Bentornati amici in questo speciale episodio di Eravamo 4 Amici al VAR. Direttamente dalla quarantena, Matteo si è domandato in quali altre occasioni il campionato di Serie A fosse stato interrotto o fosse terminato in modo anomalo. Oggi, per voi, verranno approfonditi il campionato 1914-15 e lo spareggio del 64.
Campionato 1914-1915
La Prima Categoria 1914-1915 fu la 18ª edizione della massima serie del campionato italiano di calcio, disputatosi tra il 4 ottobre 1914 e il 23 maggio 1915. Il campionato fu sospeso a causa dell’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale e mai più terminato. La vittoria del torneo fu assegnata al Genoa, al suo settimo titolo, per una decisione postbellica della FIGC che si presume essere stata assunta fra il 1919 e il 1929, sebbene la delibera federale risulti irreperibile.
Il 23 maggio avrebbe dovuto svolgersi l’ultima giornata del Girone Finale Nord, con in programma i decisivi match Genoa-Torino e Milan-Inter. Eventi politici di ben più alta levatura investirono tuttavia la settimana precedente le gare. Domenica 23 la FIGC decise l’immediata sospensione del campionato senza curarsi di consultare con un referendum le società interessate. Nella stessa domenica l’Italia dichiarò guerra all’Impero austro-ungarico.
Quando avvenne l’interruzione del campionato il suo esito era ancora incerto, sebbene bastasse un solo punto al Genoa per accedere alla finalissima nazionale. Restava ancora da disputare la succitata finale nazionale con il club campione centro-meridionale, anche se il divario tecnico fra i sodalizi delle due parti della penisola, emerso nelle due sfide delle stagioni precedenti, rendeva più probabile la vittoria del club campione del Nord.
Secondo la storiografia tradizionale, la Federazione avrebbe pertanto deciso nel maggio 1919 di attribuire la vittoria del campionato italiano al Genoa, in quanto primo in classifica nel Girone Finale Nord al momento della sospensione bellica e più prossimo alla vittoria del torneo, ignorando totalmente i pari diritti delle squadre centro-meridionali poiché ritenute a priori meno competitive. Di tale decisione, tuttavia, allo stato non vi è alcuna traccia documentale ufficiale, perché nel 2016 la Federazione non riuscì a rinvenire nei propri archivi la relativa delibera.
Il 24 maggio 2015, in occasione del centenario dall’entrata dell’Italia nella Grande Guerra, sulle colonne del settimanale Nuovo Corriere Laziale, l’avvocato Gian Luca Mignogna ha lanciato l’idea dell’assegnazione ex aequo del titolo a Genoa e Lazio, in quanto la squadra romana fu l’unica a qualificarsi alla finale centro-meridionale prima della sospensione del torneo, risultando consequenzialmente la compagine del Centrosud più vicina al raggiungimento della finalissima nazionale. Nel dicembre dello stesso anno Mignogna, avvalendosi di una petizione online sottoscritta dalla tifoseria laziale, della collaborazione del “Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento” e di un dossier emerotecario a supporto della propria tesi, ha avanzato una richiesta ufficiale alla FIGC di attribuzione del titolo ai biancazzurri, a pari merito coi rossoblù: oltre che su ragioni giuridiche e sportive, l’istanza è stata fondata sull’argomentazione etico-morale di rendere onore all’importante contributo, in termini di vite umane e opere sociali, prestato dal club capitolino nel corso della prima guerra mondiale, a cui seguì la nomina del sodalizio capitolino a ente morale con Regio Decreto del 2 giugno 1921.
Il 20 luglio 2016 la Commissione di Saggi nominata dal presidente della FIGC, Carlo Tavecchio, per analizzare il caso, dopo aver esaminato la documentazione a riguardo e constatato che negli archivi federali e in quelli pubblici non vi è traccia della delibera di attribuzione dello scudetto al Genoa, ha espresso parere favorevole all’assegnazione congiunta del campionato a genoani e laziali.
L’iniziativa è stata avversata dalla Fondazione Genoa, la quale nel giugno 2017 ha risposto al dossier in favore della Lazio sia sul piano giuridico, trasmettendo alla FIGC la propria documentazione onde contrastare le argomentazioni propugnate da Mignogna e l’assegnazione del titolo a pari merito, sia su quello sportivo, sottolineando come «il risultato della finale nazionale era, all’epoca, considerato pressoché scontato» data la netta superiorità che per tutto il periodo delle finalissime venne palesata dai club settentrionali rispetto ai meno quotati centro-meridionali. La querelle è proseguita nel corso degli anni seguenti: Mignogna ha continuato a depositare presso la Federazione fascicoli integrativi a supporto della propria tesi, nonché ulteriore documentazione volta a dimostrare come la Lazio sarebbe da considerare la vincitrice del Campionato dell’Italia centro-meridionale, con conseguente qualificazione alla finalissima, e che l’attribuzione dello scudetto al Genoa nel 1921 sarebbe da ritenere un «falso storico» confermato dagli Annuari Ufficiali editi dalla FIGC, mentre la Fondazione ha pubblicato nuovi comunicati ufficiali di obiezione alle affermazioni dell’avvocato romano.
Dopo che l’iter ha subito una battuta d’arresto durante il commissariamento della Federazione, avvenuto dal febbraio all’ottobre del 2018, in occasione del Consiglio Federale del 30 gennaio 2019 il neopresidente Gabriele Gravina ha proposto la creazione di una commissione ad hoc per analizzare, con approccio storico-scientifico, sia la richiesta del titolo 1915 della Lazio, sia le petizioni di Genoa, Bologna e Torino relative ai campionati 1924-1925 e 1926-1927. L’organo collegiale è stato istituito il successivo 30 maggio, incaricando il vicepresidente della “Fondazione Museo del Calcio”, Matteo Marani, di coordinare i docenti universitari che lo compongono.
Spareggio 1964
Inter e Bologna terminarono il campionato entrambi al primo posto, a quota 54 punti, circostanza mai verificatasi fino ad allora in Serie A. Dopo aver inizialmente accolto la proposta del direttore responsabile della Gazzetta dello Sport Gualtiero Zanetti di assegnare in via eccezionale all’Inter lo scudetto 1964 e al Bologna quello del 1927 (revocato al Torino per il caso Allemandi e mai assegnato), il presidente federale Giuseppe Pasquale decise alla fine di non derogare al regolamento e far quindi disputare uno spareggio per l’assegnazione del titolo.
La gara venne fissata per il pomeriggio di domenica 7 giugno, in campo neutro all’Olimpico di Roma, e terminò 2-0 in favore dei bolognesi, con un’autorete di Facchetti e un gol del capocannoniere Nielsen. I giocatori dedicarono il trionfo alla memoria del loro presidente Renato Dall’Ara; quest’ultimo era venuto a mancare quattro giorni prima, stroncato da un infarto, ma i giocatori non poterono presenziare al suo funerale per la decisione della FIGC di non rinviare l’incontro. In quella stessa domenica, a San Siro, la Sampdoria superò il Modena in un altro spareggio, stavolta per la salvezza: i gialloblù ritornarono in Serie B dopo due anni, in compagnia di SPAL e Bari già retrocesse al termine della stagione regolare.
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Puntata e Articolo scritti e ideati da Matteo Bertolini. Frequenta Lettere all’Università di Pisa, appassionato di Sport e Letteratura.