Perchè questo titolo volutamente provocatorio, “Credo dunque esisto”? Per un semplice motivo di marketing (so che qualcuno urlerà al politically correct e qualcuno al clickbaiting)? Assolutamente no. Si tratta di un’affermazione che per noi ha duplice valenza: pensiamo, a priori, di sapere il ruolo della religione nella vita di Sana, è chiaramente fondata soltanto sulla religione, che lei vive con grande senso di sopportazione. Palle. Lei ha una fede profonda, radicata e consapevole: sceglie di aderire al credo musulmano senza che però questo la identifichi soltanto come una ragazza musulmana. L’adesione all’Islam è una sfaccettatura di una persona, completa a 360 gradi. Non si può ridurre la complessità umana a categorie, ricordiamocelo. L’altro aspetto collegato al titolo è un monito che dobbiamo rivolgere a noi stessi: spesso pensiamo di sapere già come sono andate le cose, di conoscere la verità, le ragioni profonde di comportamento delle persone, di conoscere le battaglie che stanno combattendo, di poterci concedere un lusso insostenibile come quello del giudizio. Ciò che crediamo non deve esistere per forza come l’abbiamo concepito.
Lo scorso 15 maggio è uscita la quarta stagione di Skam Italia (co-prodotta da Cross Productions e disponibile su TimVision e su Netflix), per la regia (che si conferma ancora una volta magistrale) di Ludovico Bessegato, anche produttore e sceneggiatore, con il preziosissimo contributo alla sceneggiatura di Sumaya Abdel Qader, autrice e divulgatrice del mondo musulmano in Italia e Europa, con particolare attenzione al tema delle donne e dei giovani. La vicenda narrativa, questa volta, si concentra su Sana, la ragazza islamica del gruppo, la quale si innamora di Malik, amico di suo fratello. Il tema che fa da sfondo alle vicende quotidiane di Sana, è far sposare due anime opposte in una persona, la parte piena di desiderio verso i normali fatti della vita di un adolescente e la parte religiosa e piena di regole, che non proibiscono i desideri, ma tendono a reprimerli. Sana si trova a muoversi tra due fuochi e non si sente capita da nessuno dei due.
Consiglio di ascolto: “Ready 2 Wear” di Felix da Housecat.
4 x 04 “Eclissi Totale”
- Sandy: “Ragazzi ma ce la facciamo che è andata in fumo?! Questa poveraccia manco a questo giro ce la può fare. Ne trova uno che finalmente può andare e niente, si è demusulmanizzato”
- Tommaso: “Ma davvero, omologati o almeno provaci…. Sempre a fare i ribelli, a una certa…”
- Sandy: “Qualcuno parli con questo ragazzo. O prega e stai zitto”
- Tommaso: “Presidente? Presidente?”
La puntata si apre con Sana, Martino ed Eva che utilizzano quel comodo metodo per salire in tram chiamato: sfondo le porte scorrevoli. Hanno appena finito il test di medicina ed è chiaro che Eva ha risposto “Foresta di conifere” alla domanda: “Qual è l’equazione della parabola?”. Martino stuzzica Eva, come ci insegna dalla prima puntata della prima stagione (“6 meno? Bruttino…”), mentre Sana è lontana anni luce: è rimasta alla coraggiosa ma devastante rivelazione di Malik. E’ un atteggiamento ricorrente di questo personaggio la chiusura più totale nei confronti del mondo esterno: lei non deflagra, ma implode, collassa, accarezzando pericolosamente il rancore e il senso di ingiustizia che sente spesso stritolarla. Il clima goliardico viene suggellato dalla proposta di scommettere sul passaggio di tutti e tre al test. Sul volto di Sana si disegna uno strano sorriso, decisamente beffardo e inafferrabile, quando si tratta di scegliere premio e punizione in ballo. Con fare apparentemente genuino, che cela (malamente) la curiosità di sapere, Sana stessa cerca di capire perché Eva non abbia studiato con loro il giorno prima; sembra che ragione fosse Federico, rientrato da Torino. La situazione tra i due è in crisi, sembra a causa della situazione universitaria di lui.

Durante la conversazione che ne segue lo sguardo di Sana è catatonico, completamente inespressivo: tradisce un totale distacco dal racconto dell’amica, che si sta sinceramente confidando. E’ in corso una guerra di logoramento in pieno stile amoroso adolescenziale (ma non solo): entrambi fissi a guardare lo schermo del cellulare con quegli occhi a pesce lesso, aspirando a uno “Sta scrivendo…”, lei mentre Celine Dion, in sottofondo, canta “All by myself” e già cerca la nuovo foto profilo Instagram, lui che ha fatto cascare il cellulare in un tombino e neanche se n’è accorto (oppure gli amici di sempre che gli consigliano “Chi l’ha duro, la vince”). Eva però non vuole fare il primo passo perché è orgogliosa (ma dai?). Arriviamo ad un momento cruciale. Sana fa uscire la manipolatrice che è in lei, per eliminare la rivale. E’ una schiacciasassi, ha deciso che nulla si potrà frapporre fra lei e il suo obiettivo. Non ha ancora metabolizzato lo choc di Malik, ma non vuole nemmeno preoccuparsi di possibili insidie. Eva, inconsapevolmente, sta per cadere in un’imboscata micidiale, tesa, insospettabilmente, da una delle sue amiche più care. Il gioco è fatta: se Eva verrà ammessa a Medicina, scriverà a Federico seppellendo l’ascia di guerra. Inutile dire che lo stupore di Eva è anche il nostro. Sana ha disprezzato Federico fin dal primo giorno, ma adesso, ex abrupto, si prodigherà nella missione di far ricongiungere i due piccioncini. Onestamente è da brividi la freddezza glaciale con cui Sana ricorre ad un alibi (quello di vedere Eva felice) per giustificare la propria azione, funzionale ad un traguardo del tutto egoistico. Eva, nel corso delle stagioni precedenti, compie azioni più o meno condivisibili, che hanno spaccato la comunità degli spettatori: questa volta, giustamente, il fandom si schiera in suo supporto e si prepara al peggio. Noi ci aspettavamo la pugnalata dalle temibili UFB e invece, ecc’alla. Comunque, Eva accetta e consapevole di aver fatto schifo al test, con grande coraggio (o forse incoscienza), fa una controproposta a Sana: se non verrà presa, lei le darà il numero di Malik. Tutti da casa a fare “Uuuuh”, commentando questa provocazione che sarà gravida di conseguenze, che noi, naturalmente, neanche ci immaginiamo (perché non vogliamo) Sana finge (male) che le vada bene.
Mentre Sana si sta preparando per andare a scuola viene interrotta dalla madre che sembra aver quasi convinto (ed è subito partita la petizione per avere la mamma di Sana mediatrice ONU per i conflitti nel mondo) il padre a lasciarla andare a Mykonos, in cambio però lei andrà ai campi GMI. Naturalmente è sempre tutto tenuto insieme da una sottile linea di ricatti più o meno pressanti, che sbloccano i livelli di libertà, come nei videogiochi. Almeno, questo è quello che percepisce un adolescente, che non ha mai la sensazione di avere la strada spianata alle cose, ma tanti passaggi a livello, che vorrebbe solo incendiare. L’entusiasmo di Sana è paragonabile al piacere che uno prova quando sa di avere lezione dalle 16 alle 18 il venerdì di qualsiasi mese dell’anno. Lei dice che scriverà a Rashida (personaggio che rimarrà solo un nome). Viene, però, immediatamente informata dalla madre che Rashida non frequenterà i campi perché il padre l’ha cacciata di casa dopo che ha iniziato a frequentarsi con un ragazzo italiano. Altra mazzata micidiale. Lo scambio di battute successivo è sul filo di lana, dove ciascuna delle due donne cerca di difendere la propria posizione e di ricavare sicurezza dalla risposta dell’altra: “E tu sei d’accordo?” ” Ma il ragazzo che ti piaceva non era musulmano?”. Fumata nera. Il discorso viene troncato da Sana che dice di non provare più niente per il ragazzo (“Quanto ti hanno pagato per dire questo?!”) e scrive allora a Maryam, che alle 7:12 del mattino decide di schierarsi nel gruppo delle persone irritanti. Ciò che davvero è interessante in questa scena riguarda il discorso su Rashida. Sana non ha ancora accettato di dover lasciar andare Malik e vuole capire come reagirebbero i suoi genitori se decidesse di frequentarlo. La non-risposta della madre, che tra i due genitori è la più diplomatica, la mette ulteriormente in crisi .

Un traquillo mercoledì mattina scopriamo che Federica sta andando malissimo a scuola (per quanto i suoi metodi per l’apprendimento istantaneo siano più validi di CEPU e Grandi Scuole) e Luchino è diventato manager del gruppo musicale formato da Elia e Giovanni (boni e pure musicisti non ce li meritavamo), e invita le ragazze (con occhio di riguardo per Silvia) al loro debutto con data da definire (e lì ha quella sensazione ricorrente che Luchino non abbia mai una minima, pallida idea delle cose che fa, ma arriverà anche il suo riscatto). Per stemperare la tensione dopo un’osservazione poco delicata di Silvia (che ha il savoir-faire di un coltivatore di barbabietole bulgare e che racconta, con la stessa delicatezza dei romanzi Harmony, le performance erotiche da Cirque du Soleil nel gabbiotto della radio per la categoria “Mixami tutta”), Federica chiede alle amiche di andare alla festa il venerdì seguente. Sana non sa di che festa stiano parlando e subito appare chiaro che non è stata aggiunta al gruppo per il viaggio a Mykonos dove le UFB e le altre avevano dato comunicazione di questo evento mondano per suggellare l’unione in nome delle vacanze spensierate in Grecia. Ora, non essere aggiunti ad un gruppo può accadere, ma di solito non se ci sono i tuoi amici dentro. Perché è come se partissero per andare a cena fuori e una volta arrivati si accorgessero che non ci sei. Ti senti dimenticato e si insinua in te il pensiero che lo abbiano fatto di proposito. Sana ha una nuova ragione per allontanarsi dalle ragazze: nemmeno si accorgono che manca su un gruppo Whatsapp. Le sue convinzioni stanno diventando più granitiche che mai. Oramai è un treno impazzito prossimo al deragliamento. Indecifrabile il suo pensiero, incomprensibile il suo atteggiamento, incommentabile l’inerzia delle amiche.

Venerdì sera. Sana sta andando alla festa (in un tripudio di luci notturne che punteggiano Roma), ma riceve una chiamata (con quella suoneria iper mega zarra) dal fratello, chi parla però è Malik (non se ne esce più). Rami si è ubriacato (incorreggibile) e come ogni vero ubriaco che si rispetti “Sta bene”. Sana decide di chiamare Filippo, il fratello di Eleonora, per chiedergli se può tenerlo a casa per la notte. Inizia allora il trasporto verso casa di Filippo che, aprendo la porta con fare da consumato gentleman anglosassone, afferma “Ma che è? Pulp fiction?”.
- Sandy: “Filippo vorrei essere io. Ma poi con la vestaglia”
- Tommaso: “Idem. E la tazza in mano.”
- Sandy: “Ma poi elegante. Sbroccato a tratti, ma elegante”
- Tommaso: “Un vero lord, che sa mixare i registri a seconda dei momenti”
- Sandy: “Ma poi ospita cani e porci. Cioè ok che è il fratello di un’amica della tu sorella, però”
- Tommaso: “Lui è tipo un lazzaretto”
- Sandy: “Voglio dire, non importa proprio che diventi il rifugio dei gatti randagi”
Prima menzione speciale per Filippo, inarrestabile mattatore di questa stagione, che ci regala perle di saggezza a piene mani. Rami viene sistemato sul letto e, dopo aver rifiutato una “tisanina zenzero e curcuma” (scena ormai entrata nell’immaginario collettivo) e aver sentito alcuni apprezzamenti di Filippo sugli ospiti della serata sempre molto efficaci (“Comunque fregno questo… pure tu”), Sana e Malik se ne vanno, lasciando Filippo con la “salma”.

Sana prova a raggiungere le ragazze che nel frattempo però hanno già bevuto e si stanno spostando da un’altra parte che per lei è irraggiungibile perché non ha l’auto. La situazione perfetta e infatti Malik la vuole riaccompagnare a casa perchè “andiamo dalla stessa parte”. “And the award for best marpione incallito goes to… Malik!”.
- Tommaso: “La scena della processione cos’è?”
- Sandy: “Emozione, ma poi le luciii.” “Che se capita a me becco quello che fa stare la gente in fila e mi foga perchè sto in mezzo”
- Tommaso: “Immagino la scena. Questa la suggeriamo a Ludovico”
- Sandy: “Rottura proprio dell’atmosfera”
- Tommaso: “Assolutamente”
Mentre tornano a casa incontrano una processione. L’atmosfera carica di complicità, ora diventa emozionante. Alla luce di una candela, che rende la scena ancora più intima, Sana chiede a Malik perché non è più musulmano.

E qua scopriamo gli altarini (in tutti i sensi). Infatti la scelta di allontanarsi dalla religione è stata dettata dall’amicizia nei confronti di Luai, che anni prima aveva avuto una mezza storia con Niccolò e una volta scoperto era stato punito dal suo Imam. A queste conseguenze porta il fanatismo religioso, di ogni credo.
“Tantum religio potuit suadere malorum” “A così grandi mali potè spingere la religione”
Lucrezio (“De rerum natura”, libro I, v. 101).
Lo scambio di opinioni tra i due è davvero sincero, si percepisce come Sana abbia davvero una fede sconfinata, per lei la preghiera è ciò che tiene la sua vita in equilibrio, ciò che la aiuta a fare le scelte giuste, a stare in pace. Malik invece non accetta più di stare a delle regole che fanno del male ai suoi amici: “Non si possono rispettare le persone, senza pregare?”. La risposta è sì. Ma ciò che nè Malik nè gli altri compagni di Sana capiscono è che ciò che la lega alla religione è intangibile e come ogni cosa che non riusciamo a vedere o che noi stessi non crediamo possibile ci riesce difficile da accettare. Religione deriva dal verbo latino “religo”, “attaccare, fissare”: per lei è un’ancora, un legame che stabilizza, per lui è un cappio, un laccio che lo soffoca. Vedere Sana pronta al dialogo, che addirittura riconosce di essere piuttosto nervosa durante il giorno ci fa capire che con Malik lei si sente sicura, tranquilla e anche pronta ad ascoltare, ma, soprattutto, a comunicare. Ma non sono soli, anche se avvolti dall’oscurità delle notte, che li fa sentire protetti.

- Sandy: “Comunque bello il motivo per cui lui non vuole più essere musulmano”
- Tommaso: “Assolutamente, l’ho trovato davvero un punto narrativo molto alto e molto convincente. Pazzesca la chiusa delle quarta puntata. Che gioco di luci!”
- Sandy: “Verissimo. Più che altro incarna il grande problema di avvicinarsi a chi crede in generale a una qualsiasi religione, perchè non capisci come facciano a non accettare altro… Cioè lui non attacca lei per le sue idee, però le spiega le proprie e purtroppo i mondi collidono”
4 x 05 “Maschi alfa”

Sana prega pensando a Malik, il padre nel frattempo esterna a Rami l’indignazione per la frequentazione della figlia con un non musulmano. “Rien va plus”, proprio come al casinò. Non accetta di non poterlo frequentare e come ogni adolescente chiede aiuto all’unico Dio onnisciente: Google. Le risposte non sono quelle che vorrebbe sentire. Ancora una volta il mondo le ha voltato le spalle. Intanto Malik prova ad invitarla fuori di nuovo, lei non solo rifiuta, ma lo blocca: “Ti prego di rispettare la mia scelta”. E’ una scena drammaticamente confusa e rapida: Sana compie tutte quelle azioni come un automa, sopprimendo ogni senso di rimorso, agisce prima che sia troppo tardi, prima che torni a credere in quello che non potrà accadere. Immaginate il dolore di dover accettare che quella persona non puoi amarla. Ma siccome i mali non vengono mai da soli, uscendo da scuola trova Silvia, Eva e Federica a fare comunella con le UFB. Stanno parlando di venerdì sera, della festa a cui non è andata. Da essere incompatibili a amiche in pochi giorni. Carlotta, una delle UFB, dice che alcuni ragazzi andrebbero da loro a Mykonos i primi cinque giorni. Sana è spiazzata, non è neppure stata presa in considerazione nella decisione. Di nuovo c’è un’indelicatezza da parte delle ragazze: qual è il problema? Sana sarebbe costretta a stare tutto il tempo con il velo con ragazzi per casa e questo non le va.

Nessuna muove un passo verso di lei. Lei non prova a spiegare. Stanno su fronti diversi e a rimarcarlo ci sono i vestiti: Sana vestita di nero, le ragazze piene di colori. Il guscio di Sana si è definitivamente sigillato, c’è un rifiuto totale del mondo costruito con così tanta fatica, all’insegna del sincretismo dei due mondi della sua anima.
Videochiamata con Eleonora. Finalmente qualcuno che le dice che deve darsi una calmata. Nonostante le svariate miglia che le separano, la loro comunicazione funziona di gran lunga meglio di quella con le altre “Matte” “Non mi va di avere ragazzi per casa” “Da quando?”. Ciò che la sta irritando davvero è che non si sente più parte del gruppo. La casa a Mykonos è una specie di guerra fra mondi per lei “sono capaci di farci fuori e invitare quelle del quinto b”. “Secondo me ti stai facendo un po’ troppe paranoie” mantra di Eleonora per tutti gli overthinker alla lettura in questo momento. Sana sta vivendo questa situazione come se fosse questione di vita o di morte. Eleonora cerca di smorzare la sua tensione, ma Sana non molla l’osso, finisce la videochiamata e contatta Carlotta per dire che devono prima riferire a lei le decisioni, sempre in tono straordinariamente rilassato e poco autoritario. Carlotta stessa, però, aveva già provveduto a comunicare agli amici di non venire a Mykonos. Sana si sente un po’ scema in quel momento, completamente spiazzata, e forse la sfiora anche l’idea che parlare civilmente e senza attaccare le persone potrebbe aiutarla. Rimane però solo una suggestione, un piccolo foglietto accartocciato nell’ultimo cassetto dei pensieri. Lei sa tutto. E’ un carro armato. O almeno pensa di esserlo.

Giovedì 18:22. Medaglia al valore per Sana che ha la costanza di andare a correre nonostante tutto, mentre Maryam continua a pressarla per partecipare ai campi dei GMI. Messaggio di Eva: sono uscite le graduatorie di medicina. Sana è passata, Eva no. E’ una vittoria di Pirro: i patti sono patti. Eva, per consolarsi della bocciatura, ha scritto a Malik. Le sale un crimine allucinante.

Si siede sull’erba, guarda il cielo, denso di nubi, scuro come i sentimenti che cova dentro di sè, lasciando che questi la divorino. Sana viene raggiunta allora da Rami che, nemmeno troppo velatamente (la diplomazia, si sa, è donna), le chiede se le piace Malik. All’inizio lei nega poi capitola: “Tanto non posso uscirci perché non è musulmano” dando inizio a una delle più belle conversazioni che ci sono all’interno di questa stagione. A detta di Rami, Malik “il ragazzo più musulmano possibile” non fuma, non beve, non ha frequentazioni sessuali discutibili. Il problema per Sana però è che lui non crede in Allah. Rami allora fa un’osservazione molto interessante, cerca di spingere la sorella a non pensare a quello che direbbero i genitori perché “loro non lo sanno che cosa significa nascere qui, cosa facciamo nella quotidianità” e inoltre sottolinea come di musulmani che pregano in moschea, ma che in realtà fuori fanno quello che vogliono ce ne sono milioni. Vuole davvero vedere la sorella felice e sa che non potrebbe desiderare un ragazzo migliore di Malik per lei. Tuttavia forse neppure Rami ha colto che per Sana osservare le regole religiose non è un obbligo, ma una scelta dettata dalla fede, un bisogno interiore. Rami si dimostra un fratello maggiore speciale.
“Quelli che ballavano erano visti come pazzi da quelli che non sentivano la musica. “
Friedrich Nietzsche

Venerdì sera. Il travolgente senso di libertà di Sana, che sembra finalmente aver trovato un po’ di serenità, mentre si agita, si scatena, tutta impailettata, ancora prima di arrivare in discoteca. Noi avremmo evitato perchè saremmo già arrivati con l’ascella terribilmente pezzata. Alla festa della scuola sono invitati anche Rami e gli amici.
“Somebody that I used to know” pompa nelle casse e improvvisamente lo spazio e il tempo si dilatano. Niccolò si accorge della presenza di Luai. Il gioco di sguardi è penetrante e totalizzante. Martino si sente completamente escluso dalla vita del fidanzato. “Il triangolo no, non l’avevo considerato”. La gelosia lo sta divorando vivo: non accetta di perdere senza combattere. E, naturalmente, noi siamo con lui. Non gli servono spiegazioni, deve solo agire. al più presto.

Sana è davvero molto bella e infatti attira di nuovo Elia (e la scena viene vista da uno spiazzatissimo Malik), che sembra aver trovato l’uno percento di musulmanesimo in lui perché la nonna era bosniaca. Prendiamo in prestito la battuta di Sana: “Ma che c***o dici?”. Elia recidivo ci piace ancora di più: barcolla, ma non molla. Sana viene salvata (punti di vista) da Federica che corre in suo soccorso e le ricorda che si sono parlate per la prima volta proprio quel giorno di due anni prima. Questi piccoli cliffhanger apparentemente insignificanti, metteteli da parte, che tutto torna (come la moda delle All Star). Ricordatevi soltanto che le verità hanno bisogno di tempo per emergere, ma una volta intrapreso il processo, non si torna più indietro: tutto viene alla luce. Le confessioni possono farsi attendere, ma a un certo punto arrivano, inesorabili.
Mentre sta per tornare a ballare viene chiamata fuori perché “il fratello sta picchiando Martino”. La scena è agitatissima, i clacson delle auto ferme in galleria sono assordanti. Sana si trova di nuovo in mezzo a due fuochi. Il conflitto interiore è diventato fisico. Tutto attorno a lei sente incomunicabilità e violenza. Rimane sola. Nessuno si ferma a chiedere come sta. Le sue amiche non si sono accorte di niente, i ragazzi aiutano Martino e il fratello deve sbollire. È di nuovo sola e si sente anche in colpa perché Rami ha picchiato un suo amico, ha violato la tregua che ogni giorno aveva coltivato dentro e fuori di sè, alla ricerca di una normalità quotidiana.

Mentre è in bagno a lavarsi ossessivamente le mani dal sangue come se avesse commesso lei stessa un delitto, si trova ad ascoltare una conversazione raccapricciante, pregna di pregiudizi tra Laura e Carlotta, due delle UFB. Iniziano affermando “Forse hanno problemi con i gay” riferendosi alla scazzottata di Rami con Martino. D’altronde, noi, incorruttibili Sherlock Holmes, l’avevamo dedotto subito, no? Il bigotto ragazzo musulmano ha aggredito un ragazzo occidentale perchè non riesce ad accettare l’omosessualità di qualcun altro. Mannaggia, Rami ci sembrava così aperto, ma naturalmente era tutta facciata.

Continuano con “Ma il fratello tratta Sana come una schiava. Me lo ha detto Silvia” il tutto era iniziato per gioco, Sana aveva perso una scommessa e doveva fare da “schiava” al fratello. Pensano di sapere, pontificano, ma in realtà sono talmente vuote dentro che sentono il bisogno di riempirsi la bocca con giudizi assurdi e affrettati sulla vita altrui. La tristezza vera sta proprio nel pregiudizio di pensare al rapporto di Sana con Rami come a un rapporto di sottomissione di lei. Non un rapporto normale tra fratelli. Chiunque abbia mai avuto un fratello può confermare che le “settimane di schiavitù” erano fatti normali, fisiologici. Per loro la regola è diversa, una sola parola pronunciata da qualcuno che prega un dio diverso non lascia spazio al dubbio. Le due continuano parlando di Mykonos, affermando che non ha senso che Sana partecipi se non può bere o scopare. Come se il divertimento dipendesse solo da quello e se qualcuno non lo fa non sa divertirsi. È molto buffo come predichiamo la libertà, ma non permettiamo agli altri di essere liberi a modo loro. E alla fine tutte le paure di Sana prendono forma in una frase “se insistiamo a voler far venire i ragazzi magari lei non viene”. Ormai lo sa che è stata esclusa. Non c’è più posto per lei. È quando pensa che peggio di così non può andare. Vede Malik e Eva che si baciano.

4 x 06 “L’amichetta tua”

Sana prega pensando ai meme e a tutte le foto che sono state create per prenderla in giro. Sono gli spettri del passato, mai dimenticati, che tornano a inquietarla. Si sente diversa, fuori posto, completamente slegata dalla realtà in cui vive. Ha perso ogni certezza di autoaccettazione: si sente completamente allo sbando. Tutte le emozioni represse, ma mai superate, esplodono fuori dal suo controllo. Lei vive per tenere ogni aspetto della propria vita al proprio posto, ma oramai è divorata dagli eventi, dai commenti attorno a lei.
Il venerdì sera scorso è stato davvero brutto, Sana ripensa alle sue “vecchie” amiche con cui condivideva un gruppo Whatsapp e su cui noi possiamo vedere il motivo del litigio. Avevano accusato Sana di bere alcolici o comunque di frequentare una compagnia sbagliata. Sana non si era sentita in colpa e aveva troncato i rapporti. Ora però si trova a chiedere a Maryam di rivedersi e scopriamo anche che Sana non è andata ai campi GMI per la tonsillite. Forse loro davvero volevano il suo bene, non come le infide amiche occidentali. D’altronde, stupida lei ad essersi confidata e aperta con loro. Perle ai porci.
Il padre rientra da una visita al nonno e dopo aver visitato Sana le chiede come sia possibile che la tonsillite le sia venuta proprio nella settimana dei campi. Sana non riesce a mentire, a indossare la maschera: confessa di aver litigato con Rami e non aveva voglia di vederlo. Il padre allora le ricorda qual erano i patti, se vuole andare davvero a Mykonos. Sana dice di no. Non ci va più, ha cambiato idea. Non vede più differenze tra le UFB e le sue vecchie amiche. E’ completamente confusa e si appiglia al rancore come spirito guida per uscirne il meno danneggiata possibile.
Comunica alle ragazze che non andrà più in Grecia e lo giustifica dicendo, con toni decisamente pungenti e provocatori: “Va contro i miei valori stare in casa con ragazze che non hanno un briciolo di rispetto per se stesse“. Si capisce che non è più una questione di religione, di credo, è un problema di correttezza personale, di lealtà. Non si salva nessuna. È la rottura definitiva. Sana è arrabbiata per Eva e Malik, per le ragazze che non la difendono, per il fatto che non stiano cercando di fermarla. Loro continuano a non capire, mentre Sana, ormai senza ormeggi, è in balia delle onde del suo cuore.

Si rifugia in radio, dove vede Martino per la prima volta da dopo la rissa con suo fratello, per cui continua a scusarsi. Martino vuole sapere di più su Luai e Niccolò. Le parole dicono un quarto di quello che raccontano gli sguardi e i silenzi. C’è troppo non detto e tanto timore di ferirsi a vicenda. Martino vuole sapere la verità, ma non quella che vuole lui. Come biasimarlo. Cerca conferme disperate da Sana, la quale risponde, con fare omertoso, dicendo che lei non sa nulla di più di quello che Niccolò ha detto a Martino. In un momento in cui Sana sta facendo terra bruciata nella propria vita, sceglie di risparmiare Martino, evitandogli ulteriori sofferenze. Forse si sente troppo in colpa per il fratello oppure sente un legame speciale di amicizia con questo ragazzo?
Martedì pomeriggio. Sana ha ancora la costanza di correre (che è un po’ la metafora della sua vita, sempre proiettata in avanti, senza guardare in faccia nessuno, conquistandosi ogni singolo centimetro di libertà e di riconoscimento da parte degli altri), incontra Malik e iniziano a giocare insieme a calcio. La rabbia per non poterlo avere, l’inseguimento di un sogno impossibile si tramuta in trance agonistica, con cui Sana combatte contro Malik, colpevole di non essere ciò che lei vorrebbe da lui. Arriva Rami e Sana se ne va, non gli parla più da quando ha picchiato Martino, nonostante Rami voglia spiegare la situazione. Un altro segnale che Sana non ascolta. Chi di noi vorrebbe avere a che fare con un omofobo?
Mentre si allontana dal fratello e dai suoi amici in un impeto autodistruttivo, abbandona il gruppo whatsapp di Mykonos, dove una falsissima Laura ha scritto: “Sana ma è vero che non vieni più?”. La scena rende bene l’idea di abbandono di Sana che nello stesso momento decide che nessuno dei due gruppi è adatto a lei e prosegue da sola. Nessuno può capirla al di fuori di lei.

Sana è sul pullman, suona la sveglia della preghiera e le persone intorno a lei decidono di fissarla come se avesse ucciso qualcuno. In questa cornice razzista, riceve una chiamata di Eva che è stata ripescata a medicina e ora dovrebbe scrivere a Federico. Sana insiste affinché questo succeda, vuole davvero che Eva non stia vicino a Malik. Eva comunque non sembra voler cedere. Finalmente Sana è convinta che la ruota della fortuna inizi a girare dalla sua parte. E’ il suo glorioso momento di rivalsa: non può averlo lei, nemmeno Eva sarà in grado.
Riunione della radio. Sana continua a chiedere a Eva se scriverà a Federico, lei dice di non sentirselo. Non si fermerà davanti a niente, è chiaro. Mentre tutti fanno una pausa, Sana sbircia sul computer di Federica (un atteggiamento in perfetta linea con questa sensazione di essere al centro di un bombardamento incrociato, di nemici e di fuoco amico), dove trova la conversazione successiva all’abbandono del gruppo di Mykonos. Sana è arrabbiata. Le sue amiche parlano della sua scelta in modo leggero, senza averle chiesto niente e permettono alle UFB di dire quello che vogliono. Non avevano avuto gli attributi di difenderla a faccia aperta, nemmeno agitando il dito sulla testiera prendono posizione. Non ci provano nemmeno e lei non riesce a soprassedere a questa arrendevolezza, non è nelle sue corde. Si sente davvero sola e allora vuole assicurarsi almeno una cosa nella vita.
Chiede a Martino il numero di Federico e gli scrive un messaggio fingendo che sia da parte di Eva, con l’intento di fargli fare pace e poterla allontanare definitivamente da Malik. Se abbiamo cercato di empatizzare con Sana a più riprese, anche senza capirla fino in fondo, adesso ci spaventa la sua totale assenza di scrupoli per raggiungere il proprio traguardo. Per lei, Eva non è più un’amica, però non può permettersi di lasciare in sospeso la faccenda tra lei e Malik. Il senso di onnipotenza che le deriva da quest’azione trasgressiva e di dubbia moralità è inebriante per lei.
- Sandy: “E a me piace che Ludovico scelga di far fare le merdate ai protagonisti: cioè Eva prima tradisce Laura e poi Giovanni; Martino butta in vacca tutto, diventa stinfio e anche un po’ cattivo; Eleonora che fa tutta la storia alle spalle di Silvia; e Sana che fa la matta. Mi piace che siano i primi ad essere cattivi. Fa da contrappeso alle problematiche di fondo che si devono affrontare, che altrimenti li vedrebbe sempre come vittime”
- Tommaso: “Bravissima, molto vero. Scelta azzeccatissima anche per me. Sono vittime, in alcuni frangenti, ma in altre sono carnefici spietati”
- Sandy: “Boia, a volte di una cattiveria che davvero pensi: ha esagerato”
- Tommaso: “Esattamente! Però questo ci deve spingere a essere più indulgenti con chi ci “massacra” senza che ci scandalizziamo o ci mostriamo sempre come perseguitati”
- Sandy: “Bravissimo. Cioè puoi essere entrambe le parti”
Concerto di Elia e Giovanni. Sana è costretta a passare in mezzo al capanello formato dalle UFB Matte (neologismo solo per voi), con la stessa rilassatezza di chi cammina per un veicolo lastricato di vetri rotti. “Sei figa ma non sono qui per te“: un chiaro omaggio alla scuola cantautorale italiana. L’incoscienza, si sa, è adrenalinica, quindi i nostri contrabbandieri di porri fanno ballare le masse. D’un tratto “Oh ma ci sta Panecallo!”: arriva Federico a chiedere scusa a Eva. Sana sente di avercela fatta a farli riavvicinare anche se con metodi per niente onesti e, soprattutto, con fini egoistici. Martino si ammosca subito qualcosa, ma Sana è perentoria nello smentirlo. Giovanni sta morendo sul palco. Dentro ciascuno di noi, che non ce ne può fregare di meno dell’Argentina e l’abbiamo digerita peggio dell’abbacchio, è subito “Turn around, ever now and then I get a little bit lonely and you’re never coming ’round”. Canegallo riesce nell’impresa di farsi odiare da tutto il fandom, ma allo stesso tempo di scatenare l’ormone. “Odi et amo”. Anche meno, zi’.

Sana si sta facendo tagliare i capelli a casa insieme a Maryam, intanto Federico e Eva sono tornati insieme. Sul volto di Sana si disegna un sorriso da Stregatto: ha un chè di sincero, ma non possiamo perdonarle ciò che ha fatto. E’ un sorriso intrinsecamente subdolo. Mentre cercano la scopa per pulire, Maryam trova una birra, probabilmente lasciata dalle amiche di Sana la sera della tavolata imbarazzante. Sana dice che non voleva che loro portassero alcol, ma non voleva sentirsi giudicata così le ha lasciate fare e ora però si sente giudicata da Maryam. In queste poche battute è racchiuso il cuore del problema di Sana, che non è né completamente italiana né completamente musulmana. O meglio non si comporta nel modo giusto per nessuno dei due gruppi. Sta lì in mezzo senza essere niente di preciso.
Mentre va a buttare l’oggetto della discordia, la birra, incontra gli amici di Rami che dovrebbero vederlo. Rami a casa non c’è, allora chiamano Malik e scoprono che è con Eva. “Anvedi l’amichetta tua” è il colpo di grazia. Vediamo Sana accartocciarsi su se stessa, sentirsi soffocare, vittima della propria strategia. Voleva far saltare il mondo intorno e invece si è ritrovata a brillare in aria, come una granata, lei stessa, sola contro il mondo, da cui oramai si sente ripudiata.

A Sana non ne va bene una.

Autore: Sandy Cioni
Fa parte di Radioeco dal 2019. Di se stessa vuole dire che non lo sa.

Autore: Tommaso Calleri
Nell’era del populismo che dilaga e delle fake news che imperversano, si manifesta la mia essenza di Tommaso apostolo, che “non ci crede finché non ci mette il naso” (altissima citazione dello Zecchino d’Oro edizione 1969). Di un mio celebre omonimo è stato detto: “Voi lo chiamate ‘il bue muto’! Io vi dico che, quando questo bue muggirà, i suoi muggiti si udranno da un’estremità all’altra della terra!”. Quando io parlo al telefono, si gira mezzo autobus, ma è pur sempre un inizio.
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