ARMI AMERICANE IN REAZIONE AL COVID-19

Anche negli Usa si formano file lunghissime difronte all’entrata dei negozi. In fila come noi, sì… Ma non per l’Amuchina, gli statunitensi solo in fila anche per le armi.

“Il mondo è in guerra con un nemico nascosto. Vinceremo!” ironizza Trump in un tweet.

Il secondo emendamento della Dichiarazione dei Diritti, che costituisce i primi dieci articoli della Costituzione Americana, recita:

“Essendo necessaria, alla sicurezza di uno Stato libero, una milizia ben regolamentata, il diritto dei cittadini di detenere e portare Armi non potrà essere infranto”.

Ogni supermercato italiano è sicuramente invaso da gente che, ogni giorno, è in fila per fare la spesa. Amuchina, disinfettante, guanti in lattice e le ormai introvabili mascherine sono ovviamente i protagonisti delle nostre compere. Voltandosi verso Ovest e sgranando leggermente gli occhi, si può notare che oltre ai “must have” già citati, gli amici statunitensi non riescono a fare a meno di qualcos’altro: le armi.

Ebbene sì, gli americani stanno facendo “scorta” di pistole e munizioni, da quando l’epidemia del Coronavirus sta invadendo il Paese. Sono soprattutto gli stati maggiormente colpiti, quali California, Washington e addirittura New York, a registrare il maggior numero di questi acquisti.

Oltre a formare lunghe file, evitando spesso la distanza del “metro di sicurezza”, fuori dai negozi di milizie, le vendite in rete raggiungono dei livelli altissimi.

Il responsabile marketing del rivenditore online Ammo.com, Alex Horsman, dopo aver riscontrato un’impennata degli acquisti del 68%, dal 23 febbraio ad oggi, ha affermato:

“Sappiamo che alcuni fattori influiscono sulle vendite di armi, soprattutto gli eventi politici o l’instabilità economica: le persone sentono che i loro diritti potrebbero venire violati. Ma questa è la prima volta che un virus porta a un tale aumento delle vendite”.

Inoltre, come spiega Larry Hyatt, uno dei proprietari dei più importanti negozi di armi degli USA, “Questa è solo la seconda volta nei miei 61 anni di attività che vedo qualcosa del genere”, aggiungendo che la prima è stata subito dopo il sanguinoso massacro alla scuola elementare Sandy Hook in Connecticut, avvenuto nel 2012.

americani in fila per le armi in reazione al covid-19
In fila per l’acquisto di armi

A questo punto, il tragico aumento di morti accidentali per armi da fuoco potrebbe essere una delle preoccupanti conseguenze inaspettate della pandemia del Covid-19.

La popolazione è decisamente fuori controllo, la paura e la condizione di povertà, estrema in molti casi, porta i cittadini a compiere atti folli. I rischi di stragi e reazioni non ordinarie aumentano, perché la gente privata dei suoi comfort abituali non riesce a fermarsi, stare tranquilla e riflettere.

Infatti, sono numerosi i tweet sarcastici tipo “dovranno sfondare la porta di casa mia con una AK 47 per portarmi via i miei 90 rotoli di carta igienica!” bene prezioso, che non a caso, è sparito da più di una settimana in tutta America e i pochi negozi, che ne hanno fatto rifornimento, lo custodiscono con cura tirandolo fuori da sotto la cassa al prezzo di 2 dollari al rotolo.

Tutti sono spaventatissimi, come attestano le testimonianze di vari personaggi famosi, fra i quali la make-up artist italiana Clio, fuggita dalla grande mela, dove abita con la sua famiglia, perché non si sentiva tranquilla, con tutte quelle armi in circolo.

Può davvero un paese “libero” come l’America, che in passato ha avuto come protagonisti pilasti come Martin Luther King, impegnati nella lotta non violenta, non capire a che pericolo è esposto?

L’unico risvolto positivo che può avere un tale fenomeno, è che magari i cittadini inizino ad avere una maggiore consapevolezza sul controllo delle armi e cerchino di contenere episodi di terrore come questo.

Autrice: Arianna Tescari (VegetArianna)

Studentessa di informatica umanistica all’Università di Pisa, ma con la Puglia nell’anima. Sempre per il sociale… ma ho anche altre passioni! È da circa 20 anni che incontro solo casi umani, proprio per questo racconto le mie e le vostre disavventure nei “I Casi Sociali“. Membro di Radioeco dal 2019.

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