#iorestoacasa: dieci film sulla musica da vedere in quarantena (parte 1)

In questo periodo, più che mai cinema, musica, libri e serie tv ci stanno aiutando a salvarci dal “collasso mentale”, tenendoci occupati e attivi (mettiamoci anche lo studio, ovviamente). Ma se siete particolarmente appassionati sia di musica, che del vecchio caro cinematografo, non c’è niente di meglio di un film musicale (o che tratti in qualche modo di musica) per soddisfare contemporaneamente entrambe le voglie.

La musica e il cinema, d’altronde, hanno sempre avuto un rapporto speciale, di complicità, fin dagli albori della settima arte, data la stretta dipendenza di quest’ultima dalla musica, concepita dapprima come “semplice” accompagnamento ai tempi del cinema muto, in seguito sempre più come vero e proprio commento, con un ruolo chiave nella fruizione e nella “lettura” del film stesso.

Per questo i film con la musica come protagonista si possono considerare, in qualche modo, una coronazione di questo lungo rapporto di “simbiosi” fra forme d’arte differenti.

In questa prima parte dell’articolo elencheremo, senza voler fare classifiche di qualunque tipo, cinque film dedicati alla musica, a gruppi e musicisti storici, ma anche con soggetti di fantasia, sconfinando talvolta nella comicità (che al momento certamente non guasta).

Dunque, partiamo…

Whiplash (2014), di Damien Chazelle

J. K. Simmons e Miles Teller in una scena del film Whiplash
Gli attori J. K. Simmons e Miles Teller in una scena del film

Volendolo definire in maniera spicciola, “Full metal jacket versione conservatorio”…

È sicuramente uno dei film sulla musica più conosciuti. Con un budget di soli 3,3 milioni di dollari è riuscito ad aggiudicarsi un bottino di premi incredibile, fra cui tre oscar e due candidature. Particolarmente apprezzata è stata l’interpretazione di J. K. Simmons, premiato dall’Academy come miglior attore non protagonista (spesso interprete di personaggi particolarmente “coriacei”, lo ricorderete forse per l’interpretazione del capo di Peter Parker e direttore del Daily Bugle nella trilogia di Spider-man diretta da Sam Raimi). Un’opera eccezionale da ogni punto di vista, a prescindere dal soggetto trattato, ma se siete interessati in generale alla musica (specie quella jazz), e soprattutto alla questione dell’insegnamento e della didattica, non potete lasciare questo mondo senza aver visto tale pellicola.

2. Rock star (2001), di Stephen Herek

Mark Wahlberg durante le riprese di Rock star
Mark Wahlberg inquadrato a figura intera durante le riprese del concerto

Anche questo un classico del cinema di ambito musicale. Prodotto da George Clooney e corredato da interpreti del calibro di Jennifer Aniston e Mark Wahlberg, il film, ambientato negli anni ’80, racconta le vicende di un aspirante rock star, il cantante Chris Cole (Wahlberg), che finisce inaspettatamente per essere contattato dalla band heavy metal che da sempre idolatra, gli Steel Dragon. Mentre la band e i personaggi sono assolutamente fittizi, la trama è ispirata in parte ad alcuni curiosi episodi accaduti realmente nel mondo del rock, fra cui quello di un accanito fan del gruppo heavy metal Judas Priest, che venne contattato dalla band per sostituire il precedente cantante. La pellicola analizza in maniera molto lucida quello che era il mondo della musica rock/heavy negli anni ’80, in particolare del sottogenere definito “hair metal”, col quale gli Steel Dragon si possono sostanzialmente etichettare: un universo fatto di capelli cotonati, abiti attillati, lusso sfrenato, consumo di droghe e groupies pronte a tutto, uno stile di vita del quale la musica stessa diventa riflesso, all’insegna di un libertinismo assoluto, che nel tempo, come mostra la pellicola, è capace di distorcere e disintegrare l’identità degli individui. Ad interpretare alcuni membri degli Steel Dragon possiamo trovare anche veri musicisti, fra cui il celebre chitarrista Zakk Wylde e il figlio di John Bonham, Jason, ovviamente nel ruolo del batterista.

3. School of rock (2003), di Richard Linklater

locandina del film School of rock

Per i musicisti e gli appassionati di rock in particolare, questo film è una sorta di reliquia. Chi non vorrebbe essere un alunno di Jack Black nel suo corso di rock? D’altronde lo stesso Black è un musicista, cantante e chitarrista, ha un suo gruppo, famoso a livello internazionale e protagonista di un’altra pellicola, i Tenacious D, e queste non sono le uniche pellicole sul tema cui Black ha preso parte. Il film narra le avventure/disavventure di Dewey Finn, un rocker sfegatato, che trovandosi senza band, senza lavoro e alcuna prospettiva per il futuro, finisce, con uno stratagemma, ad insegnare in una scuola primaria di prestigio, sostituendo però le materie convenzionali, appunto, col rock. Da questa situazione surreale prenderanno forma mille peripezie comiche, in una riscoperta della storia del rock (con tanto di schemi alla lavagna) e dei suoi valori, in un periodo, il XXI secolo, in cui la musica (rock compreso) sembra generalmente aver smarrito la sua vocazione ribelle e rivoluzionaria, che l’aveva caratterizzata per larga parte del ‘900. Davvero degna di nota la colonna musicale, vera e propria panoramica sulla storia della musica rock, in tutte le sue sfaccettature.

4. Singles – L’amore è un gioco (1992), di Cameron Crowe

locandina del film Singles

Il film in questione sarebbe più classificabile come commedia rosa, piuttosto che come film propriamente “musicale”, ma il contesto sociale, culturale e geografico in cui si colloca lo rende meritevole di una menzione in questo articolo.

È infatti girato e ambientato nella Seattle dei primi anni ’90, dove era appena esplosa la scena grunge (specie dopo la pubblicazione di Nevermind da parte dei Nirvana nel 1991), che ricopre un ruolo importante nel film, anche se non di primo piano.

La trama è incentrata sugli intrecci e i “giochi” amorosi di varie coppie di giovani che vivono nella città di Seattle, e sul contrasto fra il desiderio di legarsi sentimentalmente e quello, opposto, di guardare al proprio futuro in maniera indipendente e autonoma, appunto, da singles.

A fare da sfondo ai “giochi amorosi” dei personaggi vi è proprio la scena musicale di Seattle, attraverso la colonna musicale, contenente principalmente brani di gruppi grunge del periodo (o legati comunque alla città di Seattle) e i cameo di vari musicisti.

Compaiono infatti, intenti a suonare in un locale, gruppi della scena grunge come Soundgarden ed Alice in chains, mentre i Pearl jam partecipano ancor più attivamente alle riprese del film, interpretando i componenti della band (fittizia) di uno dei protagonisti, i “Citizen Dick”; da menzionare poi un secondo cameo di Chris Cornell nonché uno del regista Tim Burton. La colonna musicale può vantare brani di molti gruppi del periodo, dai già famosi Pearl jam fino a gruppi all’epoca ancora poco conosciuti, come Soundgarden, Alice in chains, e gruppi considerati iniziatori del movimento grunge, come Mudhoney, Screaming Trees e Mother Love Bone. Insomma, una chicca per gli appassionati del genere.

5. Airheads (1994), di Michael Lehmann

locandina del film Airheads

Il film, interpretato da Adam Sandler, Brendan Fraser e Steve Buscemi, è un’esilarante commedia sul mondo delle band underground, che tentano, quasi sempre invano, di raggiungere il successo.

I tre protagonisti sono infatti i componenti di una sgangherata rock band, “The lone rangers”, e tentano in tutti i modi di catturare l’attenzione dei discografici, attraverso appostamenti, pedinamenti e atti di stalking, in un crescendo di fallimenti e disperazione che li porterà, alla fine, ad un gesto ben più estremo.

Una commedia molto riuscita, che unisce sapientemente situazioni comiche assurde ad una seria riflessione sull’assurdità molto meno comica del mondo dell’industria discografica, che spesso sembra ignorare completamente l’aspetto artistico e creativo nella scelta della musica e dei gruppi da finanziare e produrre.

A breve sarà online la seconda parte dell’articolo, diviso in due per motivi di spazio e praticità. Vi invito a leggerla per non perdervi altre cinque pellicole degne di nota.

Buona visione!


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Autore: Alberto Iuliano

Studente di Discipline dello spettacolo all’Università di Pisa e “musicofago” da sempre. Incurabile nostalgico, pensava di esser nato nel secolo sbagliato, ma dopo aver visto Ritorno al futuro ha capito che è sempre la stessa zuppa. In Radioeco dal 2019.

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