Sex toys e sexy shop in giro per il mondo-Rad(y)osex

Una chiacchierata tra amici per la rubrica Rad(y)osex sul tema sex toys e sexy shop in Italia e nel mondo: sensazioni, opinioni e aneddoti.

Dal 4 maggio siamo ufficialmente entrati nella fase 2 della pandemia: possiamo incontrare congiunti, le prozie di nostra nonna, varie tipologie di affetti stabili, ma il sesso per molti è ancora un miraggio. Le soluzioni sono molteplici: astinenenza, sexting, videochiamate e autoerotismo senza ausilio di oggetti o con sex toys.

A tal proposito ho deciso di sottoporre alcuni amici a domande scomode sul mondo dei sex toys e sexy shop. Anche questa volta lo scambio di opinioni ed esperienze è avvenuto solo via whatsapp, ma lato positivo, dopo l’uscita del mio precedente articolo per Rad(y)osex, gli affetti stabili disposti a condividere le loro storie con me e i lettori di Radioeco sono aumentati. Ecco cosa pensa un gruppo di amici sul tema sex toys e sexy shop in Italia e nel mondo.

sex toys e sexy shop

La maggior parte degli affetti stabili interrogati sull’argomento sex toys ha ammesso di non farne uso e alcuni di non aver mai varcato la soglia di un sexy shop e alcuni di averlo fatto solo per assecondare un particolare rito di passaggio: i regali imbarazzanti per il diciottesimo compleanno di qualche mal capitato amico o amica, magari ancora vergine.

Quest’ultima pratica è supportata anche dall’aura di mistero che viene attribuita alla maggioranza dei sexy shop: colori cupi, vetrine oscurate, situati sempre in strade defilate e lontano da vasti centri abitati; questo concept porta in molti casi a percepire questi esercizi commerciali come qualcosa di davvero peccaminoso: entrarvi probabilmente diventa una sfida per i ragazzini e troppo audace per gli adulti.

Entrare dentro un sexy shop ed essere visti uscire con una borsa pieni di oggetti che possa fare intendere qualcosa ai passanti, diventa una paura troppo grande, tanto da far preferire agli interrogati l’acquisto sex toys su internet.

Anche acquistare sul web però non previene che occhi indiscreti di qualche coinquilino ficcanaso o parente impiccione scoprano cosa celi l’agognata scatola di cartone con etichetta made in corea. Uno degli affetti stabili ha raccontato di aver spacciato il pacco del suo nuovo dildo dal peso e dimensioni notevoli, come il pacco da giù da parte della madre; le domande sono due: o la mamma manda poco cibo o questo sex toys ha dimensioni spaventose. Credo la seconda. Insaziabile.

Il pacco da giù!

Alcuni sexy shop adottano infatti politiche commerciali completamente differenti: colori pastello, molta luce e vetrine ben visibili e non volgari. Un esercizio commerciale di questo tipo si trova nella strada principale di Oslo e si confonde perfettamente con i negozi di abbigliamento e souvenir che lo circondano e si trova a pochi passi dalla cattedrale e ad 1 km dal palazzo reale. Una scelta davvero innovativa rispetto a quello a cui siamo abituati. Da notare come i Norvegesi siano più aperti sul sesso che sul concetto di repubblica. Interessante.

È importante sottolineare che tutti gli amici, con cui ho parlato dell’argomento, non provano alcun fastidio alla vista di un sexy shop, ma semplicemente molti di loro non hanno mai sentito alcun impulso ad entrarvi. Nel caso dunque del mio campione di ascoltatori, non è bigottismo ma proprio una mancanza di attrattiva che forse scelte estetiche commerciali differenti, riuscirebbero a vincere.

Naturalmente anche nei confini nazionali esistono negozi simili a quello di Karl Johans gate, come l’innovativo Wovo store di Milano che ha perfino un suo canale youtube accattivante e divertente, una pagina Instagram e sul loro sito vendono sex toys di molte tipologie e prezzi; i prodotti inoltre sono sponsorizzati da modelle per ogni fisicità con un occhio di riguardo anche per il body positive.

Wovo store e il body positive

Questa tipologia di store rimane un’eccezione e anche in capitali come Londra e Berlino, ritenute ben più libere rispetto alle città italiane, i sexy shop “tradizionali” sono sempre i più diffusi. In Giappone i sexy shop sono praticamente introvabili, ma giornaletti hot di diverso tipo, sopratutto voyeuristici, vengono venduti al supermercato, magari accanto a cetrioli e zucchine. Diversità culturali.

Anche a Parigi e ancora di più ad Amsterdam, dotate di veri e propri quartieri a luci rosse, i proprietari di sexy shop preferiscono dare l’impressione di entrare in luoghi nascosti e celati ai più, ben inseriti nel panorama cittadino ma pure sempre <<parchi giochi per arrapati>> come li ha definiti un amico. Romantico.

Avendo visto in prima persona bambini camminare (di giorno) per il De Wallen di Amsterdam, penso che la scelta di dotarsi di sexy shop (e locali a luci rosse di cui non parlerò in questo articolo) dall’aspetto un po’ sordido e peccaminoso, non sia dovuto ad una mancanza di accettazione o normalizzazione del sesso, ma una vera e proprio scelta di marketing per sposare il gusto del turista attratto dalla capitale olandese proprio per la nomea di libertinaggio e non per i famosi tulipani o per il formaggio gratis.

Vi è poi un’ulteriore categoria tra gli amici presi in esame per questa chiacchierata sul tema sex toys e sexy shop: quelli che vedrebbero anche nel suddetto tulipano un oggetto utilizzabile per il piacere sessuale. Magari non propriamente un fiore, ma oggetti domestici di vario tipo. <<Perché spendere denaro in un sex toys se abbiamo mani e mille oggetti>> dice un amico. Risparmiatore.

Per chi appartiene a questa categoria il sexy shop diventa praticamente inutile. Naturalmente sono gusti personali, l’importante è trovarsi sulla stessa lunghezza d’onda se usati in coppia.

Sex toys in coppia

Parlando di coppia, molti degli amici, vedono un i sex toys come un ausilio solo per l’autoerotismo e non come supporti per la coppia. Un amico sostiene che i giocattoli sessuali siano un fattore innovativo per coppie mature e di lunga data, rimanda dunque un giudizio più completo al futuro. L’età dell’innocenza.

Ecco un breve excursus su sex toys e sexy shop nel mondo attraverso gli occhi di un campione di amici sempre disponibili a supportare i miei articoli per la rubrica Rad(y)osex con le loro opinioni ed esperienze. Questa volta il focus è stato l’approccio con l’acquisto di gioccatoli erotici e il mondo dei sexy shop in varie nazioni, presto nuove domande su altri aspetti del mondo sex toys e molto altro!

Vi lascio con il consiglio musicale hot da mettere in sottofondo durante la lettura dell’articolo: My neck, my back (lick it) di Khia, very explicit!

Autore: Alice Andrea Rappelli

Speaker, blogger, archeologa e sognatrice con la valigia in mano. Pensa che la vita sia un musical e ha sempre una colonna sonora mentale per i momenti epici della giornata. In Radioeco dal 2019.

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