorrei dirti che in me potrai trovare tutto questo, quando vuoi. Ma sopratutto vorrei ricordarti che tutte quelle cose che ora ti sembrano impossibili, spaventose o troppo difficili, con il tempo passeranno, come passa tutto. Hai anche tu il mio stesso coraggio, devi solo capire come tirarlo fuori. Puoi farcela anche tu come ce l’ho fatta io!
https://www.instagram.com/elia.lien/?hl=it
Per chiunque volesse seguire Elia vi allego il suo profilo Instagram, vi sicuro che ne varrà la pena e grazie, grazie e grazie ancora!

Autore: Silvia Santoro
Unici credi: femminismo, negroni e sesso. Frequenta la facoltà di lettere moderne all’Università di Pisa. Fa parte di Radioeco dal 2019 con la rubrica RAD(Y)OSEX.